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giovedì, Marzo 28, 2024

Sanità, proposte per la protesta

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Ormai la parola SIR o Villa Orizzonte sono un argomento che ritorna sempre più frequentemente sul dibattito della sanità nostrana, soprattutto perché fa un chic e crea uno status. Soprattutto tra i redivivi politici in cerca di credibilità del CUDAS. Il comitato che si agita su quanto riporta questo o quell’altro organo di stampa. Ma questo è lo spessore della protesta.

Una protesta ancora alla ricerca delle sue motivazioni. Ma parliamo di SIR e di malati psichici. O, più in dettaglio dovremmo parlare dell’epilogo di Villa Stefania a Casamicciola e dei danni permanenti provocati all’intero sistema sanitario isolano.

Non ci meravigliamo che il comitato che si batte per la salute ad Ischia, non abbiamo espresso neanche una vocina piccola piccola in occasione della giornata della Salute Mentale o delle iniziative realizzate dal Giardino dell’Amicizia: l’unica realtà attiva dopo il fallimento Villa Stefania – Villa Orizzonte. Il grande comitato organizza proteste “OCEANICHE”.

UN CONSULENTE PER I SINDACI
Con l’occasione della SIR, è opportuno evidenziare un aspetto importante. Lasciando da parte le strumentalizzazioni spicciole spicciole e terra terra del tipo “i sindaci non si muovono” che non ha nessun senso, credo che i sei sindaci abbiano la necessità di trovarsi un consulente che li possa indirizzare, sia nelle richieste, sia nella valutazione dei singoli problemi. Un esperto della materia sanitaria e amministrativa che sappia poter leggere e interpretare gli atti con cognizione di causa. Fino ad oggi, infatti, quello che è mancato nella protesta (e questo vale anche per il CUDAS, ma quello è un coacervo di menti pensanti che preferisce sfilare su Corso Vittoria Colonna invece che su Via Alfredo  De Luca e vi risparmio i vari percorsi che avevano in testa di proporre!) è la valutazione tecnica degli atti prodotti e un’analisi delle problematiche scevra dal condizionamento di questo o di quell’altro dipendente dell’ASL e che sappia analizzare anche gli atti prodotti dal direttore generale. Una sorta di specializzazione. Ma mi rendo conto che andare a spiegare questi concetti a Francesco Del Deo o ai grandi luminari del CUDAS è tempo perso.

LA SIR NON HA MALATI
Nei giorni caldi di Villa Stefania, ad Ischia, giunse una famosa commissione di valutazione. Nel concitamento degli eventi, questa commissione – ahimè in silenzio – è riuscita ad azzerare tutte le problematiche relative ai singoli casi. Eggià, avete capito bene. Ad oggi, secondo quanto risulta agli atti della ASL Napoli 2Nord, non ci sono “matti” da curare. Stanno tutti bene. In passato, abbiamo più volte scritto del “miracolo” della Iovino. Questo è lo stato dell’arte che ci piaccia o meno. Sulla carta, ad Ischia, non ci sono emergenze.

VERSO LA VISITA DI PETRONE
Se il CUDAS non fosse un inutile contenitore di personaggi in cerca di visibilità, ma un vero comitato di persone che vogliono lottare per la sanità ad Ischia e hanno a cuore la questione della SIR sull’isola, tra i 20 punti o quanti ne hanno stilato (leggendo di qua e di la i problemi!) avrebbero richiesto la revoca in autotutela (sempre che esista questo istituto nell’amministrazione della sanità) dei risultati di quelle commissioni riunite in occasione della dismissione di Villa Stefania o una revisione di quanto affermato da quei medici in merito ai pazienti presi in esame. Se davvero vogliamo che la SIR torni ad essere quella di una volta dobbiamo iniziare da qua. In settimana, stando ad alcuni rumors, Loris Petrone, capo del dipartimento di Salute Mentale dell’Asl dovrebbe farci visita, ma non abbiamo bisogno di “caminetti” sociali o di colazioni al bar. Abbiamo bisogno di conoscere gli atti, capire cosa prevedono e attaccarli. Dopo il fumo e i sollazzi salomonici per aver impugnato un megafono scarico in piazzetta, si dovrebbe passare all’azione.

BLOCCO DEI FITTI
Un altro motivo per cui la SIR non può tornare ad essere quella che tutti conosciamo è che l’ASL Napoli 2 Nord, come tutte le altre – da quanto ci dicono (e vorremmo un tecnico che ci aiutasse a smentirli, se del caso) essendo la Sanità della Regione Campania commissariata non può procedere con la sottoscrizione di nuovi fitti. Un blocco dovuto, appunto, alla presenza di Polimeni e D’Amario. Da qui l’impossibilità di pensare ad una nuova “Villa Orizzonte”. Ma credo che il primo passo da compiere sia quello di contestare il lavoro di quella famosa commissione. Non so come, ma è chiaro che l’inghippo è proprio la.

L’UTIC E GLI SPOKE
Purtroppo quando la protesta si fa ignorante poi si perde di efficacia e di compiono richieste sbagliate. Il Piano Ospedaliero redatto da Polimeni, con una sorta di “cazzimma” ha previsto 8 posti leggo alla Cardiologia del Rizzoli invece degli attuali 4 + 4. Perché? Perché, non prevedendo l’UTIC semplice poteva cancellare il Presidio Rizzoli dalla Rete IMA e rientrare nei 17 spoke previsti dal fabbisogno regionale. Con la nota di cui abbiamo dato notizia in anteprima sabato mattina, Polimeni e D’Amario scrivono a D’Amore che “nulla vieta” la predisposizione di un’unita UTIC presso il Rizzoli. Leggiamo diversamente la nota provando a parafrasare Polimeni. “Caro D’Amore tu hai 8 posti letto in cardiologia, li vuoi dividere in 4 Utic e 4 cardiologia? Fallo, tanto a noi non interessa, la rete la lasciamo così e non vi calcoliamo proprio”. E’ questo più o meno il senso. Abbiamo bisogno, invece, che il Rizzoli – come scrivo da sempre – sia inserito nella rete IMA del Piano Ospedaliero Regionale come Spoke. Per questo dobbiamo fare un ricorso al TAR come Procida? Non lo so. Come CUDAS, se non mi piacerebbe fare la lotta e perdere contro uno della stampa locale (magari per astio personale!), chiederei ai legali  che fanno parte del comitato come poter “accedere agli atti” e valutare se le previsioni del DM70 sono state rispettate. Se è vero che sono previsti solo 17 centri spoke e che non ne possono essere previsti di più. Ma ci vuole cognizione di causa. Fare la caciara “per le tasse che paghiamo, l’ospedale noi vogliamo” fa venire solo a ridere.

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