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sabato, Aprile 20, 2024

“Tutt’ egual song’ ‘e criature”. Con la speranza di veder nascere un fiore

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Elena Mazzella | La “torcanera”, la neonata opera d’arte in fase di completamento di Jorit sui muri del Liceo Buchner di Ischia, ha compiuto il miracolo: è riuscita a far nascere il fiore dell’uguaglianza.
In fede al messaggio essenziale che lo street artist da sempre lancia con tutte le sue opere presenti in tutto il mondo, ossia pari opportunità per tutti, giustizia sociale e fine dei privilegi, la polemica razzista nata sul web e sul web affrontata e combattuta, è andata a placarsi.
“Nella mia vita mi sono capitate tante cose straordinarie e inaspettate sicuramente questa è una di quelle. Ma voglio sottolineare che se in qualche modo la mia opera sia servita anche minimamente a contribuire a lanciare un messaggio sociale e a generare dibattiti, sono la persona più felice del mondo nel senso mai me lo sarei aspettato” afferma Jorit nel suo intervento straordinario nell’ambito di “Sotto Attacco” la conferenza di ieri mattina tenutasi proprio nell’Istituto Buchner (alla presenza di Ciro Raia, presidente ANPI, della preside Assunta Barbieri, del sindaco di Ischia Enzo Ferrandino, del dirigente Mario Sironi, del segretario Cgil Napoli Nicola Ricci, della direttrice della Biblioteca Antoniana Lucia Annicelli) durante la quale il docente dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Leandro Limoccia, ha tenuto una breve lectio magistralis che educa al cuore, sintesi della quale è il concetto che nessuna guerra nasce dall’ignoranza del teorema di Pitagora bensì da un cattivo sentimento. Bisogna dunque educare a ragionare con il cuore, con i sentimenti e con la bellezza.
In merito alla sommossa nata sul web che istigava alla nascita di un comitato di vandalizzazione contro il murale l’artista internazionale ha subito preso posizione dichiarando pubblicamente sui sui profili social “a tutti i razzisti: l’unica cosa che determina il valore di una persona è il cervello e voi lo tenete piccolo piccolo”.

Fuori dai riflettori, accanto alla sua neonata creatura artistica, chiediamo all’artista di svelarci la vera natura della sua opera e ci ha confermato le tante supposizioni fatte sin’ora sulla possibile identità dell’opera attribuita a S. Restituta, patrona dell’isola d’Ischia e profuga cartaginese che sotto il dominio di Diocleziano fu restituita dal mare “ad ripas”, nella baia di San Montano. “Si, la mia opera rappresenta la vostra patrona, la profuga S. Restituta. Il volto è stato elaborato da un insieme di tratti somatici di quella popolazione”. Ed emblematico e commovente il momento in cui, dopo questa dichiarazione, gli si avvicina una bambina di origini messicane che l’artista “accoglie” tra le sue braccia, a sottolineare, appunto, la fratellanza e l’uguaglianza proprio ai piedi della sua “torcanera” (come viene affettuosamente chiamata la Santa patrona).
“É un onore poter accogliere un’opera magistrale come quella di Jorit” ci dichiara la mamma della piccola Sophia, Federica. “Si, accogliere, una parola fondamentale e cruciale, non del tutto scontata. Una Santa Restituta moderna che ci ricordi da dove veniamo e dove direzionare la collettività, sempre più internazionale. Bisogna educare all’accoglienza e all’integrazione più che mai e la scuola ne ha la missione principale fornendone gli strumenti necessari per decodificare la realtà attraverso la saggezza, la conoscenza approfondita, l’amore per il sapere (filosofia).

Non a caso ho scelto il nome Sophia per mia figlia, di papà messicano e mamma ischitana, che sia fonte d’ispirazione così come l’arte, ponte tra i popoli, strumento di pace e, perché no, di diplomazia. Come ha menzionato Jorit in un recente post “tutt egual song e criatur”. Grazie alla preside Assunta Barbieri, all’associazione Libera, a chi crede fermamente nel cambiamento e lotta affinché possa divenire realtà investendo nei giovani, nell’istruzione, nella legalità. Historia magistra vitae”.
L’artista non ha accettato in alcun modo le scuse pubbliche del ragazzo che ha cercato di generare un movimento razzista, perché sicuramente fa parte di un movimento neonazista che sta nascendo ed ha affermato:
“Credo molto nella funzione dell’arte come messaggio sociale perché è la dimostrazione che essa non è solo estetica ma linguaggio che fa ragionare le persone. Al di là di tutto sono contento che questa questione si sia sollevata perché in questo modo abbiamo tutti noi qualcosa di nuovo su cui ragionare e che ci ha fatto stare insieme comunicando idee. Anche a Crotone accadde una cosa del genere con il dipinto dedicato a Rino Gaetano e suscitò scalpore nelle coscienze.

Sono contento di essere qui con questo progetto che serve innanzitutto a farvi entrare nel mondo dell’arte. A me a scuola non hanno mai insegnato niente del genere. Mi avvicinai al mondo dei murales proprio ammirandone uno sui muri della mia scuola: si trattava dell’opera di Felice Pignataro, street artist che ha dipinto un po’ in tutta Napoli. Un’opera che mi ha letteralmente cambiato la vita, portandomi dove sono arrivato oggi e spero che con questo progetto in collaborazione con la Regione Campania nelle scuole, attraverso la mia arte, vivendola da vicino come accadde a me, riesco a farvi quantomeno avvicinare ad essa”.
Tantissimi i messaggi di solidarietà e le prese di posizione sull’arte di Jorit da parte soprattutto degli studenti dell’Istituto che vanta la presenza del murale sintetizzati nei due messaggi che riproponiamo di seguito:
Giacomo S.: “Né l’atto, né l’intenzione di farlo, né il solo pensiero che è alla base di questo scempio, dovrebbero essere concepiti nella mente di qualcuno, specialmente di ragazzi che studiano, vengono educati e conoscono la gravità di un gesto del genere. Purtroppo se oggi tutti condividiamo il potere di pubblicare ciò che vogliamo, non tutti ancora condividiamo un’ideologia fatta di valori sani e rispettosi verso ogni tipo di vivente, in qualsiasi modo e forma questo si presenti. E’ uno scempio questo, e mi dispiace condividere gli ambienti scolastici con persone in grado di arrivare anche solo ad elaborare questo tipo di pensiero. Assicuro che il Liceo che ospita questa opera d’arte non è fatto di esseri così poveri di spirito, ma di persone consapevoli che un atto così è inaudito e da condannare”

Giulia T: “ho 16 anni, sono la ragazza che si arrabbia, cerca di smentire e s’intristisce quando qualcuno definisce la nostra generazione “gioventù bruciata”. Con questi eventi diamo solo pretesti per alimentare lo stereotipo, e di sicuro non diamo dimostrazione di maturità. Sono stata cresciuta con l’insegnamento del rispetto verso il prossimo e sono felice di sapere e pronta a sottolineare che anche moltissimi miei coetanei si distaccano da questa disgustosa dimostrazione d’odio e ritengono, come me, il dipinto di Jorit mozzafiato e a dir poco stupendo. Io, in quanto studentessa del Liceo posso solo ritenermi onorata di ospitare quest’opera d’arte sulla facciata della mia scuola”.
Netta, attenta e sensibile la testimonianza di Giancarlo Carriero, patron del Regina Isabella e già presidente dell’Unione Industriali di Napoli a proposito dell’opera di Jorit: “Straordinariamente bella l’opera di Jorit realizzata ad Ischia presso il liceo Buchner, a mio parere! Pari se non superiore alle altre opere dello stesso artista.

Due considerazioni. Anzitutto mi ricorda che la patrona dell’isola, Santa Restituta, era africana.
Inoltre essendo sulla parete di una scuola mi riporta in mente la problematica dell’integrazione, vero scoglio dell’attuale fase di immigrazione. Impariamo dalla Storia: gli antichi Romani accoglievano ed integravano gli stranieri, che successivamente potevano assumere qualsiasi carica nella società romana, perfino diventare Imperatori. Nel tardo impero cominciò una politica diversa: non li integrarono più, li ghettizzavano in aree in cui gli stranieri continuavano con le loro Leggi, usi e costumi. Oggi per noi quelle sono le invasioni barbariche!
Riuscire ad integrare gli immigrati è la vera sfida di oggi. E poiché è la scuola che dovrebbe svolgere questo ruolo è particolarmente significativo il luogo in cui questo bellissimo affresco è stato realizzato!
Bravo Jorit, grazie!”.
Concludiamo con il messaggio di Jorit che fa una panoramica su tutto il novecento in merito alla giustizia sociale”
“Il 900 ha visto il più grande movimento di giustizia sociale dell’intera storia dell’umanità.
Con le parole d’ordine uguaglianza, lavoro, pane, pace, fine dei privilegi e dei soprusi le masse si sono sollevate e spesso armi in pugno hanno conquistato o provato a conquistare il potere.

Nei paesi colonizzati dall’Occidente sono nati enormi movimenti di liberazione nazionale e le classi privilegiate in tutto il mondo sono state costrette a cedere enormi ricchezze e concedere diritti sociali come mai prima.
Si può dire senza sbagliare che tutti i diritti sociali che ci sono in Italia e nel mondo (sanità pubblica, scuola pubblica, lavoro dignitoso, ecc…) sono figli di questi grandi movimenti di massa.
Il nazismo e la sua forma sottosviluppata, il fascismo sono stati la reazione più violenta e feroce delle classi privilegiate a queste lotte, e nella loro essenza questi movimenti si sono caratterizzati per essere ferocemente anti-operai, razzisti e colonizzatori.
Hitler contrapponeva all’idea di uguaglianza degli uomini quella di un’unica razza superiore che domina il mondo, all’ idea di sovranità delle nazioni quella di sottomissione e di neocolonialismo, all’ idea di diritti sociali quella di dominio ferreo delle classi di industriali e grandi proprietari.
Mussolini ha fatto altrettanto, con risultati meno efficaci ma altrettanto crudeli, i fascisti sono stati i più grandi picchiatori di operai della storia dell’Italia e oltre alle leggi razziali e ad aver fatto sprofondare l’Italia nel secondo conflitto mondiale (finendo per far diventare l’Italia stessa una colonia di fatto dei nazisti) ha provato anche lui a creare un impero coloniale compiendo stragi e massacri.
Oggi che si moltiplicano sempre di più fenomeni che si richiamano più o meno esplicitamente alle pagine più buie del 900, credo che l’unico modo per fermare movimenti neofascisti e neonazisti sia quello di tornare ad immaginare un mondo diverso, un mondo in cui il lavoro e la dignità dell’essere umano sia messo al centro e dove si affermi con forza che “Tutt’ egual song’ ‘e criature”.

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