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venerdì, Aprile 19, 2024

Spacca la dentiera a un ottantenne, processato

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I rapporti tra vicini restano alquanto tesi. L’imputato si avventa sulla vittima e lo minaccia di un male ingiusto, soprattutto che avrebbe picchiato lui e i suoi figli. Mettendo in atto i suoi propositi colpendo il “nemico” con calci e pugni al volto e al torace

 

Il vice procuratore onorario presso la Procura di Napoli ha firmato il decreto di citazione a giudizio nei confronti di Crescenzo Capuano, dopo una querela firmata da alcune vittime che erano state particolarmente ingiuriate ed anche minacciate per questioni legate ad un vicinato turbolento. Di aver inoltre provocato lesioni per essersi accanito con determinazione utilizzando pugni e calci all’indirizzo delle vittime e di aver gravemente danneggiato la dentiera di uno dei malcapitati. Una storia come tante, se non fosse legata a quest’ultimo particolare. Meritevole di essere raccontata nei dettagli al momento del processo che dovrà celebrarsi dinanzi al giudice. La Procura si è affrettata ad elencare nella stessa citazione anche i testi che intende ascoltare per giungere rapidamente – si spera – ad una definizione del caso. Si spera, proprio per le lungaggini che affliggono questi particolari reati che sono quasi sempre nella esclusiva competenza della giustizia onoraria. Non ravvisandosi nei comportamenti dell’imputato la minaccia aggravata o una lesione superiore al tetto stabilito dallo stesso codice.

Il Capuano risponde di una prima ipotesi di ingiuria e minacce. Due tipologie di reato che vengono assimilate in quanto facenti parte di un’unica condotta: «Perché, in più occasioni ed in esecuzione del medesimo disegno criminoso, offendeva l’onore e il decoro, nonché minacciava di un male ingiusto L.S., proferendo al suo indirizzo le seguenti espressioni: “Non ti metto le mani addosso perché sei un vecchio di merda. Me la prenderò con i tuoi figli”, fatto accaduto il 17 maggio del 2013; “Ti picchio anche a te e ai tuoi figli questo è quello che vi meritate”, fatto accaduto il 1 giugno 2013; “Uomo di merda, quello che dovevo fare ai tuoi figli lo faccio a te… non sei buono a niente, mannaggia la Madonna, mannaggia Gesù Cristo, ti devo uccidere”, fatto accaduto il 18 giugno del 2013 e nel contempo lo colpiva provocando lesioni di cui al capo seguente».

Ed ancora l’imputato risponde di lesioni personali: «Perché con calci e pugni colpiva ripetutamente al volto e al torace L.S. cagionando allo stesso lesioni personali come da referto medico dell’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno ove fu diagnosticato “trauma al torace…” in atti guaribili in giorni due».

Ed infine il reato più particolare, se così può essere definito, per danneggiamento: «Per aver provocato la rottura della protesi dentaria rendendola del tutto inservibile, di proprietà di L.S. a seguito dei colpi da quest’ultimo ricevuti».

Il pubblico ministero ha identificato ovviamente quale parte offesa la malcapitata vittima, anche lui residente a Forio, che non aveva particolari rapporti di buon vicinato con l’imputato. Su questa storia ovviamente c’è stata attività investigativa al fine di verificare quanto era stato denunciato nella querela ricca di episodi e di spunti che alla fine si sono dimostrati fondati anche in relazione alla documentazione medica depositata dalla parte. Ma è anche ricco il numero dei testimoni che dovranno comparire innanzi al giudice. Oltre a colui che si è visto frantumare la dentiera, soggetti che si sono trovati nel preciso momento dell’aggressione, a dimostrazione della determinazione con cui il Capuano si sarebbe avventato sul quasi ottantenne. Un’aggravante per essersela con una persona molto più anziana di lui? Questo spetterà al giudice stabilirlo in sentenza.

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