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giovedì, Marzo 28, 2024

Trivelle senza quorum. Le isole bocciano il referendum

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Con “solo” il 30 percento e poco più degli aventi diritto che hanno espresso il proprio voto (dato nazionale), il referendum abrogativo che ha caratterizzato domenica 17 aprile 2016, non ha raggiunto il quorum necessario per essere valido. Un risultato scontato, potremmo dire, che era stato preventivato sin dall’indizione dello referendum stesso e che vede la non modifica del provvedimento contenuto nella legge approvata dal governo, con l’autorizzazione all’utilizzo dei giacimenti fino al loro esaurimento naturale.
Il quesito posto e che abbiamo (per chi si è recato alle urne, ndr) visto scritto a grandi lettere sulla scheda di colore giallo era il seguente: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale?”
Un referendum abrogativo legato all’economia, che ha suscitato non poche polemiche per la tematica trattata e per l’approccio che il grande mondo della politica ha avuto verso di esso, con dichiarazioni rilasciate da ogni schieramento politico che si sono rincorse fino a poche ore prima dell’apertura dei seggi domenica mattina.
Ma l’affluenza molto bassa, dicevamo, registrata fin dai primi rilevamenti delle ore 12.00 aveva fatto presagire i mancato raggiungimento del quorum, come è, effettivamente, stato.
Difficile, in questa domenica di aprile appena trascorsa, raggiungere il fatidico e consistente numero di 25.393.171 votanti, cifra necessaria per superare di quel tanto che basta il limite del quorum (50 percento più uno degli aventi diritto al voto, ndr) ed avere la validità del referendum.
In piena scia del risultato nazionale anche la nostra isola che ha visto, nel rilevamento delle ore 12.00 nessun comune superare, nell’affluenza alle urne, il 10% degli aventi diritto al voto, chiudendo con un dato al di sotto, per alcuni punti percentuali, rispetto al dato nazionale.
Nel dettaglio, vediamo che il comune che ha visto il maggior numero di elettori recarsi alle urne è stato quello di Lacco Ameno, con una percentuale di votanti che si è attestata sul 27,82 percento.
Il comune di Barano ha registrato “solo” il 23,32 percento; Forio il 24,00 percento; Casamicciola Terme il 25,85 percento; Serrara Fontana il 26,69 percento e Ischia il 27,61 percento.
Molto al di sotto anche la vicina Procida, che ha visto una affluenza alle urne pari al 21,83 per cento.
Esultano, così, i comitato del “No” che hanno puntato sull’astensione così da raggiungere più facilmente l’obiettivo prefissato, così come esultano tutti quei politici che hanno fatto campagna elettorale perché nulla cambiasse.
Pur non avendo raggiunto il quorum necessario, comunque, le schede sono state analizzate ed i voti registrati. Chiaro il risultato: il “sì” vince in maniera netta sul “no”, proprio a sottolineare che chi si è recato alle urne era deciso a voler modificare la legge, ormai, in vigore.

DATI AFFLUENZA DEFINITIVA
Barano 23.32%
Casamicciola Terme 25,85%
Forio 24,00%
Ischia 27,61%
Lacco Ameno 27,82%
Serrara Fontana 26,69%
Procida 21,83%

12 COMMENTS

  1. Come al solito ci riveliamo per quello che siamo,un popolo di pecoroni.sfruttiamo la giornata di sole per andare al mare ad abbronzarci le palle e a spettegolare per poi voltarci indietro e lamentarci di tutto e tutti e quando abbiamo l’opportunità’ di far valere il nostro voto per qualcosa che riguarda la collettività si sa solo cazzeggiare.

    • Parole “Sante”. E che vuoi poi da un popolino che si è fatto fottere il cervello da 35 anni di programmi Fininvest/Mediaset e dal ventennio berlusconiano. Quando Bettino Craxi (che era un politico con i Coglioni, tralasciando tutti i suoi difetti) invitava gli italiani a non andare a votare, il Popolo aveva l’orgoglio del colpo di coda (1991). Oggi è annichilito. Ed intanto il “furbetto” di Firenze continua ad applicare il disegno di Gelli (P2), cosa che nemmeno Berlusconi è riuscito a fare in circa 20 anni di attività politica. Si prospetta proprio un futuro di Mxxxa. Per tutti…

  2. Popolo di pecoroni…..
    Gli idioti che non votano per pigrizia sono gli stessi che dicono “l’Italia non cambierà mai”
    Vergognatevi!!!

  3. scusate, ma il petrolio lo dobbiamo lasciare nel sottosuolo? Fin che c’è va estratto, tanto l’industria esiste e allora a che serve non sfruttare quello che già esiste! Non si doveva dare proprio vita all’estrazione, oggi non serve a nulla vietare l’estrazione fino alla scadenza della concessione. Valutiamo i danni dall’eventuale dismissione degli impianti e cosa sarebbero costati alla comunità.

  4. Gli italiani dicono no al nucleare e acquistano elettricità generata da impianti nucleari francesi.
    Gli italiani indicono un referendum al modico costo di 300 mln di euro per fermare le trivellazioni entro le 12 miglia, mentre in tutto il bacino del Mediterraneo trivellano come cavolo pare a loro Nazioni beduine che se ne strafottono delle problematiche ambientali e di cosa si stabilisce “democraticamente” qui.
    La verità è che la roba d’importazione è sempre la migliore.

  5. Che ipocriti di merda specialmente i giovani che cn la bocca fanno i rivoluzionari e’ una vergogna isola di pecore ignoranti l italia e un gregge nun simm buon

  6. Bèèèèè pecoroni magari ci siete voi pensate che andare a votare cambia qualcosa?il diritto di cittadini lo abbiamo perso nel lontano 1976 . Dal 2000 abbiamo assistito a 3 colpi di stato ,presidenti non eletti dal popolo vivete nella monzogna dal giorno alla notte e ci credete pure. bhà!!!

    • scusi, in che senso intende ” presidenti non eletti dal popolo”? no,perche’ non mi ricordo di aver mai votato per eleggere un presidente, se non quello regionale.

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