La sintesi dell’introduzione del green pass in vigore da ieri, chiarisce che tale misura occorra “anche sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza (aerei, navi e traghetti ad eccezione del Messina – Reggio Calabria, treni a lunga percorrenza come gli Intercity, Intercity notte e Alta velocità, autobus che attraversano più di due regioni). Sono previsti altresì controlli anti-assembramenti in stazioni o aeroporti, con esaminazioni a campione. Non sarà invece obbligatorio esibire il certificato sui mezzi del trasporto pubblico locale, il cui tasso di riempimento viene fissato all’80% anche in zona gialla, come in zona bianca.”
Della serie “le incongruenze continuano”, ecco sancita l’ufficialità della continuazione indisturbata degli enormi assembramenti su autobus, aliscafi e traghetti in servizio sull’isola d’Ischia e nel Golfo di Napoli. Un settore, questo, che sul piano locale sin dall’inizio dell’emergenza Covid è parso fuori da ogni regolamentazione, partendo con la sospensione ad libitum delle corse nei periodi morti (per quanto comprensibile visto lo scarsissimo numero di passeggeri in movimento) e continuando imperterrito con la ripresa delle principali attività e, oggi, dei flussi turistici nazionali e di prossimità. Per carità, su traghetti e aliscafi massima solerzia nella misurazione della temperatura e nell’esortazione (a volte inutile ma comunque costante) a indossare la mascherina a bordo, ma resta molto più di un dubbio sulla bontà della capienza, sul suo rispetto e, ultimo solo cronologicamente, sul sistematico assembramento allo stazionamento, all’imbarco e alle biglietterie.
Adesso che il Governo centrale ci ha ulteriormente confermato la navigazione a vista che da mesi sto denunciando e che, purtroppo, si sperava terminasse con Conte e sta invece continuando con Draghi, preso atto che il Presidente della Regione De Luca “arò vere e arò ceca”, non ci resta che sperare che Dio ce la mandi buona. Ma sul serio!