Paolo Mosè | L’arresto di un incensurato di 20 anni di Lacco Ameno rientra in una indagine internazionale per la commercializzazione delle sostanze stupefacenti. Un utilizzo particolare che avrebbe consentito a molti appassionati di droghe leggere e quelle più pesanti di ricevere a casa, senza alcun ostacolo, ciò che era stato ordinato.
Il ventenne T.T. è stato sorpreso in possesso di 300 grammi tra hashish e marijuana e nella sua abitazione è stato rinvenuto tutto l’occorrente per confezionare le dosi. Oltre alla droga è stata sequestrata una somma di 3.100 euro che per gli inquirenti è il frutto dello spaccio che sarebbe stato posto in essere.
L’INDAGINE CONTINUA. E’ stato particolarmente complesso il lavoro del difensore di fiducia, l’avv. Antonio Trani, per convincere il pubblico ministero a concedere il parere favorevole al patteggiamento. Proprio in relazione alla specificità dell’inchiesta, che è tuttora in corso e che secondo i ben informati coinvolgerebbe personaggi di “calibro” che detengono le fila dell’organizzazione. Che a quanto pare ha il suo epicentro nella città di Malaga in Spagna.
Ed i pacchi con la droga venivano recapitati da un corriere importante che opera nel mercato europeo, che non era affatto a conoscenza del contenuto. Tutto veniva camuffato dietro ai soliti acquisti che vengono fatti quotidianamente collegandosi in rete. Operazioni che venivano perfezionate nel pagamento con delle carte di credito prepagate. Nella facciata operazioni regolari come tante altre. Non per la squadra di polizia giudiziaria che ha operato in questa occasione. molto probabilmente l’indagine si avvale del supporto delle intercettazioni telefoniche, in quanto di soggetti isolani coinvolti non c’è il solo ventenne. Come raccontano nel verbale di arresto, gli inquirenti scrivono al pubblico ministero di aver sorpreso a Forio due giovani che si erano recati dal corriere per recuperare il famoso pacco proveniente dalla città di Malaga in Spagna. Loro riferiscono di non essere affatto a conoscenza di ciò che fosse contenuto. La dimostrazione è che quel pacco era indirizzato proprio al giovanotto arrestato, T.T., che secondo gli accertamenti eseguiti non era la prima volta che utilizzava questo canale sicuro per portare a compimento le sue performance “extralavorative”. In quanto lavora in un’azienda alimentare che lo ritiene tra l’altro un efficiente dipendente.
Una volta recuperato il pacco e identificati i due giovanotti, gli inquirenti si sono recati speditamente presso l’abitazione del sospettato. Eseguendo un’accurata perquisizione che ha dato i suoi frutti. All’interno sono state trovate due confezioni di hashish e marijuana per circa 200 grammi più un bilancino di precisione, un coltello annerito che serviva per tagliare il “fumo”, più alcune dosi già termosaldate nelle solite bustine di plastica, più la somma di 3.100 euro. Elementi più che sufficienti per ritenere la sussistenza della ipotesi di reato di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti. In piena sintonia con il sostituto procuratore della Repubblica di turno agli affari penali, che nella giornata di sabato scorso dispose gli arresti domiciliari in attesa del processo con rito per direttissima. Mentre i presunti compari sono stati denunciati a piede libero e comunque anche segnalati al prefetto quali potenziali assuntori delle cosiddette droghe leggere.
IL PATTEGGIAMENTO. Il processo che si è concluso con il patteggiamento non affatto facile per l’avv. Antonio Trani si è chiuso con un anno e otto mesi di reclusione e 3.000 euro di multa. Lo stesso giovane all’udienza di convalida ha preso la parola per spiegare i motivi del perché si era messo in comunicazione con una società presente nella città di Malaga. Spiegando soprattutto che tutto ciò che è stato sequestrato serviva innanzitutto per le sue esigenze quotidiane. Dichiarandosi un costante e affezionato consumatore di spinelli. Al fine di ribadire che non vi era alcuna colleganza con l’attività illecita prospettata dalla pubblica accusa. Sulle dosi chiuse in buste termosaldate, ha spiegato inoltre che era sua abitudine portarsele con sé all’esterno chiudendole ermeticamente per non perdere quel gusto che è essenziale per i consumatori che hanno una spiccata conoscenza di queste droghe leggere.
Ad una specifica domanda del pubblico ministero su come fosse riuscito ad individuare questa società spagnola che inviava droga per corriere, l’imputato ha riferito di essere riuscito ad individuarla navigando in rete e a quanto pare vi è una moltitudine di giovani che tutti i giorni si collegano a questo sito. Indirizzo che è stato individuato dalle forze dell’ordine spagnole che hanno comunicato a quelle degli altri Paesi del giro “mastodontico” che si è venuto a realizzare con grossi guadagni per l’organizzazione. Che sarebbe riuscita in questi ultimi mesi a soddisfare migliaia di prenotazioni. La droga ha viaggiato in lungo e in largo per l’Europa e tutti ne sarebbero stati felici. Soprattutto i promotori di questa organizzazione, sulla cui individuazione c’è la massima attenzione delle forze dell’ordine. Quel sito, ovviamente, è già sparito nel nulla. Chi lo gestiva ha capito con gli arresti che non era più il caso di utilizzarlo per accogliere le prenotazioni.