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giovedì, Aprile 18, 2024

Riecco la Medicina. A breve la chiusura del reparto COVID-19

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Ida Trofa | Finalmente riecco la “Medicina“ del Rizzoli! C’è attesa per il prossimo fine settimana. C’è attesa perché dopo settimane di ansie e duro lavoro chiuderà il reparto Covid19 dell’Ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno. Il reparto dedicato ai pazienti affetti da Coronavirus verrà definitivamente dismesso e gli ultimi degenti dimessi. In gran parte si tratta di ospiti della RSA Villa Mercede che, verosimilmente e con un poco di buona sorte, potranno fare ritorno presso il complesso di Piazza Cavonera Grande a Serrara Fontana . La notizia era nell’aria da giorni, ora si attende solo l’ufficialità dell’ASL NA 2 Nord che potrebbe giungere tra mercoledì e giovedì.

La chiusura del reparto Covid dell’unico ospedale isolano sarà sicuramente un evento storico per la nostra sanità. Dopo aver assistito decine e decine di soggetti vittima dell’infezione ed aver contato purtroppo ben 9 decessi, il personale sanitario che in questi mesi si è prodigato per i pazienti isolani colpiti dal virus potrà riprendere anche la normale assistenza per la cura delle molteplici patologie che prima il PO’ Anna Rizzoli era i grado curare. Auspichiamo che si in grado di farlo ora più che mai.

L’emergenza a marzo
A metà marzo il complesso di via Fundera era stato in parte convertito per fronteggiare l’emergenza da Coronavirus su indicazione della Regione Campania e dell’ASL NA 2 Nord da cui dipende il presidio lacchese. Un punto di riferimento che in pochi giorni era passato da una offerta di 6 a 12 posti letto COVID di subintensiva con ventilatori per l’ossigeno necessari in caso di difficoltà respiratorie mentre i posti ricavati nella lungodegenza della medicina fisica e riabilitazione erano stati raddoppiati a quasi 11. Aree che sono state prontamente isolate dal resto della struttura la quale ha continuato a erogare altri servizi, seppure in situazione di emergenza, come ad esempio il punto prelievo o qualche intervento chirurgico estremo ed urgente . Mentre all’esterno era stato creato un percorso ad hoc per la presa in carico dei pazienti che si presentavano con sintomi riconducibili all’infezione da Covid-19. In pochi giorni sono stati moltissimi gli operatori di altri reparti e di altre strutture dell’azienda sanitaria che si sono offerti di lavorare. Attualmente i ricoverati per COVID19 al Rizzoli sono otto e sono tutti trattati con gli stessi protocolli e le stesse attrezzature che si stanno utilizzando secondo i protocolli nazionali altrove tra Farmaco di Ascierto e Plasma terapia.

Il Virus perde forza e calano progressivamente i ricoveri
A quasi due mesi da quella severa emergenza, con un virus che perde forza un po’ ovunque ed ad un fisiologico calo del numero di ricoveri si comincia a pensare al dopo virus e ad una parvenza dai ritorno alla normalità. Il 18 maggio, lo stop al lockdown, e meno di un mese dopo la chiusura del reparto di terapia intensiva COVID e di rimando dell’intero reparto dedicati al coronavirus. Una decisione che, immaginiamo, l’azienda sanitaria ha potuto assumere dopo aver previsto il trasferimento dell’ultimo paziente al reparto dedicato alla malattia infettive per far si che proseguisse altrove le cure e la riabilitazione. Il primo segnale concreto di una nuova fase per il territorio ischitano.
Quasi 300 i cittadini residenti sull’isola che sono stati in sorveglianza sanitaria attiva. A fronte dei 98 i pazienti complessivamente risultati positivi ai tamponi nell’arco di questi mesi di epidemia.
Per seguire con la massima attenzione i cittadini positivi che sono in terapia a casa, l’ASL Napoli 2 Nord ha promesso di avviare in via sperimentale un servizio di assistenza a domicilio dei pazienti COVID19. In questo modo un’equipe ospedaliera seguirà con la massima accuratezza i pazienti presso il proprio domicilio.

Per gli ex covid anche del Rizzoli l’ASL avrebbe già dovuto prevedere, intanto, un servizio di riabilitazione per i pazienti negativizzati o positivi ma clinicamente guariti. Un’area dedicata alle persone che hanno affrontato il lungo percorso di cura, e che ne sono uscite fisicamente provate.
Ma questa è una questione che al momento non sembra toccare l’isola verde. Dove comunque servirebbe ora pi che mai un punto di assistenza, di riabilitazione sia fisica che respiratoria, ma anche psicologica.
Si è vero che il virus è ancora presente, il ritorno del nosocomio alla normale attività rappresenta una tappa cruciale in un momento particolare. Aspettiamo solo di inaugurare l’avvio di una nuova stagione oltre il COVID-19, oltre la tragedia e l’emergenza che questo nemico invisibile e sconosciuto ha scatenato da febbraio in questo che ricorderemo come il terribile inverno 2020.

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