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martedì, Aprile 23, 2024

Silenzio sul Cisi. La diffida fa paura, Enzo corre ai ripari

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dalla Redazione | Evidentemente la diffida dei consiglieri comunali del gruppo consiliare “Ischia Cambia” e “Forza Italia”, trasmessa anche al prefetto di Napoli, ha spaventato Enzo Ferrandino. La mancata risposta all’interrogazione presentata il 9 marzo scorso sulla privatizzazione del Cisi e la successiva fusone con l’Evi, infatti, poteva costargli cara, avendo i consiglieri di opposizione paventato anche l’ipotesi di reato di rifiuto in atti d’ufficio. E così nella giornata di ieri il sindaco d’Ischia è corso ai ripari per evitare guai. Trasmettendo a Giustina Mattera, Antonio Mazzella, Domenico de Siano, Gianluca Trani, Ciro Cenatiempo e Antonello Sorrentino la risposta “confezionata” dal liquidatore unico del Cisi Pierluca Ghirelli, a cui Enzo aveva girato l’interrogazione. In cui vengono presi in considerazione tutti gli aspetti di questa operazione fin qui poco chiara, compresi la gestione dei serbatoi, il personale e la proprietà delle reti idriche. Situazioni che avranno implicazioni tali da poter influire sulle tariffe. E dunque la comunità isolana ha il diritto di esserne messa dettagliatamente al corrente.
Da notare che Ghirelli rassicura il sindaco scrivendo che con la memoria informativa trasmessa, a suo parere, «sarà concretamente possibile fugare molti dubbi». Chissà. Enzo Ferrandino e Ghirelli tentano di mettere una pezza in tutta fretta, in parole povere.

LA TRASFORMAZIONE IN SRL
E veniamo ai vari quesiti posti dai consiglieri di opposizione e alle risposte del liquidatore unico: «E’ vero che il CISI verrà trasformato in una Srl? E perché?
L’assemblea del CISI ha avviato un procedimento per trasformare il Consorzio in una società di capitali, come previsto dal Testo Unico degli Enti Locali (art. 115, Dlgs 267/2000), in un’ottica complessiva di risparmio. Questo è un atto necessario, da interpretarsi come una risposta data alla volontà del legislatore che, come è noto, impone la riduzione delle partecipazioni degli enti locali nelle società e negli organismi associativi a qualsiasi titolo partecipati dall’ente stesso.
La scelta della forma giuridica di “società a responsabilità limitata” (Srl) consentirà la futura fusione con l’EVI spa, eliminando un soggetto giuridico, così da avere un unico soggetto che gestisca il Servizio Idrico Integrato in bonis: la somma dei patrimoni del CISI e dell’EVI avrà, infatti, un risultato algebrico positivo.
Per divenire operativa dovrà comunque ricevere l’assenso dei consigli comunali dei Comuni dell’isola d’Ischia, ai sensi dell’art. 42, comma 2, lettere c) ed e) del Testo Unico sugli enti locali.
In prospettiva, superando l’attuale condizione di soggetto gestore in liquidazione, questa scelta andrà a rafforzare la possibilità che ad Ischia si arrivi alla situazione ottimale che sia un’azienda locale a gestire in autonomia il Servizio Idrico Integrato, confermando lo status di soggetto gestore straordinario, o come unità operativa di un soggetto unico consortile mettendo così al sicuro il territorio isolano dall’irruzione di gestori terzi, con tutto il carico di incognite che ne conseguirebbe, sia in termini di efficienza che occupazionali.
L’urgenza di conseguire la revoca dello stato di liquidazione del soggetto gestore del servizio idrico ad Ischia e stata recentemente riaffermata nel corso della riunione tenutasi presso la vicepresidenza della Regione Campania alla presenza del Commissario Dr. Prof. Rolle, il 13.04.2018.
In tale sede i rappresentanti dell’ATO hanno evidenziato la necessità che la EVI SpA possa, seppur in misura modesta, concorrere al finanziamento delle opere in corso di progettazione. Si tratta di opere volte alla razionalizzazione degli impianti di collettamento, oggi prevalentemente misti, e alla realizzazione di nuove e giù efficienti condotte sottomarine, condizioni preliminari per la costruzione dei depuratori. Il finanziamento di tali opere non trova copertura nei fondi destinati alla realizzazione dei depuratori ed il Commissario Rolle, di concerto con l’ATO, si è fatto carico di ricercare possibili alternative fonti di finanziamento. In tale contesto la possibilità per l’EVI di concorrere in quota parte alla copertura dei costi appare come condizione necessaria.
Con la revoca dello stato di liquidazione, l’accesso a mutui agevolati o ad ipotesi di cofinanziamento per concorrere alla realizzazione di tali opere sarà infine possibile.

LA GESTIONE DEI SERBATOI E IL PERSONALE
2) E’ vero che l’EVI prenderà in gestione i serbatoi della Regione?
Premesso che, nella prospettiva del soggetto gestore unico, è necessario dare attuazione al dettato normativo previsto dal combinato disposto dall’art. 153 del Dlgs 152/2006 (cosiddetto Testo Unico sull’Ambiente) e dall’art. 23 della legge regionale campana n. 15/2015, che prevede la riunione sotto la direzione del soggetto gestore di tutti gli impianti e di tutto il personale del SII, si rappresenta che la Regione Carnpania ha già formulato una richiesta informale in questo senso.
Del resto, questa situazione diventerà comunque obbligatoria nel momento in cui verrà individuato il gestore unico; se l’attuale gestore per l’isola d’Ischia, l’EVI spa, si porrà come soggetto pro tempore, titolare della gestione di tutti gli impianti, si rafforzerà de facto la possibilità che gli venga riconosciuto lo status di soggetto autonomo, considerata la particolare situazione gestionale e geografica costituita dalla condizione di insularità.
3) Se si, quale personale verrà utilizzato per la gestione dei serbatoi?
4) E’ vero che l’EVI assorbirà il personale ex Casmez?
Alle domande 3 e 4 può essere fornita una risposta unica. Date le premesse normative contenute nelle risposte ai quesiti n. 1 e 2, discende che l’impiantistica ed il servizio potrebbero essere gestiti dall’attuale personale in forza all’EVl ed al CISI, a cui, nel caso, si dovrà necessariamente aggiungere il personale della ditta che, attualmente, lavora sull’isola per conto della Regione Campania. L’eventuale assorbimento di queste risorse umane consentirà una più efficace gestione e razionalizzazione del servizio, in previsione della necessità di sopperire a cessazioni di rapporti lavorativi, per sopravvenuta quiescenza, di diversi dipendenti dell’EVI.
5) A tutt’oggi dalla visura camerale si evince che il personale è di 44 unità a fronte di 76 unità fino all’anno 2015… Perché?
Come si evince da documenti ufficiali dell’EVI, come la nota integrativa al bilancio al 31.12.2016 (la più recente approvata), i dipendenti dell’EVI spa sono 77.
Tuttavia l’INPS, rispondendo ad una propria impostazione interna di lavoro, li conteggia separatamente dai dipendenti provenienti dalla gestione Inpdap, per cui ne risultano 44; ma se si considerano gli ex Inpdap (oggi pure confluiti nell’INPS), torniamo al corretto numero di 77.
Nonostante le segnalazioni in merito fatte dalla stessa EVI spa, il dato che compare nelle visure alla Camera di Commercio continua ad essere, evidentemente, incompleto.

LA PROPRIETA’ DELLE RETI IDRICHE
6) Se il CISI diventa privato, diventano privati anche gli impianti e le reti idriche?
Assolutamente no. La proprietà delle reti e degli impianti resta sempre pubblica, appartenendo al Demanio, come chiarito e ribadito dal Testo Unico sull’Ambientc agli articoli 143 e 153, venendo essi solo “concessi” al Gestore. L’art. 143, infatti, così recita: “Gli acquedotti, le fognature, gli impianti di depurazione e le altre infrastrutture idriche di proprietà pubblica (…) fanno parte del Demanio (…) e sono inalienabili”; l’art. 153 afferma: “Le infrastrutture idriche di proprietà degli enti locali ai sensi dell’articolo 143 sono affidate in concessione d’uso gratuita, per tutta la durata della gestione, al gestore del servizio idrico integrato, il quale ne assume i relativi oneri nei termini previsti dalla convenzione e dal relativo disciplinare.
Inoltre, la Corte Costituzionale negli ultimi anni ha più volte chiarito, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la proprietà delle infrastrutture idriche, se create dall’intervento pubblico, deve restare pubblica: si fa qui riferimento alle sentenze n. 273 del 20 luglio 2010, n. 325 del 3 novembre 2010 e n. 320 del 25 novembre 2011. Tutte contengono e ribadiscono il principio secondo cui, come si afferma nella sentenza n. 273/2010, “non viene in rilievo la contrapposizione tra lo Stato, proprietario del bene, ed i privati, ma l’integrazione tra pubblico e privato, nel quadro della regolazione programmata e controllata dell’uso dell’acqua, che costituisce bene di tutti” e delle infiastrutture a questo uso connesse. Giova sottolineare come il CISI non sia mai divenuto proprietario delle reti idriche: in effetti le reti non figurano nel patrimonio CISI e, difatto, dopo la trasformazione societaria, torneranno nella piena disponibilità dei Comuni di Ischia con un criterio di pertinenza territoriale. Le sole opere di proprietà del CISI, manufatti di supporto alle reti, che perverranno alla nuova SrL, sono quelle realizzate solo recentemente e per le quali il CISI ha in corso il pagamento dei relativi mutui (nei quali subentrerà la costituenda SrL), non essendo altrimenti ipotizzabile il trasferimento del debito separatamente dal trasferimento nel patrimonio delle relative opere»

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