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venerdì, Aprile 19, 2024

Tre sì e due no | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 8 giugno 2022

Ho deciso, amici: ecco la mia indicazione di voto per i cinque referendum che accompagneranno, domenica prossima, le elezioni amministrative!

SCHEDA VERDE – RIFORMA DEL CSM: voto SÌ. Per candidarsi a componente del Consiglio Superiore della Magistratura, votando SÌ finalmente viene eliminata la raccolta firme, la guerra tra le varie correnti e il loro strapotere. Un primo passo verso il ridimensionamento di quei giochi di parte indegni di chi dovrebbe rappresentare equità e giustizia.

SCHEDA GRIGIA – EQUA VALUTAZIONE DEI GIUDICI: voto SÌ. Oggi, nei consigli giudiziari, siedono anche avvocati e professori universitari, ma non possono aprire bocca quando si tratta di valutare i giudici. Con il SÌ, si impedirà a certa magistratura di continuare a fare il bello e il cattivo tempo, creando situazioni inverosimili come i rapporti di massima efficienza che, in Italia, riguardano ufficialmente il 99% dei magistrati in servizio.

SCHEDA GIALLA – SEPARAZIONE DELLE FUNZIONI DEI MAGISTRATI: voto SÌ. In questo modo, si consentirà che giudici e pubblici ministeri faranno sì lo stesso percorso in magistratura, ma dovranno poi scegliere una volta e per tutte quale dei due ruoli rivestire, senza saltellare da una parte o dall’altra. Verso una sempre meglio definita terzietà dei giudici e processi sempre più giusti.

SCHEDA ARANCIONE – LIMITAZIONE DELLE MISURE CAUTELARI: voto NO. Di certo l’Italia è piena di ingiuste detenzioni, ma non si può in alcun modo pensare di lasciare a piede libero spacciatori, ladri, stupratori e stalker. La riforma della giustizia resta indispensabile e, con essa, anche la revisione dei criteri di assegnazione delle misure cautelari. Intanto, il NO è inevitabile.

SCHEDA ROSA – ABOLIZIONE DELLA LEGGE SEVERINO: voto NO. Ad una condanna per corruzione conseguono incandidabilità ed ineleggibilità: questo l’assunto della legge vigente, ma la necessità di modificarla in quanto fatta male sotto molti altri aspetti non può intanto prevederne l’abolizione. Resta un problema di corruzione diffusa e di scarsa equità di giudizio da parte dei magistrati che col tempo andranno risolti.

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