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mercoledì, Aprile 24, 2024

STORIA. La festa del Porto d’Ischia nel primo centenario

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Elena Mazzella | Auguri al nostro vulcanico porto che 165 anni or sono, il 17 settembre del 1854 per volontà di Federico II di Borbone, aprì il suo varco al mondo.

Per l’occasione vogliamo qui ricordare la grande festa celebrata in pompa magna nel 1954, anno in cui ricorreva il primo centenario, che ebbe inizio ufficialmente il 9 agosto e raccontata attraverso la cronaca del tempo. 

Con un corteo di vascelli borbonici, motovelieri, navi di piccolo tonnellaggio ed imbarcazioni leggere, si rievocò il momento in cui Re Ferdinando II di Borbone, a bordo della pirofregata Il Delfino insieme alla Reale Famiglia, varcò per la prima volta il porto tanto voluto.

Il quotidiano Il Tempo del 13 agosto 1954 così titola l’articolo che descrive l’evento:

“La fedelissima Ischia ha celebrato la ricorrenza del primo centenario dell’apertura del porto d’Ischia ricordando Ferdinando II di Borbone che nel 1853 ebbe la felice idea di trasformare in porto il laghetto di Villa dei Bagni d’Ischia”

La cerimonia ripropose fedelmente ciò che il “Giornale delle Due Sicilie” raccontò dell’apertura ufficiale del Porto borbonico avvenuto il 17 settembre del 1854 e che qui vi riproponiamo:

“Circa duecento legni pavesati a festa tra il rimbombo di artiglierie ed i concerti di bande musicali, entravano colla festiva solennità di una regata del porto novello, il Re, Ferdinando II di Borbone, colla sua real famiglia che da vari mesi soggiornava ad Ischia godevano di si delizioso spettacolo da un loggiato a bella posta costruito su di una collina a ponente dell’entrata del Porto”.

La cronaca dello storico avvenimento fu riportata da Cavalier Camillo Quaranta, nominato da Ferdinando II quale “Direttore Superiore della Direzione ed Amministrazione dei lavori del Nuovo Porto”. Con espressioni di esultanza verso l’impegno e la figura del sovrano, il Quaranta poneva l’attenzione sulla velocità della realizzazione di tale opera, che vide la conclusione in poco più di un anno dall’inizio dei lavori, avvenuti nel mese di agosto dell’anno precedente, 1853. Per la realizzazione dell’opera furono impiegati circa 300 detenuti per i lavori più generici, i quali ottennero sconti di pena con un indulto concesso dal Re, 11 mastri d’ascia per la realizzazione delle palizzate in legno stagionato e impeciato. I fratelli de Santo iniziarono i trasporti dei numerosi massi basaltici provenienti dalle Reali Petrerie del Granatello a Castellammare.

“Con sommo giubilo nelle ore pomeridiane di questo giorno (17 settembre 1854) alla presenza di S.M. il Re e la Real Famiglia sono stati accolti nel nuovo porto un considerevolissimo numero di barche e paranzelli di quest’isola non che di quella di Procida preceduti dalle lance di particolari servizio e dei Reali Legni, qui stanziati con grandissima pompa e salve Reali”.

Iniziava ufficialmente l’esistenza del porto d’Ischia, anche se i lavori di completamento continuarono per diversi anni con la costruzione del faro e del telegrafo elettromagnetico, contribuendo a sottrarre la popolazione isolana dal loro antico isolamento.

Cento anni più tardi, tutti i principali quotidiani nazionali, ritrovati a seguito delle nostre ricerche presso l’Emeroteca Premio Ischia Giuseppe Valentino, dedicarono ampio spazio alla celebrazione solenne del primo centenario del porto, che vide oltre un mese di festeggiamenti.

Sul quotidiano Paese Sera si anticipò l’apertura di tali celebrazioni, che avvennero ufficialmente il 9 agosto del 1954.

“Domani Ischia festeggerà solennemente la ricorrenza del primo centenario dell’apertura del Porto. Le feste avranno inizio con il corteo dei vascelli borbonici che partirà domattina dal ponte aragonese per raggiungere il porto salutato al passaggio da spari in continuazione. Il corteo vuole ricordare l’inaugurazione del porto avvenuta il 17 settembre 1854, alle ore 5 pomeridiane, in presenza della corte. Vi prenderanno parte vascelli di Amalfi, Sorrento e Forio. Nei festeggiamenti sono incluse la sfilata delle carrozzelle e delle cavalcature, precedute da una berlina reale, e una suggestiva fiaccolata di migliaia di torce a vento e bengala. Questa sera vi sarà l’apertura ufficiale dei festeggiamenti con l’apertura della mostra de Il Porto d’Ischia nell’Arte, resa possibile grazie all’interessamento del prof. Paolo Buchner”.

Fu una mostra di tutto rispetto, allestita presso i saloni delle Terme Comunali che ebbe notevole successo per la qualità e varietà delle opere presenti, circa 70, che illustravano nei vari aspetti il porto d’Ischia. Apprendiamo dalla cronaca del quotidiano Paese Sera, che dedicò uno speciale all’evento dal titolo “Il porto dell’Isola Verde attraverso l’arte di due secoli” a firma di Gina Formiggini, che la tela più antica presente alla mostra fu quella recante la firma di Hackert: l’artista tedesco nel 1789 divenne pittore ufficiale alla corte di Ferdinando IV, lasciando numerosi dipinti del Regno delle Due Sicilie. La sua tempra datata 1792, proveniente dalla Reggia di Caserta, fu esposta in primo piano nelle stanze del salone delle Terme, e raffigurava il tratto di costa ischitana su cui solo sessant’anni più tardi sarebbero sorte le prime attrezzature portuali dell’isola, offrendo un indiscusso valore storico e documentario, oltre che artistico. Furono presenti inoltre le opere del Gigante, Duclere e Mancini, Mormile, Cortiello, Cilibrizzi, Cacciapuoti, Arno. Anche un cospicuo gruppo di artisti ischitani partecipò con opere dedicate al porto, tra i quali Milena Buchner, Colucci, Luigi DeAngelis, Bargheer, Mario Mazzella, Funiciello, Mattera, Canestrini, Albano, Curci, Anastasio, Vezzuti, Pollio e Mascolo.

Dopo l’inaugurazione della sopracitata mostra, si diede inizio, il giorno seguente, all’apertura ufficiale dei festeggiamenti che venne descritta in modo minuzioso sul quotidiano Il Tempo datato 19 agosto 1954:

“In una festa di luci e colori, di suoni e di canti, è stato benedetto il ridente porto di Ischia dal parroco di S.Maria di Portosalvo, don Francesco Albano. La Madonna, tanto cara ai naviganti, posta su di un trono elevato sul motoveliero San Gennaro, cui seguivano il motoveliero San Giuseppe con la Statua del Santo di cui porta il nome, ed una lunga teoria di navi di piccolo tonnellaggio ed imbarcazioni leggere, è stata salutata durante la processione nelle acque del porto, dall’urlo festoso delle sirene delle navi e dalle voci di devozioni di una folla di popolo acclamante, dalle banchine, dalle case e dalle colline che formano, in uno con lo specchio d’acqua, l’ambiente eternamente festoso di questo unico fra i più ammirati grani dei rosario delle bellezze naturali del golfo partenopeo. Il culmine della cerimonia è stato raggiunto al momento della solenne benedizione.

Nel grande piazzale fra i pini, davanti ad un pubblico straordinariamente numeroso, si è ballata la ‘Ndrezzata a dieci coppie. Conduceva l’esecuzione il caporale Fiorenzo Di Iorio. La difficile danza isolana della spada si balla a coppie, che sono abitualmente dieci: dici i ballerini maschi in casacca rossa, e dieci le femmine in casacca verde (sostenuti ugualmente da uomini) che affrontano per circa un quarto d’ora un frequente susseguirsi di movimenti in continuo crescendo, mentre le filastrocche popolari, in tutto nove, accompagnano l’esecuzione.

Molti i vecchi che hanno pianto di gioia festeggiando il centesimo anno di vita del porto e per la commozione in essi provocata dall’affermazione da esso porto acquisita quale scalo marittimo di particolare importanza per via della sua singolare situazione geografica. In questi giorni trascorsi ha raggiunto quote mai toccate sin’ora, e per movimento di natanti, e quindi di merci e passeggeri, e per la sosta ed il transito di panfili battenti bandiere di tutte le nazionalità del mondo che gli danno la caratteristica ben definita di porto turistico.

Alla cerimonia hanno partecipato le maggiori personalità isolane riconoscendo nel porto la funzione di collegamento fra tutte le genti isolane operanti per il bene comune nel quadro della rinascita dell’isola”.

Isola d’Ischia significa indubbiamente molte cose: un verde lembo di mondo nel mare dalle colorazioni più belle, un nucleo di tradizioni antichissime fa le quali molto nota la ‘Ndrezzata, danza popolare caratteristica di Buonopane (piccola borgata di Barano).

Ma Ischia significa, soprattutto, simbolo di perenne giovinezza e di riposo benefico, per la verità ristoratrice e risanatrice delle sue molteplici acque acque termo-minerali, e grazie all’apertura del porto tutto ciò fu, e continua ad essere, a portata di mondo!

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