fbpx
venerdì, Aprile 19, 2024

Regno di Nettuno, Strada contro tutti: “Basta illazioni, la verità verrà a galla”

Gli ultimi articoli

 

 

In attesa di comprendere cosa accadrà nel futuro prossimo dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”, la cui attività è ancora paralizzata per via del commissariamento, Riccardo Strada non ci sta. E affida, da ex direttore dell’Area Marina protetta Regno di Nettuno, a un comunicato stampa il suo duro “j’accuse” ad alcuni media (non il Dispari, naturalmente) e, in maniera non troppo velata, al Consorzio di Gestione dell’ente. Torna dunque a galla la vecchia contrapposizione tra direzione scientifica e anima politica di un organismo mai realmente decollato.
E per il quale la processione dei sindaci in Capitaneria, la scorsa settimana, non ha sortito a quanto pare gli effetti sperati: Giosi Ferrandino & company chiedevano a gran voce la restituzione delle attività dell’Area Marina Protetta al Consorzio di gestione, di diretta emanazione politica. In realtà, parrebbe che il Ministero dell’Ambiente sia indirizzato a individuare un tutor scientifico (l’Anton Dohrn, per esempio) che miri alla salvaguardia, alla tutela e alla valorizzazione del Regno di Nettuno, libero dalle logiche politiche che ne hanno sin qui tarpato le ali.
Con che tempi? Certo, la stagione turistica è dietro l’angolo. E sarebbe opportuno che ci desse una mossa.
Intanto, però, Strada affonda i colpi.
«A seguito di ripetute notizie di stampa relative alle mie presunte colpe e mancanze nella gestione dell’Area Marina protetta Regno di Nettuno – scrive l’ex direttore scientifico dell’Area Marina Protetta – sono costretto, mio malgrado a dichiarare pubblicamente che mentre le accuse contro di me da parte delle amministrazioni sono affidate ad esternazioni, indiscrezioni, “si dice” e “si sa”,mai basate su dati di fatto o documentali, il sottoscritto ha da tempo affidato alla magistratura il compito di appurare la verità dei fatti.
In particolare – prosegue – sono in corso due procedimenti presso il giudice del lavoro, uno per il ricorso presentato già nel luglio 2014 contro l’attività di demansionamento e mobbing effettuata dai vertici nominati dalle Amministrazioni al governo del Consorzio di Gestione alla fine del 2013, allo scopo di bloccare la mia azione di realizzazione di progetti e programmi dell’AMP, ed uno per il ricorso contro il licenziamento illegittimo, presentato nell’agosto del 2015.
Nell’ambito di tali procedimenti le amministrazioni comunali, che stanno adottando una tattica dilatoria tesa a far passare più tempo possibile prima del giudizio, potranno apertamente argomentare e difendere le loro scelte di fronte all’autorità giudiziaria.
Non posso, inoltre non rendere noto di aver dovuto tutelare la mia onorabilità dando mandato ad uno dei miei legali di inoltrare querela contro gli estensori ed i firmatari della delibera di assemblea n° 12/2015, contenente diffamanti ed esplicite calunnie al sottoscritto ed al Direttore Generale della Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente.
Come ultimo elemento – continua Riccardo Strada – desidero far notare come gli addebiti che mi sono portati sono basati su prove false o manipolate e su pareri tecnici espressi da persone totalmente incompetenti in materia, convinte nel frattempo a lasciare i propri incarichi nella pubblica amministrazione o pesantemente coinvolte in procedimenti giudiziari per fatti corruttivi o incriminate per falso e danno ambientale». Eccolo, il proverbiale sassolino dalla scarpa. «Perfino comica, a mio parere, la circostanza che all’ultima udienza per il ricorso di demansionamento il testimone chiamato dalle amministrazioni fosse assente giustificato essendo nello stesso momento imputato in udienza per un procedimento penale di rilievo nazionale. Ma di tutto questo d’ora in poi si farà carico la giustizia».
Insomma, le schermaglie continuano eccome. E riecheggiano ancora le parole di Giosi Ferrandino, che al “Dispari” aveva confermato la sua posizione molto contrariata: «Con il commissariamento il Ministero dell’Ambiente, – aveva dichiarato – contrariamente a quanto dovrebbe fare, sta frenando di fatto ogni processo di tutela e valorizzazione dell’AMP Regno di Nettuno. Questo stato di cose non è più tollerabile, noi rimarchiamo la nostra volontà e la nostra disponibilità a gestire le eccellenze dei nostri territori, consci che gestioni alternative, come già visto, non possono che essere fallimentari».

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos