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sabato, Aprile 20, 2024

Stalking alla vicina a Serrara, la colpisce alla testa con una pietra

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Due donne contro, due vicine che forse non si amano. Luogo del litigio, il comune di Serrara Fontana. L’imputata ha un appartamento al piano superiore, mentre la presunta vittima in quello inferiore. Sarà stata la logistica a innescare i danni maggiori, come ella stessa ha raccontato nel lungo interrogatorio dinanzi al giudice per spiegare le ragioni che l’avevano costretta a presentare più denunce all’autorità giudiziaria.

Le accuse che vengono rivolte alla inquilina del piano di sopra sono di stalking e di lesioni, per essere stata la vittima colpita da un sasso mentre si trovava all’esterno della sua abitazione, che la ferì alla nuca. Perdendo l’equilibrio, cadendo a terra e rimanendo sotto choc per alcuni minuti prima dell’arrivo dei soccorritori.

Il processo si basa in questa prima fase sulle dichiarazioni della costituita parte civile, di colei che ha avuto per un lungo periodo un rapporto tumultuoso con la vicina ed incalzata dalle domande del pubblico ministero, del suo difensore e soprattutto del giudicante, ha chiarito alcuni aspetti della vicenda e soprattutto ha ricordato che «sputava in continuazione, buttava tutto di sotto. E questo accadeva tutti i giorni, diventando impossibile uscire fuori dall’appartamento. Dapprima si era incaponita affinché togliessi i vasi che avevo posto su un muretto che riteneva fosse di sua proprietà. Per quieto vivere acconsentii a questa richiesta e li posi in terra. Neanche questo gesto le era piaciuto, non andava bene».

E poi è passata a raccontare l’episodio che l’ha segnata: «Una mattina mentre spazzavo fuori casa si alzò il vento e nel raccogliere i rifiuti non ho capito più nulla. Sono caduta a terra ed ho capito di essere stata soccorsa e portata in ospedale e solo più tardi mi hanno raccontato che ero stata attinta da una pietra che la mia vicina di casa aveva lanciato. Una situazione che mi ha molto sconvolta, tant’è vero che per lo choc non volevo stare più sola e cercavo di avere contatti con altre persone che mi accompagnassero quando ero costretta ad uscire di casa. Quest’ultimo episodio non l’ha affatto calmata, anzi lei ha comunque continuato a minacciarmi. Dicendomi che mi avrebbe cacciato dalla casa. Non mi voleva più tra i suoi piedi. Fino a lanciarmi un’altra minaccia, promettendomi che mi avrebbe spezzato le gambe. Tutte queste frasi, questi episodi mi hanno costretta a cambiare letteralmente stile di vita.. A dover cambiare gli orari della mia giornata. Era diventata una vera e propria prigione».

Quest’ultima affermazione è forte ed ha trovato la massima attenzione del tribunale.

 

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