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venerdì, Marzo 29, 2024

Salute Mentale, il disastro è servito!

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Le etichette hanno significati freddi e beffardi, alle volte. Prendete questa frase: “L’accordo è più che vantaggioso per questa Asl sia sotto il profilo economico che sotto il profilo tecnico”. Peccato si parli di salute e di pazienti, non di numeri. Utile e vantaggioso: iniziamo da qui per raccontarvi la debacle annunciata della Salute Mentale di casa nostra, ufficialmente decretata ieri dal commissario straordinario dell’Asl Napoli 2 Nord, Agnese Iovino, con quel “de profundi” che prende il nome – freddo, naturalmente – di deliberazione numero 506 dell’8 settembre 2015.
E’ arrivato, dunque, il documento con il quale di fatto si annulla l’affitto della sede della Sir a Villa Stefania, già peraltro sgomberata da mesi, con un risparmio di 140 mila euro all’anno, e con quella che viene definita “rimodulazione dell’appalto Sir di Ischia”. Indolore, come espressione. Rimodulare, mica sopprimere: stride, la freddezza del burocratese, con i casi umani di Elena e Giovan Giuseppe, i pazienti psichiatrici guariti o riallocati, quelli che fino a 14 mesi fa popolavano quella struttura d’eccellenza che è stata, per 18 anni, Villa Orizzonte.
Ecco, la delibera immediatamente esecutiva d’urgenza, che fa seguito all’accordo concluso il primo agosto con il Consorzio Gesco (di cui Accaparlante è parte, e che detiene di fatto l’appalto fino al 2017 per 22 comunità alloggio, ivi comprese Villa Sant’Alessandro e Villa Fasolara), rivoluziona – diremmo ridimensiona – i servizi della Salute Mentale a Ischia. Lo può fare, Monterusciello, perché una commissione ha consentito, di fatto, “la rimodulazione delle prestazioni dell’appalto» allo scopo, calcolatrice alla mano, di «evitare in tal modo i danni derivanti a questa Asl dal mantenere un contratto di attività in evidente esubero, quindi eccessivamente onerose, a fronte delle citate disposizioni regionali in materia».
Di fatto, Gesco è d’accordo. Quindi, il dato è tratto. Con i pazienti riallocati (o guariti) e gli operatori sanitari che prima facevano base alla Sir (Villa Orizzonte o Villa Stefania che fosse) riallocati tra le strutture dell’azienda, con un costo peraltro ridimensionato (15,60 euro all’ora invece dei 17 pagati ad altri). A questo risparmio, si aggiunge il taglio con il passaggio dalla Sir a una “terza comunità alloggio in grado di rispondere alle attuali esigenze assistenziali”: così, l’Asl taglia altri 16.540 euro.
Numeri irrimediabilmente freddi, nei quali naturalmente l’Asl Napoli 2 Nord non considera il gigantesco flop del trasferimento da Villa Orizzonte a Villa Stefania, con i lavori a carico dell’azienda per adeguare una struttura parzialmente abusiva. Ecco, questo non lo considera, l’Asl, nelle voci che esaltano il miracolo del risparmio targato Iovino e di fronte alle quali l’isola legge una nuova, intollerabile riduzione. Che prescinde dal fabbisogno dell’oggi, da quello che nella delibera viene definito «il fabbisogno assistenziale di questa azienda», e abbraccia quello di domani, quello del 2030, quando l’attuale piano potrebbe non bastare, per una popolazione in crescita e nella quale, peraltro, l’incidenza di patologiche psichiche risulta pericolosamente alta. Come da stessa ammissione dell’Asl.
E allora quelle 23.712 ore di OSS/OSA, quelle 5.928 ore di animatori/educatori, quell’unico centro diurno aziendale per 28 pazienti (con 1.040 ore annue di psicologo e 9.096 di educatori/animatori/terapisti) potrebbe risultare insufficienti fra un anno, fra tre o anche oggi, come denuncia a gran voce il Comitato di Cittadinanza Attiva, che già ieri ha diramato una nota dai contenuti durissimi, nella quale si veicola un appello accorato a Vincenzo De Luca: «Nei giorni scorsi abbiamo letto con attenzione le dichiarazioni del governatore De Luca in merito alle numerose opacità della gestione Asl Napoli 2 ad opera di Ferraro prima e della Iovino poi. Tuttavia, dal nostro punto di vista, sarebbe opportuno ed urgente passare dalle parole alle misure concrete, perché è attesa per queste ore la firma della Iovino che andrebbe a sancire la chiusura definitiva della SIR isolana, la fine di tutti i programmi riabilitativi e il trasferimento di diversi operatori sanitari in terraferma. E’ possibile per un’isola di oltre sessantamila abitanti – per non parlare delle presenze stagionali – pensare di fare a meno di un servizio essenziale come quello dell’Unità di Salute Mentale? Allo stato attuale – prosegue la nota – chi ha bisogno di assistenza dopo le ore 15 (solo feriali) è abbandonato a se stesso,  non ci sono posti letto nonostante le linee guida regionali ne prevedano 1 ogni 10.000 abitanti, i pazienti fino a pochi mesi fa residenti in struttura protetta ora risultano miracolosamente guariti. Il gruppo originario di Villa Orizzonte è stato smembrato: chi è tornato in famiglia, chi è stato trasferito in strutture specialistiche in provincia di Napoli e Salerno – ma come, le condizioni non erano talmente migliorate da non richiedere più assistenza sanitaria costante? E che fine ha fatto il bando pubblico scaduto pochi mesi fa che ricercava sul territorio isolano un locale idoneo a diventare la nuova SIR? Parlare di ombre su questa vicenda è davvero usare un eufemismo. Dei numeri di presunto risparmio snocciolati da Agnese Iovino non sappiamo cosa farcene, se le conseguenze sono queste, in una zona come quella di Ischia caratterizzata dalla mancata continuità territoriale e da un numero crescente di casi di disagio, solitudine e difficoltà che spesso sfociano in tragedie. Chiediamo allora alla giunta De Luca – continua il Comitato – di intervenire quanto prima per impedire il disastroso compimento del piano Ferraro-Iovino e di intraprendere subito la ridiscussione sui livelli di assistenza da garantire in base alle reali esigenze territoriali. Il Comitato di cittadinanza attiva, nato l’anno scorso proprio in difesa dei pazienti della Salute Mentale ischitana, è a disposizione per dare il proprio contributo». Speriamo basti.

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