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venerdì, Aprile 19, 2024

Strisce blu a Ischia, il pm chiede l’archiviazione ma c’è opposizione

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Il gip ha convocato le parti in camera di consiglio. Ipotizzato l’abuso d’ufficio per Giosi Ferrandino, il suo vice dell’epoca Luigi Boccanfuso, i componenti della Giunta Sandro Iannotta, Carmine Barile, Giosuè Mazzella e l’allora comandante dei vigili urbani Elio D’Amato

La vicenda delle famose strisce blu e dell’“acquisto” dei parchimetri è stata al centro di un’indagine condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Ferrigno. Un’indagine iniziata nel 2013, dopo un esposto e da un’attività della Guardia di Finanza che acquisì tutta la documentazione inerente all’appalto. Le fiamme gialle giunsero a conclusione che vi fossero elementi di responsabilità in capo agli indagati e la Procura giunse ad iscrivere nel registro degli indagatiil sindaco d’Ischia Giuseppe Ferrandino, il suo vice dell’epoca Luigi Boccanfuso, i componenti della Giunta Sandro Iannotta, Carmine Barile, Giosuè Mazzella e l’allora comandante dei vigili urbani Elio D’Amato. Configurando l’ipotesi di concorso in abuso d’ufficio. Per aver in qualche modo favorito una società che aveva ottenuto la gestione, quasi a trattativa privata, delle aree sottoposte a parcheggio a pagamento e di tutte le altre attività collaterali, in particolare sulla gestione vera e propria dei parchimetri. Con il ritiro delle somme di denaro. Evidenziando una mancanza di controllo da parte della Pubblica Amministrazione, che ne avrebbe ricevuto un danno di diverse decine di migliaia di euro. Ne sono nate anche delle interrogazioni di alcuni consiglieri comunali ed in particolare di Carmine Bernardo, come riferiscono le cronache pubblicate su quest’organo d’informazione a partire dal 2013 e 2014.

Il pubblico ministero, dopo aver acquisito le informazioni dalla Guardia di Finanza e dopo aver disposto l’interrogatorio di persone informate sui fatti, è giunto alla conclusione che non c’è mai stato reato in questa vicenda ischitana. Chiedendo l’archiviazione con la formula perché il fatto non sussiste al giudice per le indagini preliminari. Una richiesta che dovrà essere approfondita, rivalutata in camera di consiglio dinanzi al giudice per le indagini preliminari. Essendo giunte una serie di opposizioni dalle parti offese e anche dall’opposizione, che si era impegnata molto nel sostenere che c’erano state gravi irregolarità e che l’Amministrazione aveva ricevuto un danno economico. Su una storia che esplode con l’approvazione della delibera di giunta municipale n. 8 del 6.4.2013 in cui erano presenti i componenti che si sono ritrovati sottoposti ad indagini dalla Procura in compagnia del comandante dei vigili. Si contestava che era stata poi emessa una determina del comandante D’Amato che differenziava da quanto deliberato dalla Giunta per l’affidamento diretto alla società “SIS” per il noleggio di trentadue parchimetri per cinque mesi per una cifra di 39.680 euro, di soli 320 euro inferiore all’importo che consente l’affidamento diretto. Una scelta fatta di proposito? Di fatto acquisendo una delibera quasi identica che era stata approntata dal Comando dei vigili di Barano. Una coincidenza? Resta il fatto che le indagini “lamentavano” che per giugno, luglio ed agosto 2013 non era stato versato alcunché in favore del Comune, anzi la tesoreria comunale aveva dovuto anticipare delle risorse di cassa. Circostanza che non passava inosservata, tant’è che l’allora consigliere comunale Carmine Bernardo iniziava a “sparare” interrogazioni a raffica per chiedere chiarimenti, soprattutto se la “SIS” fosse stata autorizzata allo svuotamento dei parchimetri. In quanto risultava essere soltanto la società che li aveva noleggiati; mancanza di controllo sulle somme poi versate nelle casse comunali. Tutto questo provocava, inoltre, la quadruplicazione del costo per parcheggiare un’autovettura nelle strisce blu. Senza ottenere un aumento del gettito. Rimanendo tutto congelato e ciò creava dei dubbi.

Tutti questi aspetti hanno avuto un’attenzione massima in particolar modo dalla Guardia di Finanza che constatava che per il noleggio dei parchimetri era stata sborsata una cifra di poco inferiore a 40.000 euro. Forse avrebbero fatto meglio ad acquistarli senza passare per la società perugina? E questo è un altro aspetto sul quale c’è stata la valutazione del pubblico ministero. Rispetto poi all’appalto ritenuto lucroso per le strisce blu per la cifra che abbiamo riportato poc’anzi. Tanto da definire un affare lucroso con una sorta di intrecci.

Nella fase successiva emergeva che il Comune aveva incassato per la sosta a pagamento, mediante i famosi “grattini”, per l’anno 2012 90.511 euro e per il 2013, allorquando vennero installati i parchimetri, la somma di 136.905,89 euro nonostante che per quell’anno la tariffa oraria fosse stata maggiorata e per alcune zone quadruplicata. Per gli investigatori e per lo stesso Bernardo che la richiamava nell’interrogazione, il Comune avrebbe dovuto guadagnare molto di più, intorno ai 300.000 euro, e non ricevere un modesto aumento di 40.000 euro rispetto ai 90.511 del 2012. E chi aveva autorizzato la società a svuotare i parchimetri in mancanza di un atto deliberativo dell’Amministrazione comunale? Questo è un aspetto che comunque non ha inciso più di tanto nella scelta del magistrato inquirente che ne ha chiesto l’archiviazione.

In questa indagine compare un personaggio esterno all’Amministrazione d’Ischia. Si fa espresso riferimento non solo nel corpo delle indagini, ma anche nelle segnalazioni successive del consigliere di opposizione Bernardo, che individua una sorta di intreccio tra il sindaco d’Ischia, l’assessore Iannotta e Nicola Monti. Quest’ultimo è stato anche assessore comunale a Forio e ritenuto dallo stesso Bernardo riferimento locale della società “SIS”. Tutte circostanze che non hanno trovato riscontro negli accertamenti del pubblico ministero. Storia, attività amministrative comunali che ritorneranno nuovamente in auge durante la discussione in camera di consiglio dinanzi al gip, a cui spetterà il compito di confermare la richiesta di archiviazione o se imporre al pubblico ministero di eseguire nuove attività di indagini o costringerlo all’imputazione coatta per tutti o parte degli attuali indagati.

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