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venerdì, Aprile 19, 2024

Rizzoli: ritorno alla normalità. Chiude il “covid center”

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Coronavirus, avviato l’ambulatorio per il long covid dei pazienti trattati

Ida Trofa | La sanità isolana si riappropria del suo ospedale e delle terapie ordinarie. Si riappropria dei sui reparti. La medicina torna libera dalla specializzazione nelle sole terapie covid e apre agli ambulatori per gli ospedalizzati. Saranno monitorati per un anno. Chiuso il reparto dedicato al coronavirus, dopo due mesi anche Ischia e il suo ospedale provano a mettersi alle spalle la quarta fase.
A spiegarci l’evoluzione del presidio di via Fundera e l’evolversi della fase pandemica isolana è il primario e responsabile Covid, Dottor Ciro Di Gennaro.

Per Di Gennaro la “pandemia è sotto controllo, serve cautela e dobbiamo vaccinarci tutti. Pronti ad assistere i pazienti ospedalizzati e trattare il long covid con ambulatori ad hoc”.
Secondo il monitoraggio di Iss e Ministero della Salute, il tasso di terapie intensive scende dal 4,1% al 3,9%. Le Regioni a rischio moderato passano da tre a quattro. In questo clima e seguendo questa inerzia anche le realtà insulari registrano il costante calo di ospedalizzazione dei pazienti.
Invece è in lieve risalita, rispetto al valore indicato dal monitoraggio settimanale Covid Iss-Ministero della Salute di venerdì l’Rt nazionale che è in leggero aumento rispetto alla settimana precedente, siamo a 0,86 rispetto al precedente 0,85.

Per farla breve, il valore dell’incidenza nazionale si trova sotto la soglia settimanale di 50 casi ogni 100mila abitanti, il che consente il controllo della trasmissione con il tracciamento.
Contestualmente è ancora in calo l’occupazione negli ospedali. I dati, ora all’esame della Cabina di regia, evidenziano un calo del tasso di occupazione dei malati di Covid negli ospedali italiani. Il tasso di occupazione in terapia intensiva scende al 3,9% dal 4,1% della settimana precedente, con una lieve diminuzione del numero di persone ricoverate.
Tra gli over 80 non vaccinati tasso di mortalità è 13 volte più alto. Quattro regioni risultano classificate a rischio moderato, rispetto alle tre della settimana scorsa. C’è anche la Campania con Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. Ma una sola Regione, la Campania, riporta un’allerta di resilienza. In sintesi un’autodichiarazione di epidemia non gestibile.

Dopo due mesi il “covid center“ del Rizzoli chiude. Archiviata la quarta fase

In questo contesto a due mesi esatti dalla sua riapertura chiude il “COVID Center” del Rizzoli. Da poche ore, ufficialmente, il reparto di Medicina generale dell’ospedale Rizzoli di Ischia riprende la sua piena funzionalità e non sarà solo destinato ad ospitare malati di Covid.
Tutto accade a due mesi dalla riconversione. Saranno dedicate al covid le contumace nell’area del pronto soccorso. Mentre appositi ambulatori saranno aperti per seguire i pazienti ospedalizzati e poi dimessi per gli effetti del cosiddetto long covid.

Il lavoro di questi due mesi per far fronte a un picco di positivi per l’isola che da inizio giugno fino a metà luglio era stata dichiarata Covid free. Una delle prime isole d’Italia teatro di un tentativo di vaccinazione di massa infrantasi contro il muro dei “no vax” e di un’estate a dir poco allegra e fuori controllo.
Su disposizione del Direttore Sanitario Nunzio Quinto di concerto con il responsabile COVID Ciro Di Gennaro, nel nosocomio lacchese vengono dismessi i 17 posti letto del reparto di medicina generale che la scorsa estate erano stati destinati all’eventuale utilizzo dei positivi covid che ne hanno avuto bisogno, liberi anche gli 11 posti letto del reparto di Chirurgia/Ortopedia convertiti in posti letto per il reparto di medicina generale.
Dopo mesi di gr ande attenzione, in cui l’emergenza-coronavirus ha creato grande paura e preoccupazione sull’isola, dopo mesi di duro lavoro e di rischio contagio per molti medici ed operatori sanitari, finalmente si chiude il Med
Covid dell’Ospedale Rizzoli. La scorsa settimana l’ultimo paziente dimessa. Al Rizzoli non vi è quindi nessun contagiato da Covid 19.
A darcene notizia, a spiegare come stanno le cose è il Dott. Ciro Di Gennaro, responsabile dell’Unità di Crisi Coronavirus di Ischia con una intervista inedita a Il Dispari.

Rizzoli covid free. Dopo due messi di apprensione chiude il reparto COVID. La quarta fase è alle spalle?
“E’ finita la fase acuta. E’ finita quindi la pressione immunologica che doveva far tenere aperte le sale perché c’era un continuo ingresso. Adesso non c’è questa grossa pressione, noi abbiamo il reparto, riattivato quello normale, lasciato il percorso covid attivo con soli sette posti letto dedicati ad un eventuale emergenza che si dovesse verificare. Il percorso covid sarà sempre attivo con delle stanze per l’eventuale ricovero contumaciale, perché se pazienti si presentano chiaramente con delle necessità non dobbiamo farci trovare impreparati. Allo stato possiamo ritenere di avere superato la quarta fase”.

-Superata la quarta fase cosa accadrà ora per chi accusasse sintomi, ma anche per chi ha contratto il virus ed è stato curato?
“Ci si può recare al Pronto Soccorso per ogni evenienza e in qualsiasi momento, però, abbiamo pensato di poter riaprire la medicina indenni, non più con posti letto riservati in altre parti, ma nella medicina propriamente detta. In più implementiamo con una attività ambulatoriale, rivediamo tutti i pazienti che hanno avuto il covid, con chiamate dirette con una periodicità che poi stabiliremo insieme al loro per rivalutare lo stato respiratorio, epidemiologico, immunologico, per tutte le necessità che ormai la letteratura medica internazionale chiama “Long Covid”.

-In questi mesi di lavoro avete rilevato particolari mutazioni del virus o varianti?
“Qui c’è stato lo movimento che c’è stato in altre realtà, in terraferma, con la grossissima prevalenza della variante delta rispetto alla forma iniziale del Covid”.

-Qual è la strategia in questa particolare congiuntura
“La cosa importante e, continuiamo a dirlo fino a la stranoia, è vaccinarsi. Se ci vacciniamo tutti non impediamo l’arrivo e la selezione di varianti, perché se il virus circola, è il circolo del virus che auto selezione delle varianti. Non solo, ma se ci vacciniamo tutti continuiamo ad avere i casi, la stragrande maggioranza dei casi, che abbiamo avuto nella quarta fase, cioè di covid minori. Ovvero con sintomatologia quasi inesistenti che possono essere assistiti a domicilio che però avevano dei problemi epidemiologici per confinarli, per evitare il contagio di altri, ma che non hanno avuto problemi medici. Quindi, se noi continuiamo la vaccinazione di massa arriveremo al punto che in Italia e anche qua da noi, la quantità di pazienti covid da ricoverare sarà talmente infinitesima che cambieremo. Passeremo così come virologicamente si dice dalla fase di pandemia, alla fase di endemia cioè dove l’infezione è endemica. Ma che assolutamente non da dei grossi problemi”.

-Clinicamente qual è stata la terapia che vi ha dato maggiore riscontro?
“La ventiloterapia è stata l’architrave della terapia di questi pazienti. Dove per ventiloterapia intende l’assistenza con l’ossigeno terapia, che è stata fatta nei modi più vari e quelli che prevede la moderna medicina. Non soltanto la normale maschera, ma la maschera di Venturi, gli alti flussi il casco. Cioè una sequela enorme e molto variegata di assistenza, ma mano sempre più complessa di ventiloterapia, senza arrivare all’intubazione orotracheale e all’assistenza rianimazione”.

Una realtà, dunque, che muove tra dati incoraggianti, altri meno e la naturale incertezza che si alimenta intorno all’attuale Pandemia. Con tanti spiragli importanti che possono condurci oltre. Con la consapevolezza che la strada è ancora lunga. Un quadro isolano prospettatoci dal primario del reparto più importante che giunge nelle ore in cui la condizione complessiva della Campania appare ancora fuori controllo e le istruzioni minacciano nuove chiusure a novembre.

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