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mercoledì, Aprile 24, 2024

San Vito in Festa per Don Giovì! 70° di ordinazione sacerdotale

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Joseph Ratzinger e Giuseppe Regine, da settant’anni uniti dallo stesso gioioso amore per la verita’, la bellezza, l’amore.

Luciano Castaldi | Cercare la Verità, seguire la Verità, servire la Verità, amare la Verità. Portare tutti alla Verità. Joseph Ratzinger e Giuseppe Regine. Due umili lavoratori della Vigna del Signore. Due ministri di Dio. Due uomini profondamente buoni e innamorati di Gesù e del suo Vangelo. Percorsi, storie, talenti, “ruoli”, compiti e indoli caratteriali, ovviamente, molto diversi, ma anche tanti tratti in comune, tante analogie, tante somiglianze. In quest’anno 2021 che la Chiesa ha voluto dedicare al suo patrono San Giuseppe, Papa Benedetto e Mons. Regine festeggiano il 70 di ordinazione sacerdotale. Un traguardo eccezionale, caratterizzato da una fedeltà, totale, assoluta al loro primo e unico amore, alla loro sposa.

Il bavarese Ratzinger, classe 1927, fu ordinato sacerdote il 29 giugno del 1951, assieme al fratello Georg, dal cardinale di Monaco e Frisinga Micheal von Faulhaber. Pochi giorni dopo, il 15 di luglio dello stesso anno, il foriano Giuseppe Regine, nato il 22 novembre del 1928, fu invece ordinato presbitero nella cattedrale di Ischia dal Vescovo Ernesto De Laurentis. Entrambi hanno insegnato. Entrambi hanno “segnato” nel profondo l’animo, la mente e il cuore dei loro studenti. Entrambi, papa emerito e parroco di San Vito, hanno però dovuto spesso anche soffrire per questa loro fedeltà al Vangelo, in tempi in cui le più incredibili bizzarrie salgono con arroganza e superbia in cattedra e persino pretendono di imporre alla Chiesa e al mondo i loro assurdi sragionamenti. Quante se ne son dette e viste in questi ultimi decenni! E quante ne hanno dovute subire quei sacerdoti rimasti cattolici, mentre ovunque impazzavano i pruriti nuovisti e le pseudo teologie modaiole!

I due hanno avuto modo anche di incontrarsi il 31 gennaio del 2012 in occasione della “Visita ad limina” della nostra Diocesi (amministratore diocesano proprio Mons. Regine) al Papa Benedetto XVI.
Amanti del bello, dell’arte, della Liturgia, della musica (non solo di quella sacra), della Tradizione, della cultura, della pietà popolare, della devozione mariana, della storia. Per nulla spaventati dalla modernità e dalle sue sfide. Anzi, sempre aperti, sempre curiosi, sempre attenti alle novità e al futuro. Ecco: se c’è una costante che unisce questi due uomini di Dio, pur da posizioni molto diverse, è stata la loro continua, direi infaticabile ricerca del vero dialogo con il mondo. Un dialogo che tuttavia non ammette cedimenti sulle cose che non passano e non passeranno. Un dialogo sincero, senza ipocrisie e annacquamenti. Con coraggio ma, anche con dolcezza, mitezza, gioia, amore.

Vero amore. Come ha scritto Giovanni Paolo Secondo nel suo ultimo libro, è proprio questo il compito del sacerdote: “Insegnare gli uomini ad amare”. Ma l’amore, quello vero, non consiste solo in un primo grande momento di trasporto. L’amore consiste nella pazienza di accettarsi e perciò, del reciproco avvicinarsi sempre più nel profondo. Consiste nella fedeltà del sopportarsi, consiste nel camminare insieme. “L’amore, come il vangelo – ha detto una volta Joseph Ratzinger”, non è acqua zuccherata, non è comodo, ma è una grande sfida, e dunque purificazione, trasformazione e guarigione della nostra vita che ci introduce a ciò che è grande”. Insegnare e imparare l’amore. Questo, per settant’anni, è stato il compito svolto da due sacerdoti con perseveranza e tenacia. Ed è questo di cui noi oggi abbiamo più bisogno, perché “se non diventiamo capaci di amare nel modo giusto, ci allontaniamo da Dio e da noi stessi, e la vita diventa buia e inutile” (Ratzinger).

Nell’anno di San Giuseppe, il Buon Dio, ci conservi ancora a lungo Joseph e don Giovì. E ci mandi ancora altri papi così, tanti altri sacerdoti così.

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