Sono sempre stato un fautore della teoria secondo cui “chi fa ha sempre ragione rispetto a chi non fa”, per cui figuriamoci se potrei mai biasimare l’operato di una persona come Pietro Scaglione, che stimo profondamente e di cui conosco l’indiscutibile passione civile, prim’ancora che imprenditoriale. La sua è una visione concreta, nutrita da una militanza quotidiana e da un impegno genuino per il bene dell’isola. È proprio per questo che, nel momento in cui si cerca di creare valore (valore vero, tangibile, con ricadute dirette sul territorio e non solo su qualche profilo social a corto raggio) non posso che osservare con fastidio il continuo tentativo di alcuni di saltare sul carro, magari quando la corsa è già ben avviata.
Quel che non sopporto, infatti, è quando noi ischitani dobbiamo sistematicamente andare a rimorchio di qualcuno, o peggio, rimorchiare gratuitamente l’inutile apporto del politico di turno in cerca di visibilità e di occasioni per mettere il proprio cappello sgualcito su qualche sedia altrui. Perché diciamolo: l’Ischia che produce, che crea, che immagina, è sempre un passo avanti rispetto all’Ischia che amministra. E il tentativo continuo di politicizzare ogni slancio civile e imprenditoriale, di affibbiargli un’etichetta, un colore o una paternità istituzionale, non solo è sterile, ma profondamente dannoso, almeno quanto chi lo consente.
Al sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino, ad esempio, non è parso vero farsi una passeggiata a Milano e vivere di luce riflessa da “Ischia is more” (di cui più volte ho menzionato pregi e difetti) e dallo chef stellato nostrano Nino di Costanzo. Un’occasione troppo ghiotta per non infilarsi in qualche scatto, per non cercare di tappare almeno qualcuna delle enormi falle che il progetto “Visit Ischia” sta collezionando da tempo insieme alla DMO di Ejarque & co. E infatti, guarda caso, Enzo non li ha neppure taggati. Strano, vero? O forse no.
Non so (e poco mi interessa, in realtà) se sono stati impiegati ulteriori soldi pubblici, oltre alle spese di viaggio del primo cittadino, per supportare tale iniziativa. Ma quello che davvero dovrebbe interessare tutti noi è che, ad oggi, non si riesce a capire da nessuna parte quale sia la strategia che detta questo genere di interventi da parte della pubblica amministrazione di Ischia. Qual è la visione? Qual è il piano a medio-lungo termine? La verità, purtroppo, è che la macchina comunale continua a navigare a vista, rincorrendo eventi, cavalcando l’onda del momento, incapace di mettere a sistema una qualsivoglia politica di promozione turistica. Anzi, a ben vedere, l’unico sistema che sembra funzionare è quello del favore reciproco, della cortesia tra amici, dell’appartenenza più che della competenza. È il caso, ad esempio, dei campi da tennis, attualmente occupati senza alcun titolo — quindi abusivamente — dall’associazione che fa capo allo zio di una consigliera comunale in carica. Una vicenda che grida vendetta, e che invece scivola via nel silenzio generale, come se fosse normale che un bene pubblico venga privatamente gestito solo perché si ha la giusta vicinanza al “bottone”.
Mi farebbe molto piacere, infine, conoscere l’entità e la qualità della partecipazione di questa tanto decantata stampa di settore che viene citata con entusiasmo nel post social del primo cittadino e quali saranno i ritorni, le pubblicazioni, le ricadute reali di questo viaggio istituzionale. Al netto delle foto, delle strette di mano, dei bocconi prelibati e degli hashtag, dovrebbe esserci molto di più per non restare nel solito sterile scenario. E nel frattempo, a Ischia, chi lavora davvero e con le giuste competenze resta al palo, troppo spesso senza il minimo supporto di chi dovrebbe rappresentarlo.
Rimorchi e rimorchiati: quale strategia? | #4WD

Daily 4ward di Davide Conte del 8 maggio 2025