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sabato, Aprile 20, 2024

SPORCHE PULIZIE. Arriva la diffida contro l’appaltone da 3 milioni di euro per gli impianti sportivi

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Arriva la diffida contro l’appaltone da 3 milioni di euro: “procedura venga interrotta poiché illegittima, carente nei presupposti di fatto e di diritto e costituente un ingente danno erariale per il Comune di Forio ad oggi non ancora quantificabile»

Gaetano Di Meglio | Procura e Corte dei Conti sono stati chiamati a rispondere ai quesiti dei consiglieri comunali di Forio, che, giustamente, hanno quasi 3 milioni di motivi per accedere alle vie giudiziarie e chiedere agli enti preposti di fare luce sull’ultimo appalto, gustoso, del comune di Francesco Del Deo.
Una storia che i lettori de Il Dispari conoscono bene perché ne seguiamo l’iter fin dalla sua nascita e, facendo bene il nostro lavoro, abbiamo posto in evidenza quanto di strano ci fosse da un punto di vista sociale e civile. Oggi arriva una diffida dei consiglieri comunali. Unico atto a loro a disposizione oltre al consiglio comunale dove, però, una pessima presidenza e un atteggiamento arrogante punisce il dibattito, il confronto e la discussione.

C’è qualcosa di “sporco” secondo i consiglieri tanto da bloccare la gara. Leggiamo cosa.
I consiglieri comunali, in un corposo esposto mettono in chiaro tutto l’iter che ha portato alla gara milionaria. Il tutto parte con la delibera di Consiglio comunale del marzo 2015, quando il Comune di Forio approvava il “Regolamento comunale per l’affidamento e l’utilizzo degli impianti sportivi”. Il regolamento, tra l’altro, sancisce espressamente che “si intende realizzare, in ossequio al principio di sussidiarietà delineato dall’art. 118 della Costituzione, una gestione di servizi a valenza sociale con la collaborazione di soggetti quali associazioni, società sportive dilettantistiche che sono anche utilizzatori dei servizi, secondo una prospettiva di gestione che può definirsi “partecipata al fine di un pieno e positivo utilizzo del tempo libero”.
Lo stesso regolamento, all’art. 6 “forme di gestione” prevede che “gli impianti sportivi possono essere gestiti nelle seguenti forme: direttamente dall’Amministrazione, in economica, qualora gli impianti abbiano caratteristiche tali da non consentirne la gestione con altre modalità; mediante affidamento in gestione, in via preferenziale, a società sportive ed associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, discipline sportive associate, e federazioni sportive nazionali; mediante affidamento in gestione a soggetti diversi da quelli di cui al precedente punto b), aventi anche configurazione giuridica in forma imprenditoriale, solo in caso di esito infruttuoso delle procedure di selezione e comunque nel rispetto dei principi relativi alle medesime.”

Il focus della minoranza è puntuale.
«L’affidamento in gestione prevede che il soggetto individuato come gestore si faccia carico del rischio gestionale degli impianti sportivi, in tutto o in parte, inoltrando le tariffe approvate dall’amministrazione per l’uso di tali strutture…”. L’art. 8, invece, relativamente alla durata dell’affidamento stabilisce chiaramente che “l’affidamento decorre dalla stipula della convenzione e non potrà superare i cinque anni. È escluso il rinnovo taccio. Una diversa durata, da stabilirsi in relazione ad un eventuale intervento di manutenzione straordinaria e migliorativa necessaria alla struttura, non può superare i dieci anni”; a mente dell’art. 10 del Regolamento “l’affidamento comprende tutte le operazioni di manutenzione ordinaria, manutenzione programmata, pulizia ordinaria e programmata dell’intero complesso sportivo …”, inoltre, seguendo il dettato dell’art. 14 “sono a carico dell’affidatario tutti gli oneri compresi nel servizio di sorveglianza dell’intero complesso. In ogni caso, della mancata o carente sorveglianza risponde il gestore”.
Come dire a Forio la destra non sa quello che scrive la sinistra.
Come chiarito – attaccano ancora i consiglieri comunali -, il regolamento prevede che il gestore dei tre impianti sportivi comunali (Campo sportivo “Salvatore Calise”, Campo sportivo “San Leonardo”, Palazzetto dello sport di Via Casale), si faccia carico del rischio gestionale connesso all’impianto, pagando un corrispettivo al Comune di Forio nella misura delle tariffe orarie stabilite annualmente dall’Amministrazione.

Nei fatti, secondo lo schema della concessione pubblica, il gestore dell’impianto sportivo paga al Comune l’utilizzo del bene addossando su sé stesso tutti i relativi costi (ivi compresi quelli di manutenzione, gestione e pulizia) e percependo i ricavi della propria attività, di tal guisa il Comune non è onerato di alcun costo per siffatta gestione e ne ricava un profitto (seppur minimo). Nel rispetto del dettato regolamentare, il Comune di Forio, sin dalla sua approvazione, ha provveduto ad affidare annualmente la gestione degli impianti alle società sportive operanti sul territorio comunale dando atto della “volontà dell’Amministrazione di ottenere una conduzione economica degli impianti sportivi comunali con oneri progressivamente ridotti a carico dell’Amministrazione stessa in accordo all’art. 3 del Regolamento”.ù

Il 27 maggio del 2022, invece, lo stesso Comune ha deliberato di formulare apposito atto di indirizzo al fine di attivare il servizio di apertura e chiusura, sorveglianza e custodia nonché pulizia degli impianti sportivi e di dare mandato al capo del III settore di compiere tutti gli atti necessari a tale scopo attraverso indizione di apposita procedura ad evidenza pubblica con l’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità.
Tale provvedimento, reca quale espressa motivazione alla decisione dell’Amministrazione “che negli ultimi tempi si è riscontrato un incremento delle spese nonché dei costi relativi ai servizi sopra citati in virtù di numerosi e costanti atti vandalici”. Poche idee ma confuse.
Il responsabile del III settore stabiliva di “approvare il progetto esecutivo dei “Servizi Di Pulizia, Apertura E Chiusura, Sorveglianza E Custodia Degli Impianti Sportivi Del Comune Di Forio” redatto dall’Ing. Mauro Pizzuti Miragliuolo in qualità di progettista e composto dai seguenti elaborati, agli atti dell’Ufficio: R.1 Relazione generale; R.2 Elaborato contabile; R.3 Capitolato speciale d’appalto; R.4 Quadro tecnico economico”; quadro economico prevede un costo posto a base d’asta pari alla somma di euro 2.996.313,0.

Ma ora viene il bello perché, stando alle accuse dei consiglieri comunali, il Capitolato speciale d’appalto risulta totalmente generico.
L’accusa è chiara: “Non viene, difatti, specificato quali saranno i criteri di valutazione delle offerte, né stabilite le modalità di attribuzione del punteggio e la ponderazione degli elementi tecnici e di prezzo dei servizi offerti, altresì non viene fornita una planimetria degli impianti ove il servizio deve essere svolto al fine di rendere nota la metratura degli immobili (elemento imprescindibile per la formulazione di una offerta da parte degli operatori economici). Allo stato attuale, dunque, la lex specialis di gara è del tutto insufficiente, non permettendo di percepire concretamente quali sono le modalità di selezione dell’aggiudicatario”.

Ma i consiglieri vanno ancora di più nello specifico.
“L’intera procedura prevista dal Comune in indirizzo si manifesta immotivata ed in aperto contrasto col dettato del Regolamento di cui alla delibera di C.C. n. 7 del 25.03.2015; come ampiamente argomentato, il Regolamento de quo prevede che il servizio venga svolto preferibilmente da parte delle società sportive presenti sul territorio ed utilizzatrici delle strutture per un periodo massimo di cinque anni avendo cura di garantire una gestione pressoché a costo zero per il Comune. Ammettendo la gestione da parte di soggetti terzi solo in caso di impossibilità della gestione diretta da parte dell’Amministrazione o di concessione alle società sportive; nel caso in esame la procedura prevista al Comune di Forio vìola chiaramente il Regolamento comunale per l’affidamento e l’utilizzo degli impianti sportivi in quanto: si prevede l’affidamento dei soli servizi di pulizia, sorveglianza e custodia a soggetti terzi mediante lo svolgimento di una procedura di appalto a titolo oneroso per l’Ente con un costo previsto a base d’asta di euro 2.996.313,0. Il medesimo servizio oggi viene erogato dalle società sportive operanti sul territorio ed utilizzatrici dirette delle strutture senza alcun esborso per l’Amministrazione Comunale. Il Regolamento chiarisce che l’Amministrazione possa procedere all’individuazione di un soggetto terzo (operatore economico) solo qualora non sia stato possibile attribuire tali mansioni alle società sportive utilizzatrici delle strutture. Orbene, l’Amministrazione non si è premurata di fornire alcuna motivazione sul punto, prevedendo l’affidamento a privati in violazione dell’art. 6 del citato Regolamento comunale; il Regolamento prevede che la durata massima dell’affidamento possa essere di 5 anni e che siano esclusi rinnovi, al contrario la nuova procedura prevede che “L’appalto sarà di durata esennale (settantadue mesi) [6 anni] e decorrerà dalla data di sottoscrizione del verbale di inizio del servizio, con possibilità di proroga di anni uno.” (Relazione tecnica allegata alla determina del responsabile del III settore n. 889 del 23.06.2022); i menzionati atti Comunali non danno atto di concrete motivazioni per le quali (in assenza di alcuna modifica al Regolamento di riferimento e quindi nella sua piena vigenza), alcune mansioni attribuite alle società sportive utilizzatrici delle strutture debbano essere loro sottratte.

L’Amministrazione, difatti, fornisce un generico riferimento a presunti costi dovuti a numerosi e ripetuti atti vandalici che avrebbero interessato gli impianti sportivi. Ebbene, tale motivazione risulta contrastante col dettato regolamentare che pone – a mente del citato art. 10 – a carico delle società sportive utilizzatrici la responsabilità per eventuali danni alle strutture dovuti alla loro scarsa sorveglianza. La motivazione formulata dal Comune risulta ancor più fallace poiché non sorretta da alcuna prova o rendicontazione dei costi asseritamente sostenuti per le riparazioni agli atti vandalici subìti»

Ma l’opposizione foriana colpisce nella sostanza: “La procedura prevista dall’Amministrazione comunale determina un ingente danno erariale. In sostanza, in assenza di qualsivoglia concreta motivazione, l’Ente determina di attribuirsi il costo di un servizio ad oggi fornito dalle società sportive utilizzatrici delle strutture e già ricompreso nell’ambito della concessione degli impianti comunali; non viene altresì fornita alcuna concreta motivazione al monte ore utilizzato come base di calcolo per la determinazione del costo del servizio (pari ad euro 2.996.313,0), di portata esorbitante rispetto alla concreta attività richiesta ed oggi fornita a costo zero per il Comune da parte delle società sportive; anche a voler ritenere corretta (benché non provata) la motivazione Comunale che attribuisce tale scelta alla reiterazione di atti vandalici riguardanti le strutture sportive comunali, l’Amministrazione avrebbe dovuto fornire un report dei danni subiti, chiarire se tutte le strutture pubbliche siano state colpite da tali eventi ed eventualmente prevedere la divisione in lotti del servizio in modo da stabilire le necessità specifiche relative ad ognuno degli impianti con un conseguente abbattimento dei costi complessivi per l’Ente comunale”.

Tanto premesso, considerato e rilevato, i sottoscritti consiglieri comunali
L’attacco, inoltrato anche a Procura e Corte di Conti non ammette altra replica, stando alle motivazioni dei consiglieri: «che la procedura prevista dal Comune di Forio per l’affidamento dei “servizi di pulizia, apertura e chiusura, sorveglianza e custodia degli impianti sportivi” risulta illegittima, poiché contrastante col Regolamento comunale per l’affidamento e l’utilizzo degli impianti sportivi approvato con delibera di C.C. n. 7 del 25.03.2015, nonché con le disposizioni di cui al D. Lgs. 50/2016. La procedura de quo, inoltre, concretizza la fattispecie di responsabilità per danno erariale considerando che in maniera totalmente immotivata l’Amministrazione decide di affidare in appalto, ad un costo particolarmente oneroso, un servizio ad oggi già svolto dalle società sportive operanti sul territorio a costo pressoché pari a zero per l’Ente. In tal senso si è espressa la giurisprudenza contabile affermando che “Devono essere ritenute affette da colpa grave quelle evidenti e marcate trasgressioni degli obblighi di servizio o di regole di condotta, che siano “ex ante” ravvisabili e riconoscibili per dovere professionale d’ufficio, e che si materializzano nell’inosservanza del minimo di diligenza richiesto nel caso concreto ovvero in marchiana imperizia o in una irrazionale imprudenza … risultano realizzate tutte le condizioni per affermare la sussistenza della colpa grave, essendo evidente la violazione della regola di condotta consistente nell’evitare il dispendio di risorse pubbliche” (Corte dei Conti, Prima Sezione Centrale di Appello, sentenza n. 61 del 27 marzo 2020)»
La chiusura, come sempre, è con il botto: «Alla luce di quanto innanzi, dunque, i sottoscritti rivolgono formale» DIFFIDA alle Autorità in indirizzo, ciascuna per quanto di propria competenza, affinché la procedura in esame venga interrotta, poiché illegittima, carente nei presupposti di fatto e di diritto e costituente un ingente danno erariale per il Comune di Forio, ad oggi non ancora quantificabile.»

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