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giovedì, Aprile 18, 2024

Ricostruzione, non c’è luce

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Ida Trofa | Ho voluto fortemente credere che il Commissario Carlo Schilardi potesse essere l’uomo giusto. Ho confidato allungo in una svolta, nella saggezza dell’uomo esperto. Ma ciò che resta dopo l’ennesima sfilata è il vuote e mille paure. Da una parte il tavolo istituzionale con i suoi mille luoghi comuni, le frasi di circostanza l’ingenua e colpevole inconsapevolezza sul dramma di questi terremoto dall’altro una platea divisa e purtroppo ormai gravemente compromessa da una sciagura causata da chi, con Arnaldo Ferrandino e le sue aziende familiari, ha fatto del terremoto il suo personale terreno per favorire imprese e alimentare una politica di bassa lega. Ieri la conferma. Cosi ai tavoli istituzionali nemmeno più ci ascoltano : bollati! Unica voce i sindaci incapaci di rappresentarci, di rappresentare le giuste istanze per il paese. Siamo spacciati. Per chi vive ostaggio della zona rossa non c’è futuro. Per diciotto mesi ha usato senza diritto il nome dei terremotati.Il danno è stato enorme. Siamo finiti alla gogna, senza voce, indesiderati ai tavoli istituzionali ci avete tolto quel poco di speranza che avevamo. Dall’altro lato, cosi, restano al terremoto solo Sindaci che, messe le quattro uova nel piatto, condono assunzioni pilotate di “personale inadeguato“ ed appalti dubbi, predicano calma e pazienza a chi calma e pazienza non ha più. 3 ore di chiacchiere, nel corso delle quali per rabbonire gli astanti, Schilardi afferma che i soldi ci sono (dove non si è capito) che bisogna pagare i condoni (come se abbiamo perso casa e lavoro e con quale certezza se il ristoro dopo non assicurato?). Quel che emerso in questa tre ore fa accapponare la pelle oltre i toni a tratti sopra le righe e i mugugni anche dello stesso commissario. Ieri la certezza che il Calvario sarà ancora lungo e buio.

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