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giovedì, Aprile 25, 2024

Spadafora senza…Speranza: ancora un «No» al calcetto!

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Sembra una vera e propria commedia all’italiana, di quelle che, quando si trasformano in barzellette, all’estero le fanno proprie e nascono i cosiddetti “luoghi comuni” sull’italico modus vivendi. Quello appena trascorso, per centinaia di migliaia di amanti della partita di calcetto, era il giorno fatidico per il ritorno sul tappeto di erba artificiale, a distanza di oltre tre mesi e mezzo. Il 25 giugno, data attesa come una liberazione dal popolo pallonaro italiano, è passato ma nessuno può ancora indossare scarpette, pantaloncino e maglietta per sfidare gli amici. Dunque ancora un rinvio per la partitella tra amici, per far ripartire un simpatico torneo sospeso o per farne ripartire di altri, mettendo fine anche alle grandi difficoltà che stanno incontrando i gestori delle strutture (costretti a rinnovare costantemente gli impianti per stare al passo coi tempi).

Basta dare uno sguardo ai social per capire che la delusione scorre a fiumi. Delusione mista a rabbia perché la data del 25 giugno non è stata inventata dalla Federcalcio oppure suggerita dal Coni. E’ stato il governo stesso ad annunciarla, per poi fare dietro-front. Quando oltre due mesi fa titolammo “Chi di Speranza vive…” eravamo stati buoni profeti. All’interno della maggioranza di governo c’è chi si proietta in fughe in avanti e chi gli ricorda subito che il rischio di contagio è ancora possibile. Un balletto stucchevole che fa il paio con quello della ripresa del calcio professionistico. Ma in quel caso fu Spadafora l’artefice principale del tira e molla. Qui c’è lo zampino di un dicastero contro un altro. Quello della Salute “stoppa” quello delle Politiche Giovanili e dello Sport.

Chi ha stabilito che i tempi non sono ancora maturi per coloro che sognano di emulare le gesta di Mertens, Dybala, Lukaku o Dzeko? E’ stato il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) a dire «No» alla ripartenza dello sport di contatto. Resteranno dunque ancora fermi calcetto e in parte piscine, palestre e circoli sportivi in cui si fa attività dove il contatto è inevitabile. «In considerazione dell’attuale situazione epidemiologica nazionale con il persistente rischio di ripresa della trasmissione virale in cluster determinati da aggregazioni certe come negli sport da contatto», devono essere rispettate «le prescrizioni relative al distanziamento fisico e alla protezione individuale», scrive il CTS. Immediata la levata di scudi da parte del ministro Spadafora. La decisione del Comitato Tecnico Scientifico è stata contestata dal ministro dello Sport, che ha confermato il suo parere favorevole alle riaperture. Questo il punto di vista del ministro, pubblicato sulla propria pagina Facebook: «Sono riprese praticamente tutte le attività, i gruppi di amici si vedono e passano ore insieme, mangiando allo stesso tavolo, ma soprattutto abbiamo visto in ogni parte d’Italia persone giocare ad ogni tipo di sport nei parchi o sulle spiagge. Riprendere le attività dei centri sportivi, con le garanzie assicurate dal documento delle Regioni su sanificazione e mantenimento dei dati per i giorni necessari, aumenterebbe – io credo – la sicurezza per tutti. Non sono d’accordo con questo parere del cts, confermo il mio parere positivo e resto in attesa del parere del ministro Speranza».

«SI» ANCHE IN PUGLIA – Mentre andiamo in stampa, è attesa da parte del Ministero della Salute un’ordinanza concernente le decisioni del governo, la Regione Puglia apre al calcetto. Nel frattempo, dopo Sicilia e Abruzzo (con famoso, controverso e a dir poco bizzarro divieto di effettuare contrasti), anche la Puglia fa un passo avanti. Il governatore Michele Emiliano ha firmato un’ordinanza che consente lo svolgimento di sport di contatto a livello dilettantistico e amatoriale sul territorio regionale. «Il provvedimento è stato possibile grazie al basso rischio nell’andamento dell’epidemia nella nostra regione, come accertato dal dipartimento Promozione della Salute e confermato dall’ultimo report del responsabile del coordinamento emergenze epidemiologiche», scrive Emiliano. La Regione Puglia, quindi, anticipa il governo nazionale che, invece, ha ancora rinviato la ripresa delle attività sportive da contatto. Tra le misure di sicurezza da adottare nei centri sportivi, garantire la distanza di almeno un metro nelle docce e spogliatoi, uso obbligatorio della mascherina per tutti, tranne quando si gioca, e accesso a scaglioni.

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