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sabato, Aprile 20, 2024

Si chiamano “rave”. E sono pericolosi. Di Sandra Malatesta

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Come mamma e nonna sto da due giorni a chiedermi se questo decreto sui rave party e sui raduni, fosse il caso di farlo come una delle prime decisioni che ha preso il governo guidato da Meloni e che sarà sicuramente rivisto con modifiche da apportare per eliminare i punti che lo rendono illiberale, almeno secondo me. E mentre mi dico di sì perché mi hanno sempre fatto tanta paura i rave, poi vado in ansia se dovessero seguire decisioni sempre più limitanti in ogni senso? I giovani, non tutti però, si ribelleranno faranno manifestazioni contro questo decreto e io ci resto male perché amo i giovani da quando ero giovane anche io e non sono una bacchettona che perché sta invecchiando dimentica di esserlo stata.

So da anni cosa succede in questi raduni chiamati Rave perché ho seguito varie generazioni che ci andavano. Il giorno dopo, in quelle aree, non si capiva niente sembrava ci fosse stata una guerra. Un giovane mi disse: “Prof un mio amico si è calato non so quante pasticche” Calato? “Si prof vuol dire che ha ingoiato tante pasticche, così se vi dico “Quello fuma” vuol dire che incarta spinelli, se vi dico: “Quello si fa” vuol dire che si inietta eroina.”

Io ho sempre avuto un rapporto bello e di fiducia con i miei alunni che, crescendo, venivano spesso nel pomeriggio a parlare con me. Il guaio è che noi mamme siamo considerate nemiche in quegli anni della ribellione, e con noi i figli non parlano, preferiscono magari parlare con altri non della famiglia.
Io e come me tante mamme, ci abbiamo sofferto, e spesso mi dicevo che se però i nostri figli parlavano con persone che li avrebbero fatti ragionare, saremmo state fortunate. Ma non è successo a tutte noi mamme questo.
Ricordo che avevo aiutato e seguito un mio ex alunno che veniva spesso da me quando stava cominciando a fumare canne e a non studiare. Lui poi riuscì a smettere e riprese a studiare e oggi è un uomo laureato e affermato. Un giorno gli chiesi: “Ma perché con te ci sono riuscita e magari con chi mi è vicino non ci riesco?” E lui: “Perché non siete mia madre prof.”
Detto questo, io, che da sempre sono stata di sinistra moderata, oggi dico che troppa libertà fa male e che in questi Rave sono morti tanti giovani. Allora sono contenta se si fa qualcosa per evitare morti e giorni in cui per riprendersi alcuni giovani dormono per ore e ore. Ma allora dobbiamo togliere libertà? No invece, dobbiamo insegnare la libertà che non vuol dire fare quello che si vuole, ma rispetto di sé stessi e di chi è importante per sé stessi.

Libertà nel volersi bene, magari nel crescere vivendo in modo e in tempo giusto le varie tappe. Affermare il proprio carattere parlando e dicendo la propria, ma che cosa triste invece la ribellione totale e il volersi fare male in tanti modi pensando che così si diventa più indipendenti e magari un mito da imitare. Vorrei che da questo momento il governo non dimenticasse le battaglie sociali per il divorzio, l’aborto, l’assistenza a una donna che decide di dare il figlio in adozione invece che abbandonarlo per strada, e lasciasse che tutti decidessero con la propria coscienza.
Se uno è contrario all’aborto non lo fa ma non deve impedire a chi è magari disperata di farlo. Io sono per la difesa della vita, ma so che proibendo non si è mai ottenuto niente di buono.

Ero ragazza quando una mia amica universitaria al primo anno come me, si ritrovò incinta. Il terrore di dirlo alla famiglia la spinse a un aborto clandestino fatto senza precauzione o strumenti sterilizzati. Dopo quattro giorni febbre altissima e rischiò di morire di setticemia.
Chiedo ai giovani di organizzare per divertirsi feste belle con musiche con voglia di stare insieme, magari con un bel bicchiere di birra o una sigaretta che a quell’età spesso aiuta chi si sente timido, ma vi prego eliminate questi raduni da sballo totale, magari in proprietà private che vi distruggono per ore. E così ora vorrei che si facesse sul serio passando a dare una mano alla popolazione italiana che è più povera e che si ritrova con problemi più grandi da risolvere.
Forse questo non doveva essere il primo argomento su cui decidere, ma io sto riflettendo e vorrei che tanti lo facessero.

Diamo una mano anche a questi ragazzi che se sentono il bisogno di sballarsi è perché forse abbiamo dato loro tutto. Non dobbiamo dare tutto ai figli e lo dice una che spesso si è messa in discussione, dobbiamo lasciare loro lo spazio per pensare a come avere quello che vorrebbero avere. Se trovano tutto e subito non hanno più la voglia di pensare e di sognare. Ho scritto dopo aver seguito tante discussioni in TV e tanti giovani a confronto e tra uno sballo che mi potrebbe far morire e una festa con gli amici senza pasticche o altro io non ci penserei due volte, sceglierei la festa con gli amici. Ma non ora anche da ragazza, sarà perché la mia generazione non ha avuto tutto?

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