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sabato, Aprile 20, 2024

Succhivo vince la battaglia romantica: salva l’ultima cabina telefonica

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d57be556-9dde-4b05-bafe-7db817d7b5aeLA STORIA. L’Agcom accoglie l’istanza di Lucio Poerio: “E’ un simbolo e può ancora servire”
Pasquale Raicaldo | Non andrà giù. Resisterà – stoica – ai colpi della globalizzazione. Simbolo strenuo (e – chissà – magari imperituro) della telefonia pre-cellulari. La frazione serrarese di Succhivo ha vinto la sua romantica battaglia: con la determina numero 347, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha accolto l’istanza del consigliere comunale Lucio Poerio Iacono contro la rimozione della cabina telefonica nella piazza.
Una decisione a suo modo singolare e forse anche inattesa, che salva un piccolo pezzo dell’identità di questo angolo di Serrara Fontana (per il quale si erano battuti anche il sindaco Rosario Caruso e l’assessore Irene Iacono).
E nel motivare l’accoglimento dell’appassionata richiesta, l’Agcom sottolinea come dalle motivazioni alla base delle istanze di opposizione sia emerso che «la cabina Telecom, posta di fronte alla chiesa di Succhivo nel comune di Serrata Fontana, è utilizzata dagli anziani del paese».
E ancora: «è l’unica che – soprattutto d’estate – viene utilizzata da decine e decine di turisti». Va da sé, dunque, che  «una sua eventuale rimozione, dovrebbe comportare solo il suo spostamento nello slargo antistante, vicino alla locale fermata degli autobus». Insomma, non è solo una questione di romanticismo, di una fetta di popolazione che si attacca convinta a quel vivace parallelepipedo in piazza, testimone di tempi e tecnologie andate, e si rimbocca le maniche – con una battaglia da piccolo mondo antico – per sottrarlo a un destino che parrebbe già segnato. Il punto è che c’è ancora utilizza l’antico telefono a gettone nell’era in cui gli smartphone sono ovunque, estensione del proprio ‘io’, consentendoci di essere perennemente connessi. Proprio così: Telecom Italia ha – come racconta l’Autorità – confermato «un volume di traffico sufficientemente elevato». Volete i numeri? 226 chiamate nel 2013, 236 nel 2014. Un dato in crescita, hai visto mai che gli “aficionados” del gabbiotto abbiano stretto un patto col diavolo?
Non solo: «pur in presenza di una percentuale di funzionamento pari all’85 % per un totale di 312 giorni di funzionamento, si contano 39 chiamate nel corso del primo trimestre 2015». Quando Succhivo non è certo terra di turisti. «La società – prosegue dunque l’Agicom – ha attestato che, se attuata la rimozione, la PTP più vicina risulterebbe alla Via IV Novembre 1 del medesimo Comune, quindi ad oltre 500 metri da quella in rimozione». Certo, si sottolinea nella determina, «l’attuale processo di dismissione delle PTP consegue anche al mutamento delle abitudini degli utenti, che utilizzano sempre più la telefonia cellulare in situazioni di mobilità in luogo delle PTP»: inequivocabile. Ma stavolta c’è anche una «richiesta motivata da parte del Sindaco». La faccenda è seria, altro che semplice battaglia romantica. E allora – vista anche la delibera n. 290/01 del 1° luglio 2001 (“Determinazioni di criteri per la distribuzione e la pianificazione sul territorio nazionale delle postazioni telefoniche pubbliche”) e una serie di atti successivi (in particolare la delibera n. 683/11, il cui articolo 3 disciplina la procedura di opposizione alla rimozione delle postazioni di telefonia pubblica),  «per motivi fin qui esposti, si ritiene che le opposizioni debbano essere accolte».
Per la malcelata gioia di Lucio Poerio, che ne dà notizia alla cittadinanza attraverso il suo profilo Facebook, lui che aveva davvero profuso energie nella piccola crociata: «Quella cabina, l’unica sopravvissuta alla tecnologia, può intanto salvare una vita perché, a differenza dei nostri cellulari, non si scarica mai. – aveva spiegato al “Dispari” qualche mese f – Funziona benissimo e d’estate è molto usata dai turisti stranieri. Di più: i numeri di emergenza sono gratuiti: così, quella cabina telefonica può essere molto utile in caso di emergenze, soprattutto per chi non abbia con sé il cellulare».
Ma c’era senz’altro di più di un mero tornaconto funzionale in questa strenua e appassionata difesa di un’icona già sbiadita, che altrove sull’isola ha già ampiamente ceduto il passo a fioriere e panchine e che lì, in quella piccola frazione di Serrara Fontana, resisterà invece stoicamente, dopo aver seriamente rischiato la demolizione. «In ogni piazza – aveva spiegato il consigliere – dovrebbe secondo me resistere una cabina». Ci credeva sul serio, dunque, Poerio Iacono quando indirizzò la sua istanza all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (direzione Tutela dei Consumatori), dopo aver letto sul gabbiotto di Succhivo quel freddo epitaffio (“Questa cabina sarà rimossa”) oggi disatteso.
Per la gioia dei serraresi doc e degli amanti dei simboli di tempi andati, con il compiacimento della letteratura cinematografica (non era forse in una cabina che l’insospettabile Clark Kent si trasformava in Superman?) e, magari, implicito invito a chiunque – politici, cittadini – affinché lottino per piccole conquiste. Una cabina, forse, val bene una crociata. Soprattutto se dentro c’è un pezzo del nostro passato.

1 COMMENT

  1. condivido pienamente le motivazioni a sostegno e mi compiaccio per il risultato ottenuto, bravissimi!

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