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venerdì, Aprile 19, 2024

Va all’Agenzia delle Entrate e scopre di essere morto!

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Pasquale Raicaldo  |  Ha scoperto di essere morto così, tutt’a un tratto, una mattina di settembre. Sintomi? Nessuno. Per Antonio M. quella di ieri deve essere stata una giornata tragicomica. O, se preferite, semplicemente comica. Perché quando il funzionario dell’Agenzia delle Entrate ha sgranato gli occhi, fissandolo, ha chiesto un documento d’identità e gli ha detto, perentorio «Signor Antonio, lei ci risulta morto», una grassa risata è stata la prima, istintiva reazione.
Di solito accade, in quei momenti, che ti passi davanti tutta la vita. A lui, al giovane isolano no: si è dapprima guardato intorno smarrito, cercando magari le videocamere di una possibile “Candid camera”, per poi ribattere convinto: «Io morto? Ma state dando i numeri?».
Il punto è che l’uomo all’Agenzia era andato per via di un problema con Poste Italiane e le cose parevano complicarsi ulteriormente: a quel codice, riportato sulla tessera sanitaria, corrispondeva davvero una persona fisica deceduta, mica lui, che sprizza salute da tutti i porti.
Di qui, dunque, la corsa al Comune di Lacco Ameno, dove Antonio M. sarebbe residente, posto che sia vivo. E all’Ufficio Anagrafe, di fronte alla sua insolita domanda, il funzionario si è guardato attorno stranito. Sbottando: «Sarà stato un errore dell’Agenzie delle Entrate». Poi, però, ha controllato nei database. Ed è lì che il mistero dell’uomo morto ma vivo e vegeto è sembrato infittirsi: «Signor M., lei qui risulta morto per davvero». Aridaje, direbbero a Roma. Divertito ma fors’anche un po’ spazientito, il lacchese ha chiesto delucidazioni, mostrandosi – nel farlo – decisamente vivo. Ed ecco uscir fuori anche la data del decesso: 25 febbraio 2014, condoglianze.
Al che qualcosa deve essersi illuminato: Antonio M. ha ricordato, in quella data, la morte del nonno omonimo ed ecco che il puzzle è sembrato tutt’a un tratto ricomporsi. Lui, il nonno, era residente nella stessa abitazione. Classica frittata. «Controlli: non è che lui è in vita?». E invece no: morto anche lui, 25 febbraio 2014. Melius abundare quam deficere, evidentemente.
Va da sé che l’Ufficio Anagrafe ha avviato la procedura per riportare in vita Antonio M., che del resto a tutti – compresi i divertiti testimoni, già pronti a giocare i proverbiali numeri al Lotto – deve essere parso vivo, vegeto e moderatamente infuriato. «Non vorrei – ha scherzato – che quel che ho fatto mentre ero morto, a cominciare dai tirocini universitari, sia considerato nullo. E’ come se sono stato un fantasma, comprendetemi». E c’è da comprenderlo pienamente, vittima di un caso emblematico – e vagamente divertente – di mala-burocrazia. «Gli porterà fortuna», gli ha sorriso il funzionario. Sarà.

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