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giovedì, Marzo 28, 2024

UN AUGURIO DIVERSO

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Emergenza COVID-19: Giallo, arancione e rosso, i colori di un Natale diverso. Il Virus muta? In effetti è mutato un po’ tutto, anche il nostro Natale!

Attori e Spettatori di Anna Fermo | Se qualcuno, lo scorso anno, avesse azzardato anche solo ad immaginare un Natale diverso, per quello a venire e che ormai è alle porte, probabilmente lo avremmo tacciato di essere un folle o come minimo lo avremmo deriso. Sta di fatto che ciò che molto spesso nemmeno si riesce ad immaginare, puntualmente ed inaspettatamente accade.
Questo Natale lo ricorderemo tutti!

Lo ricorderemo come il Natale diverso, come il Natale del tutti a casa propria, come il Natale senza abbracci e baci, come il Natale che chi ci governa avrebbe voluto indirizzarlo ad un consumismo solo per salvare l’ economia del paese, ma soprattutto come il Natale del cambiamento epocale nella nostra quotidianità e nella nostra capacità di proiettarci verso il futuro.
E’ tutto così nuovo e così terribilmente impensabile che non sappiamo davvero cosa accadrà domani, nemmeno come prevederlo un domani diverso, diverso da un oggi davvero troppo assurdo se solo con il giusto distacco tentiamo di osservarlo in tutto quanto sta accadendo attorno a noi oltre che a noi.
L’interesse per una vetrina addobbata non manca, ma resta tuttavia il distacco! Quasi fossimo disincantati anche se con il desiderio di incantarci!

Ed è con distacco che tentiamo di affrontare la nostra nuova vita, fatta di relazioni sempre più virtuali e di scale valoriali paradossalmente ed apparentemente tornate nel giusto ordine anche di priorità.
La condizione di limitazione che cadenza le nostre giornate forse sta ampliando il nostro sentire la vita?
E’ probabile che sia davvero così, come e quanto questo Natale, così limitato nelle sue tradizionali opportunità o doveri d’ incontro, si sta rivelando pur tuttavia nel suo significato più autentico.
C’è chi lo ripercorre ancor prima che giunga rivolgendo lo sguardo ad una grotta fredda dove fu dato alla luce un bambino: il figlio del Signore, nostro salvatore! Una madre, un padre, un bimbo, un bue ed un asinello e nulla più!
Il nostro Natale diverso potrebbe non essere per nulla diverso da quel primo 25 dicembre di oltre duemila anni fa. Un paradosso o una sorta di monito?
Fin dove ci siamo spinti nella nostra società? Dov’è che abbiamo sbagliato? Dove abbiamo svoltato prendendo la strada sbagliata? Quand’è che abbiamo dimenticato cosa è il Natale? Sono molteplici le domande che ci stimo ponendo ed a cui non potremo mai dare una risposta, consapevoli almeno di aver esagerato di sicuro in qualcosa.
Un premier che con cadenza settimanale compare alla TV per rinnovare limitazioni su limitazioni ai nostri spostamenti, al nostro viver sociale!

Un senso di impotenza dinanzi ad una economia che va a rotoli, nascosto dietro un velo di false promesse! Un Recovery found così vicino e così lontano come un vaccino che alla sua prima prova su campo già sembra non servire più dinanzi ad un nuovo virus del 70% più contagioso di quello che conoscevamo sino ad ora.
Voli bloccati per un lockdown, anch’esso, diverso dal primo.
Giallo, arancione e rosso: il semaforo di una libertà che comincia a delinearsi su altri parametri!
Nonostante tutto, l’albero di Natale non mancherà, probabilmente in ogni casa, seppur anche solo accennato o senza doni, e probabilmente rinnoverà anch’esso un sospiro di dolcezza, ad occhi chiusi, al sol ricordo di un passato ancora non troppo lontano, ma che non tornerà più.
La schizofrenia di un rientro a casa, tra valige e file alla stazione o all’aeroporto si colora di paura e desiderio: la paura di un contagio, il desiderio di un abbraccio, quand’anche in mascherina!
Abbiam perso l’olfatto ed il tatto? Eppure il profumo di casa e la stretta di una abbraccio sono nella mente e nel cuore e sanno così tanto di buono che solo questo può restituirci il nostro Natale, quello che abbiamo sempre desiderato ed immaginato e forse mai sentito veramente sino ad oggi.
La magia di un Natale diverso risiede dentro di noi, oltre un dono od una vetrina addobbata, un pranzo costretto o un cenone affollato.
Le notizie di gonfiano e sgonfiano ed accendono e spengono fuochi di paure e d’ottimismo a ritmo serrato, in un vortice di confusioni che ci sta avviluppando anche in questi giorni di festa.
Giallo, arancione e rosso, 5000 abitanti, 30 kilometri , 2 amici o 2 parenti, fino a 14 anni non è un individuo e non si conta, oltre si resta a casa propria, dalle 5 alle 22, con andata e ritorno o senza ritorno, conviventi a tavola si, congiunti si, altrimenti no, ma poi? Che confusione! E siamo ancora al 22 di dicembre!
Un virus mutato, ma lo ha fatto sino ad oggi, 12 volte, per alcuni 20, per altri 30 o addirittura 50, di volte, eppure quest’ultima, è una mutazione di cui aver paura più delle altre, una mutazione che trova eco oltre oceano, al di là dell’equatore e che tuona nel mondo scientifico a tal punto da costringerlo a dircelo, perchè questa volta è addirittura “fuori controllo”.
Il vaccino è pronto anche per la nostra Italia? Da ieri si ed il 27 sarà il nostro Vax Day.
Tra Natale e Capodanno, dopo la dose di pessimismo inettataci oggi con la notizia di questo nuovo virus, ci sarà data quella dell’ottimismo? Forse questa variante virale è il motivo per cui ci sembrerà più sopportabile questo Natale diverso? Forse l’arrivo del vaccino ci aiuterà a pensare ad una anno nuovo diverso da questo 2020?
Credo che ormai siamo tutti cambiati, così mutati nelle nostre abitudini e nei nostri timori, nei nostri sentimenti e nelle nostre emozioni, dinanzi alle giornate che scorrono, alle notizie che si susseguono e soprattutto alle persone, amici, parenti, fratelli, genitori.
La distanza fisica sembra quasi dileguarsi scorgendo alla mente ed al cuore l’emozione di un sorriso, di una parola bella, di un augurio, seppur diverso.
Un augurio diverso in questo Natale che ci sembra, davvero, ripeto, così assurdo!
Ridestiamo ricordi per accendere in noi la speranza di un Natale sentito nel suo significato più autentico, se non fosse altro, per riconnetterci con quella parte di noi e dei nostri cari che probabilmente troppo a lungo abbiamo rifuggito, per distrazione o per pudore.
Abbracciamoci per risentire il calore di chi ci vuole bene ed a cui vogliamo bene, seppur distante da noi. Ripensiamo a chi siamo ed a ciò in cui abbiamo sempre creduto e riscopriamoci proiettati verso nuove scale valoriali.
Diamo priorità alla nostra vita, scevra di lustrini ed apparenze, ricca di emozioni e sentimenti, pensieri belli, ricordi vivi.
Per un Natale diverso, un augurio diverso, a tutti, di vero cuore.

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