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mercoledì, Aprile 24, 2024

Siccità, in molte regioni manca l’acqua. A Ischia continua la crisi

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Governo decreta stato d’emergenza. La Coldiretti lancia il grido d’allarme

 

Ida Trofa | Con l’emergenza caldo si fa sentire ancora più pesante il disagio della crisi idrica che sta attanagliando lo stivale. Da nord a sud, l’Italia sta facendo i conti con la furia dell’anticiclone, il vento caldo che soffia dal deserto algerino-tunisino, e la siccità. Dopo un inverno poco piovoso, in cui anche la neve ha tardato a far visita, le risorse idriche stanno ora soffrendo. A rischio sono i raccolti, il bestiame, ma anche la vita quotidiana. A Roma la sindaca Virginia Raggi ha stabilito che l’acqua comunale deve essere usata solo per servizi strettamente personali. Mentre il Governo ha dichiarato lo stato d’emergenza anche in vista dell’afflusso turistico con conseguenti maggiori richieste per le province di Parma e Piacenza, stanziando otto milioni e 650 mila euro per far fronte alla crisi. Il caldo record previsto per i prossimi giorni, poi, non lascia ben sperare.

Le conseguenze, i disagi provocati dalla mancanza d’acqua si fanno però sentire sia in campagna che in città.  Per la produzione Coldiretti ha già lanciato l’allarme: “sono a rischio ortaggi, frutta, cereali, pomodoro, ma anche girasoli e vigneti, il fieno per l’alimentazione degli animali e la produzione di latte per i grandi formaggi”.

Così, ai tavoli delle Regioni, si cercano soluzioni per tutelare contadini e allevatori dai possibili danni economici.

Ad Ischia l’appello dell’EVI è costante: “L’isola d’Ischia sta attualmente ricevendo dalla Regione, attraverso le condotte sottomarine, circa 28 mila metri cubi d’acqua al giorno, a fronte di un fabbisogno che ne necessiterebbe di almeno 35.

I dipendenti regionali proseguono ad effettuare chiusure orarie, non solo notturne, dei serbatoi isolani di propria competenza, per tentare di recuperare il più possibile i livelli di accumulo.

Si è proceduto alla totale mobilitazione del personale, anche attraverso lo svolgimento di lavoro straordinario, per effettuare turnazioni e manovre che vengono dinamicamente modificate di giorno in giorno, anche di domenica, a seconda dei volumi in arrivo e delle zone che vanno in criticità. Autorizzato, anche l’orario multiperiodale, cioè l’aumento delle ore lavorative e la copertura dei pomeriggi e del sabato”

 

Pericolo incendi.

Terra e vegatazione secche innescano un altro problema: quello del rischio incendi, soprattutto nelle zone boschive. In Piemonte l’Arpa ha disposto da oggi lo stato di massima pericolosità su tutto il territorio della regione. Ma a patire il problema non è la sola. In lista le regioni sono tante, tra tutte anche Lazio e Toscana. L’estate 2017 rischia di essere critica anche perché, ha spiegato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, “ben sei Regioni non hanno ancora mezzi aerei da utilizzare per spegnere le fiamme”: Basilicata, Molise, Abruzzo, Marche e Umbria hanno dichiarato di non avere a disposizione alcun mezzo aereo per intervenire in caso di roghi particolarmente impegnativi.

Oltre l’Italia.  Secondo la Coldiretti all’appello mancherebbero circa 20 miliardi di metri cubi d’acqua, un volume praticamente pari all’intero lago di Como. E in base ai dati diffusi dal Noaa, il National Climatic Data Centre, si capisce che il problema non è solo italiano. A livello planetario, la temperatura media registrata sulla superficie della terra e degli oceani è stata la seconda più elevata mai registrata, addirittura superiore di 0,29 gradi rispetto a quella del ventesimo secolo.

“Un problema da non sottovalutare”, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. L’acqua è un bene prezioso: prima di combattere per il petrolio, l’uomo combatteva – e continua a farlo – per accaparrarsi le risorse idriche. Se un terreno è arido non dà vita, costringe le persone a spostarsi e a ingrossare i numeri di quella che l’Oim ha definito “migrazione ambientale”.

 

SOS CAMPANIA

La situazione della siccità in Campania si sta ancora delineando, ma il trend è in negativo, come negli ultimi due anni. Sulla regione ha piovuto sempre meno, soprattutto nel periodo tra ottobre e marzo, quello cioè che serve alla ricarica delle falde acquifere che nutrono il sistema idrico regionale. L’allarme preoccupa. Le strutture deputate dell’assessorato all’ambiente della Regione avrebbe già dovuto  fornire una mappatura completa delle situazioni di possibile crisi, aggregando i dati pluviometrici e comparandoli a quelli delle stagioni precedenti. Un lavoro annunciato già per i giorni scorsi ma non ancora definito. Gli organismi ufficiali anticipano ciò che già tutti sanno. Ovvero che i bacini, soprattutto quelli di acqua potabile, potrebbero registrare delle criticità. L’allarme in realtà è stato lanciato anche da Legambiente Campania che ha scritto nei giorni scorsi alla Regione affinché dia indirizzi ai sindaci ad emanare ordinanze di razionalizzazione dell’uso dell’acqua e a fare appello ai cittadini a evitare gli sprechi, predisponendo anche già un servizio di autobotti.

In Campania, in sofferenza sicuramente c’è e ci  sarà Ischia, Procida ed il Cilento, soprattutto la larga fascia dei comuni costieri che ha già difficoltà di approvvigionamento idrico per problemi legati alla quasi inesistenza di fonti autoctone e che durante l’estate vede aumentare e di molto la popolazione residente. Problema identico a quello di Ischia e Capri le cui fonti sopratutto nel primo caso sono usate per tutt’altro. Per quanto riguarda la Campania c’è anche una parte del Beneventano e della provincia di Caserta dove l’acqua potrebbe mancare mentre a Salerno, stando ai dati e alle note diffuse dalla Coldiretti, la situazione è più che critica .

“Brucia la provincia di Salerno, stretta nella morsa del caldo e della siccità” è scritto in un nota dell’organizzazione agricola pervenuta ieri, 14 giugno 2017- “Compromesse le produzioni ortofrutticole, gli allevamenti di bovini e la produzione di latte, formaggi e mozzarelle“.

Ad incidere sulla situazione irrigua della piana del Sele – oltre una stagione particolarmente siccitosa – è l’ampio prelievo di acque che avviene alle sorgenti del fiume Sele e del suo principale affluente, il Calore Salernitano: tra Caposele, Cassano Irpino e Montella l’acquedotto pugliese preleva annualmente oltre 143,9 milioni di metri cubi d’acqua, per una sottrazione di portata ai due fiumi di ben 4565 litri al secondo.

La Puglia attinge dalla Campania – e solo dallo schema idrico Sele-Calore – il 28,5% delle proprie risorse idriche. E Aqp in Puglia oggi non solo gestisce l’approvvigionamento idropotabile, ma è anche fornitore e regista tecnico degli schemi irrigui dei Consorzi di bonifica e irrigazione della regione.

“La situazione è gravissima“ – spiega il direttore della Coldiretti Salerno Enzo Tropiano – registriamo temperature in anticipo di oltre un mese e mezzo, siamo senza piogge da mesi ed è previsto un rialzo delle temperature. “.

L’appello è di ottimizzare le risorse idriche, evitare sprechi, e limitare il consumo di acqua.

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