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martedì, Aprile 23, 2024

Rifiuti, la Procura accelera per processare i quattordici indagati

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La chiusura delle indagini è un chiaro elemento di svolta dei sostituti Arlomede e Sepe. L’avviso è stato firmato dai due magistrati inquirenti il 5 febbraio scorso, ossia il giorno dopo il rigetto del riesame per il dirigente Rando. Entro fine marzo verrà notificata all’Ufficio gip la richiesta di rinvio a giudizio, mantenendo inalterate le misure cautelari nei confronti di quegli indagati sottoposti ai domiciliari o all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria

 

 

Appena hanno ricevuto il responso del tribunale del riesame, i pubblici ministeri Graziella Arlomede e Maria Sepe si sono affrettate a confezionare l’avviso all’indagato e al difensore della conclusione delle indagini preliminari, che è stato firmato il 5 febbraio scorso. Per dare il tempo alla cancelleria di predisporre tutti gli atti di competenza e trasmettere il tutto alla squadra di polizia giudiziaria che ha il compito di notificare agli indagati la decisione della procura della Repubblica. Un atto che non è stato ancora concluso. Si parla che solo pochi “eletti” hanno ricevuto la visita delle forze dell’ordine ed ottenuto ufficialmente il provvedimento di chiusura di indagine, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio. Sono quattordici gli indagati e basta scorrere i nomi per capire che tra questi non compare l’ex sindaco di Forio Franco Regine. La bufala che fosse indagato in questa indagine è tornata indietro con altrettanta violenza, mostrando, chi l’ha lanciata, di fare calcoli personali senza eseguire le necessarie verifiche. E a quanto pare l’ex primo cittadino è incazzato di brutto per essere stato messo alla gogna come compartecipe di un’attività corruttiva o quantomeno di aver gestito in modo approssimativo l’amministrazione nel caso specifico dell’appalto per la gestione, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

I nomi di coloro che sono di fatto indagati e che hanno ricevuto l’avviso di chiusura di indagini nel registro generale della Procura, n. 56502/2010 sono quelli che abbiamo pubblicato nell’edizione di ieri. E sono, per chi non l’avesse letto, Salvatore Antifono, libero, ma sottoposto all’obbligo di firma il 15 gennaio e provvedimento revocato dal tribunale del riesame; Vittorio Ciummo, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari; Domenico De Siano, libero, ma con la richiesta trasmessa dal gip alla commissione per le autorizzazioni a procedere affinché venga autorizzato ad eseguire misura cautelare dei domiciliari; Vincenzo Di Maio, libero; Giulia Di Matteo, libera ma oggetto di misura dell’obbligo di firma il 15 gennaio scorso e revocata dal gip dopo l’interrogatorio di garanzia; Carmine Gallo, sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione; Francesco Iannuzzi, libero, ma il 15 gennaio scorso destinatario di misura dell’obbligo di presentazione, provvedimento revocato dal gip; Restituta Irace, libera; Antonio Mattera, libero; Vincenzo Rando, sottoposto a misura dell’obbligo di presentazione; Oscar Rumolo, attualmente sottoposto alla misura degli arresti domiciliari; Paolo Di Frega Scotto, libero; C.S., sottoposto all’obbligo di presentazione; Vittoria Ciummo, libera.

C’è una particolarità in questa chiusura “affrettata” e che ha una cadenza di tempi ben precisa. Il 2 febbraio è il giorno clou del riesame. Si discute la revoca della misura cautelare nei confronti del sen. Domenico De Siano e quella sera stessa scadevano i termini per il deposito della decisione dei giudici. Contestualmente venivano affrontate le posizioni di Antifono, Rando e Gallo. I giudici decidevano di annullare la parte riguardante l’ipotesi di associazione contestata al De Siano in concorso con Rumolo, Ciummo e Antifono. Confermavano, invece, tutte le altre ipotesi corruttive e anche quelle legate alla turbativa d’asta. Questo accadeva prima della scadenza della mezzanotte del 2 febbraio. Una conferma, seppur parziale, del mosaico accusatorio che era stato messo su dai pubblici ministeri della sezione reati contro la Pubblica Amministrazione. Ritenendo parzialmente corretta la decisione del gip che aveva emesso la misura. In questo contesto il riesame adottava altri due provvedimenti di tenore diverso. Decideva per Antifono di annullare non solo l’accusa di associazione, ma soprattutto di corruzione e di turbativa d’asta. Per alcuni questo provvedimento sarebbe legato alla circostanza che Antifono da tempo non è più il braccio destro di Ciummo e non ha alcun ruolo di responsabilità nell’ambito della società “Ego Eco”. Per Gallo la misura rimaneva ferma, dell’obbligo di presentazione. Così come avevano già deciso qualche giorno prima per la posizione del Savoia. Per gli attenti studiosi del diritto che molto spesso si ritrovano a discutere con i giudici del riesame, la conferma per Gallo e Savoia va letta di un rapporto che non si è mai interrotto dei due con il concorso “CITE”. Un’azienda che si occupa anch’essa della gestione dei rifiuti solidi urbani ed ha rapporti costanti con la Pubblica Amministrazione. Tanto da essere protagonista nell’appalto dei rifiuti a Forio. Strappando finanche i favori della commissione che era presieduta dal coindagato Oscar Rumolo. Provvedimento poi impugnato dalla “Ego Eco” di Ciummo evidenziando una serie di irregolarità non tenute in conto dalla commissione. I giudici ribaltavano la gara dichiarando che la “Ego Eco” aveva tutti i requisiti ed aveva sottoscritto un servizio migliore a prezzi favorevoli per la Pubblica Amministrazione. L’ultimo provvedimento che è stato depositato dal riesame è quello nei confronti del Rando. Anche in questo caso i giudici confermano l’impianto accusatorio e la sussistenza delle esigenze cautelari. Tutto questo accadeva il 4 febbraio. E venerdì 5 febbraio puntualmente il provvedimento di chiusura delle indagini veniva firmato a tambur battente. In modo da consentire alla cancelleria di procedere alle copie del provvedimento da consegnare agli uomini della Squadra Mobile della Questura di Napoli affinché notificassero, con l’ausilio dei vari commissariati presenti sul territorio, la chiusura delle indagini. Attività, come abbiamo detto, non ancora del tutto perfezionata.

Perché tanta attenzione e accelerazione da parte della Procura? La strategia appare abbastanza semplice. Avendo ottenuto piena corrispondenza dal tribunale del riesame e che Oscar Rumolo ha rinunciato al ricorso, i sostituti Arlomede e Sepe hanno intenzione di ufficializzare la richiesta di rinvio a giudizio nei termini previsti dalla legge. E cioè dopo i venti giorni dalla notifica a tutti gli interessati. I quali, a loro volta, hanno la possibilità, in quest’arco temporale, di poter chiedere l’interrogatorio, depositare documentazione, attività investigativa e quant’altro a loro discolpa. In modo tale che il gip che si ritroverà la richiesta dovrà procedere in tempi più rapidi per la presenza di alcuni imputati sottoposti a misura cautelare detentiva. E una volta disposto il rinvio a giudizio dinanzi al tribunale, il processo a ritmi più serrati fino a quando ci sarà almeno un imputato detenuto. Una corsa contro il tempo proprio per evitare le lungaggini dibattimentali e scongiurare la prescrizione per quasi tutti i reati, che potrebbe materializzarsi al massimo tra due anni e mezzo.

I difensori si aspettavano una decisione del genere, ma qualcuno credeva anche che il numero degli indagati fosse molto più cospicuo. I magistrati, che sono attenti nel valutare gli elementi in loro possesso, hanno fatto una cernita e puntato solo nei confronti di coloro le cui intercettazioni telefoniche si sono dimostrate fondanti nei tre capitoli di inchiesta: Forio, Lacco Ameno e Monte di Procida. I difensori attendono impazienti le motivazioni del tribunale del riesame che si è espresso per l’annullamento dell’ipotesi più grave di associazione per delinquere. Accusa che viene riconfermata nei confronti di Ciummo, Rumolo, De Siano e Antifono nell’avviso della chiusura delle indagini preliminari. Per capire per quali motivi il collegio della “libertà” ha annullato, su quale presupposto e quale sia stato il ragionamento seguito in camera di consiglio. Se sarà una motivazione che smonta quest’accusa, appare quasi una scommessa che se si dovesse andare ad una richiesta di rinvio a giudizio con quest’accusa, ci sarà un gup che lo conceda. Diversamente, se siamo in un annullamento per esigenze cautelari il discorso ovviamente cambia.

Il contesto associativo verte, secondo i pubblici ministeri, nel dover indirizzare alcune scelte della Pubblica Amministrazione ed in particolar modo a chi affidare la raccolta dei rifiuti. Spiegando altresì il ruolo dei quattro indagati e chi fossero i soggetti che determinavano le scelte: «Per essersi associati tra loro al fine di commettere più delitti contro la pubblica amministrazione, e segnatamente un numero indeterminato di delitti di corruzione, turbata liberta degli incanti e abuso di ufficio inerenti all’assegnazione/aggiudicazione di appalti e commesse per la gestione della raccolta dei rifiuti, rivestendo:

De Siano Domenico (politico di spicco del PDL campano, Consigliere Comunale del Comune di Lacco Ameno e Consigliere provinciale) il ruolo di organizzatore con il compito di coordinare e sovraintendere ai rapporti con altri politici e pubblici ufficiali, anche sulla di indicazioni provenienti dai vertici locali della compagine politica di appartenenza,

Ciummo Vittorio (imprenditore, titolare e gestore della società Ego Eco) il ruolo di promotore ed organizzatore, destinatario delle commesse per la raccolta de rifiuti nei comuni di Lacco Ameno, Monte di Procida e Forio, ottenute attraverso l’adozione, da parte di pubblici ufficiali, di atti contrari ai doveri di ufficio, frutto di accordi fraudolenti ed espressione della sistematica corruzione;

Rumolo Oscar (responsabile finanziario del Comune di Lacco Ameno), il ruolo di partecipe, avendo adottato atti amministrativi strumentali al buon esito del programma criminoso ed agendo da intermediario presso altri pubblici ufficiali nell’interesse del Ciummo.

Antifono Salvatore (persona di fiducia del Ciummo e suo alter ego), il ruolo di partecipe delegato alla cura dei rapporti con le amministrazioni e con i funzionari di riferimento».

 

 

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