Francesco Ferrandino | La S.M.A. (Sistemi per la Meteorologia E L’Ambiente Campania Spa) vara un nuovo impegno per l’isola d’Ischia. Un impegno importante, come spiega Tommaso Sodano, presidente del Consiglio d’Amministrazione: «Siamo stati chiamati a dare il nostro contributo, e siamo stati presenti sin dalle prime ore successive alla tragedia del 26 novembre scorso per conto della Protezione civile», ha commentato Sodano. «Adesso inizia una nuova fase, molto complessa, costituita dalla pulizia degli alvei. Noi da lunedì saremo operativi sull’isola già con i nostri mezzi, per i primi interventi. Poi è chiaro che dovremmo per forza coinvolgere anche altri soggetti, perché ci sono le opere, operazioni altamente specialistiche che vanno compiute con imprese specializzate».
Infatti dall’elenco dei primi quindici interventi si evince che si tratta di opere cruciali per la messa in sicurezza. «Operiamo all’interno di un contesto di fragilità del territorio, e ciascun intervento esige il massimo dell’attenzione e della cura. È evidente che la nostra azione tiene conto delle indicazioni dei centri di competenza attivi sull’isola, ad esempio del mondo universitario e della ricerca che è stato coinvolto per quanto riguarda anche la tipologia di interventi che devono essere eseguiti per la per la messa in sicurezza del territorio. Noi siamo un soggetto attuatore, e le scelte di tipo strategico verranno fatte di concerto su autorizzazione, o comunque previa progettazione che dovrà essere condivisa con i centri di competenza, a partire dalla struttura commissariale che con la protezione civile e con le università coinvolte dovranno dare supporto nella scelta per quello che riguarda i primi interventi».
Si dovrebbe dunque cominciare lunedì, con un intervento relativamente “semplice”, ovviamente tra virgolette, riguardante la rimozione degli ostacoli anche nel centro cittadino per quanto riguarda alvei tombati e le ostruzioni riscontrate. Una ulteriore precisa problematica è quella del destino dei fanghi da rimuovere, e il suo eventuale riutilizzo: «Sul tema la discussione è aperta – spiega Sodano -. L’indicazione primaria è quella di utilizzare il più possibile il materiale in loco, e ridurre al massimo la considerazione di questo materiale come rifiuto. L’obiettivo primario è quello – come è scritto chiaramente anche nelle varie ordinanze – di lavorare molto per un’economia circolare, per la circolarità del materiale, quindi provare a recuperare il più possibile. È evidente che questo materiale dovrà dover trovare anche un impiego in altre opere che sono previste sull’isola. Naturalmente queste intenzioni andranno verificate sul campo, man mano che opereremo sul territorio, e potremo fornire tutti gli aggiornamenti man mano che si procede».
La questione sulla sicurezza, soprattutto in relazione all’ipotizzato potenziale cancerogeno del fango è parte di una polemica ormai superata, come precisa lo stesso presidente Sma: «Credo che ciò sia fuori discussione, viste tutte le attenzioni in campo, tutto ciò viene fatto con le analisi e con l’Arpac. Insomma, siamo all’interno di strutture pubbliche che operano con il massimo della cautela. Possiamo tranquillamente dire che tutto verrà fatto nel massimo rispetto delle condizioni ambientali, della sicurezza dei cittadini e sulle scelte sul destino finale. È chiaro che questo dipenderà molto dalle dalla capacità poi di mettere in campo progettualità per l’utilizzo di questo materiale». Dovranno essere eseguite anche alcune operazioni per consentire la declassificazione del fango, che adesso è un rifiuto non pericoloso, e che deve essere “trasformato” in materiale riutilizzabile: «I lotti di materiale saranno analizzati, e in base al tipo di risultati, si sceglierà la metodologia per il reimpiego. Diciamo che la stragrande maggioranza sembra recuperabile».