domenica, Novembre 3, 2024

Simonetta Calcaterra «Suolo pubblico, a casamicciola, e’ finita la pacchia»

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Arriva il ciclone Simonetta. E l’invito che rivolgo agli esercenti è quello di regolarizzare l’uso del suolo pubblico. Questo è un argomento che, forse, dopo la pandemia ha stentato a riprendere il suo andamento regolare

Ida Trofa | Il comune dei commissari prefettizi, si appresta a vivere una nuova parentesi di civilizzazione regolamentatoria. Quattro mesi o poco più dall’insediamento del commissario prefettizio, sette mesi ancora da gestire in attesa della scadenza elettorale che consegnerà, si spera, a Casamicciola Terme, una classe politica rinnovata. Intanto, sulle macerie del passato, il comune sta vivendo una minirivoluzione interna. In parte imposta dalle oggettive è difficoltà di un ente alle prese con molteplici criticità, la deriva anarchica, il lassismo istituzionale e l’uso della cosa pubblica come cosa privata. In parte obbligata dal depauperamento degli uffici pubblici e l’oggettiva carenza di organico in un comune, quasi del tutto, senza dipendenti. Poi ci si aggiunge la guerra trasversale e le denunce e il quadro e fatto.
Il punto sul caso Casamicciola con il commissario Prefettizio Calcaterra. L’incaricato del Prefetto ne ha per tutti e, dopo la rivoluzione ai vertici degli uffici ed alla segreteria, dopo il campo sportivo, lancia la sfida al suolo pubblico.
Regole, disciplina e pagamenti. Semplice no? Non proprio! Eppure è la norma ed è obbligatorio provarci. Il Ciclone Simonetta è alle porte… di bar, ristoranti, chioschi e chalet sul mare. Chi ci sta ci sta e chi non ci sta, può anche accomodarsi in un angolo. Intelligenti pauca (anche al Capricho).

Dottoressa Calcaterra, pochi mesi di attività, tanti mesi di governo che ancora le restano davanti. Ha già affrontato molteplici nodi, tra i tanti la revisione dei servizi e degli uffici. Una rivoluzione copernicana. Quali le esigenze che l’hanno spinto a questa scelta?
“Si arriva alla decisone di riorganizzare un ufficio dopo un periodo di esperienza e di rodaggio e si cerca di migliorare quei settori nei quali si capisce che c’è bisogno di un sostegno ed supporto particolare. Soprattutto quando si tratta di uffici nevralgici, servizi essenziali ai cittadini. Sono molteplici le esigenze. Quindi la ridisegnazione della pianta organica nasce dall’esigenza di migliorare i servizi, non disgiunta dalla necessità di far sì che l’ente possa avere un risparmio di spesa. Perché sappiamo che più sono le aree e più sono le posizioni organizzative che bisogna corrispondere ai responsabili e, poiché qui i responsabili sono pochi, tanto vale accorpare gli uffici, disegnando la pianta organica su quelle forze di cui il comune può disporre.
Poi, se si pensa che possa essere una rivoluzione il cambio di segretaria, in realtà è soltanto un sistema per provare a dare una nuova guida, un nuovo entusiasmo e un sistema lavorativo a dipendenti che hanno necessità seguire un’indicazione precisa, nuova, stimolante e, soprattutto, in linea e coerente con quelle che sono le aspettative del commissario”.

L’eleganza del Commissario Calcaterra emerge in tutta chiarezza quando decide di non fare riferimento, alcuno, alle vicende che hanno visto protagonista la dottoressa Li Pizzi e il disastro dei concorsi pubblici. Una questione calda che ora è dinanzi al TAR ma che, in verità, meriterebbe l’attenzione della Procura della Repubblica.

È anche vero, però, che ne ha appena cambiati due di segretari?
“Non si è trattato di un cambio. Aperta la procedura, la dottoressa Li Pizzi, vecchia segretaria, ha preso un periodo di ferie e in questo periodo scatta il segretario supplente che non è scelto. E’ un segretario che, comunque, anche se su indicazione del commissari, compre l’ufficio soltanto il tempo necessario per consentire al titolare, poi, di prendere servizio. Quindi è stato un cambio non determinato dalla scelta di mandare via anche il secondo segretario”

Nodo concorsi. Sicuramente ha ben presente tutto quanto accaduto attorno a questi due grandi concorsi che hanno visto Casamicciola Terme al centro di fatti anche gravi. In qualche modo, lei ha dovuto prendere contezza del fatto che due procedure selettive sono state annullate. Senza entrare nello specifico, una in un modo uno e una in un altro, bloccando, così, anche il rinnovo della forza lavoro
“Sì. Questo veramente è un grande macigno, perché nel momento in cui avvii una procedura concorsuale perché hai bisogno di riempire quel posto vacante, se non arrivi a questo obbiettivo è un fallimento che ha il suo peso. Purtroppo, sono due procedure che si sono concluse entrambe in maniera anche piuttosto animata. Su una ci sono dei ricorsi, sull’altra, insomma, cercheremo di capire come risolvere. Si perde tempo, l’amarezza e questa. E’ la perdita di tempo che si poteva invece risparmiare dotando l’ente di due figure infugibili come il referente finanziario e il capo dell’ufficio tecnico”.

Lei è abituata ad arrivare e a prendere le redini amministrative di comuni che si trovano in situazioni complesse. Magari per tanti altri motivi che certamente, speriamo, non investano la nostra realtà. Cosa è significato, invece, prendere per mano il Comune di Casamicciola Terme. Molteplici criticità, un terremoto da approfondire e da affrontare
“Sicuramente una complessità di altro genere. Qui non stiamo parlando di tessuti camorristici, né di problemi di criminalità, ma Casamicciola ha delle criticità forti, conosciute a livello nazionale. Quindi non è che il commissario ha scoperto cosa che non fossero già note. È un impegno che mi aspettavo di affrontare in questi termini, quando mi hanno conferito l’incarico. Quindi nessuna sorpresa”.

Cose note, cose meno note. Dopo lo sfruttamento razionale degli uffici, anche nell’elementare gestione del patrimonio pubblico è intervenuta in maniera decisa. Ad esempio, ha messo mano anche a “dossier” coperti da spessi strati di polvere e che hanno segnato un pò gli anni. Questo è stato per il campo sportivo
“E’ stato necessario intervenire, però, di tutti i problemi risolti, questo era il più semplice, perché bastava semplicemente un regolamento chiaro che stabilisse chi fa cosa, quando e cosa corrispondere. Infatti, insomma, con con molta serenità e molta tranquillità si è dato un colpo di spugna su quell’andamento un po’ confuso che ci stava e che c’è stato prima. Si è dato una disciplina chiara a quello che è l’utilizzo di un bene a disposizione di tutti”
Se questo è stato il più semplice, qual è stato il più complicato?
“Il più complicato deve ancora avvenire. Ci stiamo lavorando in questo momento ed è sicuramente il controllo sul territorio. E l’invito che rivolgo agli esercenti è quello di regolarizzare l’uso del suolo pubblico. Questo è un argomento che, forse, dopo la pandemia ha stentato a riprendere il suo andamento regolare. Quindi è opportuno che tutti gli esercenti, gli esercizi pubblici possano fare la domanda per ottenere le necessarie autorizzazioni di occupazione e lo sfruttamento di spazio pubblico, averle le autorizzazioni e pagare anche il dovuto. Non è semplice, ma ci si può arrivare”.

Ha attivato diverse collaborazioni per sopperire alle carenze intrinseche dell’ente, per dare un supporto ed un aiuto a quelli che sono gli uffici. È stata costretta anche a nominare un C come come dirigente, proprio perché mancano le figure apicali, c’è anche un grande lavoro che stanno facendo i subcommissari. Tutta questa parte esterna come si inserisce nella macchina amministrativa. Come la fa funzionare?
“Sicuramente gli uffici vanno rinforzati, alcune procedure vanno messe a punto per segmenti di attività un pò sconosciuti e quindi questo supporto esterno porterà un arricchimento professionale, indicherà, poi, quelle che sono le strade da seguire, le procedure corrette da mettere in campo e quando andranno via, sicuramente i dipendenti comunali che resteranno a lavorare presso questo ente, avranno imparato come fare e bene”.

Insomma, Casamicciola Terme è attesa ancora a gironi impegnativi di gestione commissariale. Un paese apparentemente atrofizzato, una giungla che spesso, all’occhio esterno appare una selva in cui mettere ordine a colpi di taglia erba piuttosto che di semplici elementari regole del vivere civile.

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