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venerdì, Aprile 19, 2024

Riforme al Cuore dello Stato: Il governo del territorio ed il ruolo dei Comuni

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La parola più usata dal dottor Matteo Renzi, 41 anni, non deputato né senatore, nominato due anni fa Presidente del Consiglio dei Ministri dall’ allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, per formare un Governo in quanto capo indiscusso del “ Partito Democratico” eletto da votazioni  di cittadini dette “ primarie”, è “ Riforma”. Renzi intende “ riformare” l’ Italia ma è a capo di una coalizione politica eterogenea non espressa dal voto popolare del febbraio 2013 con una legge elettorale chiamata “ porcellium” o “ porcata” definita incostituzionale dalla massima Corte del Paese. Il suo Governo infatti è “organicamente” – come si diceva un tempo – costituito dal “ Partito Democratico” e da un partito denominato “ Nuovo Centro Destra” guidato dall’on. Angelino Alfano che si era presentato all’ elettorato come capo di  “ Forza Italia” cioè del partito “ alternativo” al “ Partito Democratico” che aveva anche un diverso  capo nella “ democrazia del leader”, come usa chiamarla il politologo Mauro Calise, nell’on. Bersani.

Il dottor Renzi, che ha iniziato la sua carriera politica con la parola d’ ordine di “ rottamazione” cioè di drastico accantonamento o di pensione coatta di tutto il precedente personale politico, ha avviato un riformismo di facciata  che si inserisce in una restaurazione liberista che ha trovato sostanza nella ennesima riforma del mercato del lavoro denominata con l’inglesismo “ job act” la quale ha ulteriormente diminuito il potere contrattuale dei lavoratori senza avviare come  avrebbe dovuto fare un governo “ democratico” – il cui aggettivo pare aver sostituito quello di “ sinistra” – un Piano Straordinario per il Lavoro anche attraverso una imposta straordinaria  sui grandi Patrimoni.

Questo “ riformismo di facciata” è continuato con la orribile “ riformina” dello svuotamento delle Province e della istituzione delle Città Metropolitane” detta legge Del Rio costituita da un articolo e centocinquantuno commi  ed ancora con una propagandata Grande Riforma Costituzionale che prevede lo svuotamento del Senato ma non la sua abolizione e l’ abolizione delle Province.

Mentre il Governo nazionale con la sua maggioranza eterogenea non espressa dal popolo nemmeno con un’ orrida legge elettorale e con un cambiamento di casacca partitica che ha riguardato circa 300 parlamentari sugli  oltre 900 e che ha anche approvato una nuova legge elettorale – la quarta  negli ultimi 20 anni – detta “ italicum” che a giudizio di molti giuristi è anch’ essa una porcata continua il suo riformismo di facciata che si riduce alla elargizione di qualche  euro per  i  pensionati minimali  non si fanno le Riforme al Cuore dello Stato e si lasciano i Comuni alle prese con il governo del territorio.

Il caso dell’ isola d’ Ischia – divisa in sei Comuni – è emblematico di questa Babilonia legislativa in materia di governo del territorio.

Vincolata da due leggi di tutela risalenti ad oltre 70 anni fa ed approvate dal regime fascista –  le leggi n.1089 del 1 giugno 1939 e n.1497 del 29 giugno 1939 –  l’ isola d’ Ischia è un caso nazionale o forse europeo  di una crescita economica e sociale senza Programmazione e realizzata CONTRO LEGGE o nella CONTRADDIZIONE DELLA LEGGE poiché lo Stato Repubblicano succeduto al regime fascista senza abolire le due leggi di tutela per permettere un suo sviluppo economico che per assioma non poteva avvenire senza un MASSICCIO INCREMENTO EDILIZIO  la dotò di una “ legge speciale” nel 1952 “ rivitalizzando” una vecchia legge fascista del 1939 con la quale l’ isola veniva dotata di un Ente  Autonomo di Diritto Pubblico chiamato “ Ente per la Valorizzazione dell’ Isola d’ Ischia” per vent’anni al fine di promuovere lo sviluppo anche con l’ azione di sostegno della Cassa per il Mezzogiorno costituita nel 1950 sia con opere infrastrutturali sia con agevolazioni finanziarie per nuovi investimenti ad imprenditori privati.

La Babilonia legislativa comincia a prendere forma. Forse la guerra ed il disfacimento del regime fascista. Nel 1942 – in piena guerra – viene approvata una legge urbanistica. Ci vorranno  25 anni affinché un Ministro repubblicano si ricordi di quella legge nel principio della “ continuità dello Stato”. Giacomo Mancini, Ministro dei Lavori Pubblici, socialista,  rispolvera quella legge ed impone a tutti i Comuni d’ Italia di fare il PIANO REGOLATORE GENERALE.

In piena guerra viene approvato anche un PIANO PAESISTICO DELL’ISOLA D’ ISCHIA. Lo redige l’ arch. Calza Bini. Un bombardamento sul treno Napoli-Roma  ne fa perdere gli “ allegati”. Rimane non applicato  per ventotto   anni. Lo ricorda l’ arch. Mario De Cunzio allora soprintendente ai beni culturali di Napoli nel 1970.

Per 28 anni l’ isola d’ Ischia  si espande grazie alla felice intuizione di Angelo Rizzoli  ( 1888-1970) e delle leggi sul Mezzogiorno e cambia la sua economia – da agricola a turistica – e con il cambiamento un benessere economico diffuso.

Il resto è storia recente se “ recente” è un percorso di oltre 30 anni. L’ isola non ha mai avuto  un Piano Regolatore Generale Intercomunale ( termine imposto ai  sei Comuni non più uno solo).

In questa Babele legislativa il cittadino o l’ investitore o lo speculatore non ha altra via che trovare un “ cavillo” di legge per poter investire i propri risparmi, pensare all’ avvenire dei figli, fare affari in un momento che conviene.

Risultato:  ci sono 27.010 domande di condono edilizio presso i sei Comuni. Ci sono tre leggi di condono .Nel solo condono nel 2003 che non è esteso all’ isola d’ Ischia per decisione regionale  ci sono 1827 pratiche. La Regione Campania non ha mai redatto ed approvato un Piano Territoriale Paesistico.

I Comuni debbono tentare di interpretare la Legge e di  utilizzare la “ potestà regolamentare” concessa loro dalla legge 142/ 90 detta “ Legge Gava” che con la facoltà di redigere “ Statuti e Regolamenti” ha dato ai Comuni un potere quasi  legislativo.

Il Comune di Forio – per iniziativa e responsabilità del sindaco Francesco Del Deo, che si definisce uomo della Prima Repubblica e se ne assume l’ Onere e l’ Onore – approva una delibera di “ indirizzo” ( la legge gli da facoltà) ed avvia un iter amministrativo per sanare nel solo suo Comune 8.529 pratiche per tre condoni edilizi.

Forse quella delibera – costituente e provocatoria – del Consiglio Comunale di Forio avrebbe dovuto contenere in premessa  l’ ottimo studio di Sebastiano Conte, Luigi Francesco Rispoli e Giancarlo Di Meglio dal titolo “ Il Governo del Territorio per il futuro dell’ isola d’ Ischia” perché è una buona  sintesi di questa Babilonia legislativa.

Il governo del territorio in aree di interesse  turistico in piena crisi economica è una Riforma al Cuore dello Stato che occorre fare per rimettere in moto l’ economia poiché Ischia è ancora straordinariamente bella e nulla della sua bellezza, oltre le esigenze della crescita civile, è perduto.

In tempo di proclamato riformismo – riforma delle Province, riforma del Senato, riforma elettorale  etc. – forse è tempo di aprire un riformismo delle Autonomie Locali al tempo di una grave crisi economica e finanziaria dell’ Italia con un  dibattito sull’ utilità di un ‘ Europa solo per ricchi.

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