Solo pochi giorni fa, in seguito alla pubblicazione del nostro approfondimento sull’inchiesta della DDA che ha portato all’arresto di Angelo Marrazzo e al sequestro del traghetto Giuseppina Prima, avevamo sottolineato come il vero punto dolente della vicenda fosse rappresentato dall’inerzia e dalla disattenzione dei sindaci dell’isola.
Una responsabilità politica e amministrativa rimasta finora ai margini del dibattito pubblico.
E come temuto, eccoci di nuovo al nodo cruciale: da una parte c’è Medmar Navi, che – memore dei tempi pre-COTRASIR, quando i sindaci scelsero Marrazzo ignorando le offerte più vantaggiose di D’Abundo – cerca oggi di blindare la propria posizione. Dall’altra parte ci sono proprio i sindaci, che sembrano pronti ad accettare condizioni contrattuali rigide, vincolanti e unilaterali, senza che nessuno metta davvero mano agli strumenti legali e amministrativi a disposizione. Il passaggio dal monopolio di fatto all’esclusiva contrattuale avviene nel silenzio generale.
Di libero mercato, concorrenza, affidamenti pubblici e trasparenza amministrativa non c’è traccia. È come se la gestione dei rifiuti via mare fosse un affare privato, e non un servizio pubblico essenziale che riguarda la salute e il decoro urbano di intere comunità.
Il paradosso è evidente: invece di esercitare il loro potere contrattuale come pubbliche amministrazioni, i sindaci si comportano da clienti, rinunciando a qualsiasi forma di contrattazione reale.
Il risultato? Un contratto blindato, redatto su misura per l’armatore, e destinato a segnare il sistema di trasporto dei rifiuti delle isole almeno per i prossimi anni.
LO SCHEMA DI CONTRATTO
È pronto lo schema di contratto che sarà sottoscritto dai sindaci delle isole di Ischia e Procida per regolare il trasporto marittimo dei rifiuti solidi urbani (RSU) verso la terraferma. L’accordo, definito con la compagnia di navigazione MEDMAR Navi S.p.A., rappresenta un passaggio chiave per la continuità operativa dei servizi di igiene urbana nei territori insulari, con particolare riferimento al collegamento Casamicciola–Procida–Pozzuoli.
Il contratto, valido fino al 31 dicembre 2025, prevede un servizio regolare con almeno una corsa andata e ritorno giornaliera, effettuata con navi idonee al trasporto di mezzi pesanti utilizzati per la raccolta dei rifiuti. Gli orari saranno autorizzati dalle Capitanerie, mentre sono previste possibili implementazioni in caso di richiesta da parte di più Comuni.
Tra le clausole più rilevanti, spicca l’obbligo di esclusiva da parte dei Comuni, che si impegnano a non utilizzare altri operatori marittimi per l’intera durata del contratto. In caso di violazione, è prevista una penale automatica di 10.000 euro per ogni infrazione. La tariffa pattuita è di 150 euro per veicoli fino a 9,5 metri e 250 euro oltre tale misura, per tratta e comprensiva di IVA.
Il contratto prevede anche una revisione semestrale automatica delle tariffe, in base a costi documentati del carburante, del personale o altri fattori significativi. MEDMAR si riserva il diritto di richiedere ulteriori adeguamenti, salvo diniego formale dei Comuni entro 15 giorni dalla comunicazione.
Dal punto di vista delle garanzie, la società assicura la copertura assicurativa per i mezzi trasportati, salvo casi specifici (sovraccarichi, danni preesistenti, negligenza). I Comuni, dal canto loro, dovranno comunicare con almeno 48 ore di anticipo ogni modifica operativa rilevante, pena il possibile rifiuto del trasporto. Particolarmente incisiva è la clausola che consente a MEDMAR di recedere unilateralmente dal contratto con soli 15 giorni di preavviso, senza obbligo di motivazione o penali: un punto che potrebbe sollevare qualche perplessità tra gli amministratori locali, vista la delicatezza del servizio.
Un contratto vincolante per i Comuni
Come abbiamo visto, il contratto appare fortemente strutturato a favore dell’operatore privato. E, data la natura “privata” dell’armatore, questo può anche risultare comprensibile. Quello che invece non è affatto scontato – ed è ciò su cui dovremmo concentrare la nostra attenzione – è l’assenza totale di iniziativa pubblica.
È impensabile che un servizio così delicato, come il trasporto marittimo dei rifiuti, possa continuare a essere regolato da logiche di mercato e rapporti tra privati, piuttosto che da norme certe, vincoli pubblici e garanzie per i cittadini. Nel contratto, ad esempio, troviamo penali per i Comuni, ma nessuna penale per le corse eventualmente non effettuate dall’armatore. C’è l’esclusiva a favore della compagnia, ma nessun obbligo rigido per garantire continuità ed efficienza del servizio.
Ancora una volta, purtroppo, siamo costretti a constatare quanto i nostri sindaci restino subalterni al sistema del trasporto marittimo, senza che se ne comprendano davvero le ragioni.
Solitamente sono le pubbliche amministrazioni a dettare regole, tempi e condizioni. In questo caso, invece, assistiamo a un capovolgimento inquietante: i privati dettano legge, e le amministrazioni si limitano a firmare. Che si tratti di logiche mafiose, come quelle emerse nell’inchiesta su Marrazzo, o di esclusive contrattuali blindate, come nel caso MEDMAR, cambia poco nella sostanza.
Il passaggio dal monopolio mafioso all’esclusiva legittimata è una deriva che le isole di Ischia e Procida non possono più permettersi. Che MEDMAR provi a consolidare la propria posizione è del tutto legittimo. Che i sindaci accettino senza battere ciglio, invece, è una colpa politica e amministrativa grave. Per tutti.