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venerdì, Aprile 19, 2024

Serrara Fontana. Dipendente ingiustamente accusato, Caruso rimborsa le spese legali

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Era stato denunciato per rifiuto in atti d’ufficio e abuso d’ufficio. Liquidati circa 2.000 euro

Come dispone la normativa in materia, i dipendenti degli Enti locali che si siano ritrovati coinvolti in procedimenti giudiziari per motivi di servizio, in caso di assoluzione o archiviazione definitiva hanno diritto al rimborso delle spese legali sostenute da parte dell’Ente di appartenenza.

Anche sull’isola sono diversi i casi di dipendenti comunali che hanno richiesto e ottenuto tale rimborso. Nel caso specifico, è stato il Comune di Serrara Fontana a dover provvedere, con apposita delibera di Giunta approvata su proposta del sindaco Rosario Caruso.

Come riportato in delibera, il dipendente in questione ha trasmesso la documentazione relativa al procedimento penale originato da una denuncia per rifiuto di atti d’ufficio e abuso d’ufficio. Il procedimento però si è definitivamente concluso con l’archiviazione e il contestuale rigetto dell’opposizione all’archiviazione emessa dal gip del tribunale di Napoli Francesco Cananzi. Con la motivazione della mancanza sia dell’elemento oggettivo che soggettivo in ordine ai reati ascritti. Di qui la richiesta del rimborso delle spese sostenute, in particolare la parcella dell’avvocato.

La delibera in proposito ricorda quanto previsto appunto dalla normativa vigente, ovvero che «l’Ente, nella tutela dei propri diritti ed interessi, assicura l’assistenza in sede processuale ai dipendenti che si trovino implicati, in conseguenza di fatti ed atti connessi all’espletamento del servizio ed all’adempimento dei compiti d’ufficio, in procedimenti di responsabilità civile o penale, in ogni stato e grado del giudizio, purché non ci sia conflitto d’interessi».

Disciplina che si applica, peraltro, sia ai dipendenti che agli stessi amministrazione, rispondendo all’esigenza «di evitare che un dipendente o amministratore di un Ente pubblico, chiamato ingiustamente a rispondere di presunte attività illecite nell’espletamento dei compiti d’ufficio, debba sopportare il peso economico del processo».

Ovviamente, per accollarsi le spese di difesa, il Comune deve valutare l’esistenza dei requisiti prescritti dalla stessa norma: «la necessità di tutelare i propri diritti ed interessi nonché la propria immagine; l’accertamento della diretta connessione del contenzioso processuale alla carica espletata o all’ufficio rivestito dal pubblico funzionario; l’assenza di qualsivoglia conflitto di interessi tra gli atti compiuti dal funzionario e l’Ente; una sentenza di assoluzione, che abbia accertato l’insussistenza dell’elemento psicologico del dolo o della colpa grave».

Sussistendo queste condizioni, il Comune è tenuto al rimborso anche per tutelare la propria immagine ed evitare ulteriori danni patrimoniali.

In presenza di un’archiviazione «con ampia formula liberatoria e per l’insussistenza sia dell’elemento materiale che psicologico del reato», la Giunta ha dato via al rimborso delle spese legali sostenute dal dipendente, nella misura di 2.000 euro oltre Iva, Cpa e spese generali.

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