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sabato, Aprile 20, 2024

Real Forio e lo stile: “uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”

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il commento ignorante di Gaetano Di Meglio

Partiamo dalla fine. Ingloriosa per Billoncino che si è fatto espellere quando tutto era finito. Tanta esperienza e tante presenze per fare cosa? Nulla. Al massimo per creare un danno alla propria squadra. Al 90° risulta essere il peggiore in campo perché da Monti ci si aspetta di meglio e di più.
Peggio del difensore foriano, però, c’è la terna arbitrale. Se non era una partita di coppa e se non era il 28 agosto, ma il 28 ottobre o il 28 marzo, avremmo avuto un altro esito e qualche ferito in più. Non si può arbitrare in quel modo.

E anche per questo, diciamocelo, è stata completamente inutile la reazione di Mario Lubrano. A che serve parlare o protestare con l’arbitro? Gridargli “addosso” ha mai cambiato qualcosa? Mai. Prendersi un’ammonizione è solo stupidità. E ora facciamo un po’ e un po’.

Davide Trofa, come scrive Giovanni Sasso, è tornato indietro di dieci anni: ovvero è ancora cchiù fort! Il guizzo, il gol segnato alla prima occasione possibile (e siamo già a due gol in questa stagione, con quello segnato in amichevole) e la voglia di vincere in campo si vedono forti e chiari.
Dall’altro lato, Gerardo Rubino ha dimostrato che se corre di più e fa meno tik tok e meno “principesse” forse è più utile alla sua squadra.
Tornando ad Ischia, non ho capito Kevin Matute che “vo’ fa”? Tanto movimento e poca sostanza. Sarà una questione di prestazione percepita. E’ un po’ come Shein: ti aspetti che arriva una cosa e poi te ne trovi un’altra. Ma forse è solo questione di preparazione.

Quando stava ad Ischia, Billone gridava “Renziiiii”, ieri, invece, “Giulianoooo”. Castaldi è riuscito a fallire tutto quello che poteva. Alla fine, senza sbagliare, prova a farsi perdonare però, il carma, ha voluto che un altro si doveva far perdonare (almeno fino a quel punto della gara) e ha trovato la scarpa di Filippo Florio a negargli il gol. Eggià, fino a quel punto Florio, aveva molto da farsi perdonare. Vabbè, poi ci ha regalato un tuffo con gol che merita di essere rivisto.
In casa Ischia, il giovane Zazzaro ha già fatto il biglietto? Sarebbe opportuno.

E’ vero, è agosto e la preparazione non è ancora al top, ma sempre per la questione “Shein”, dobbiamo attendere il calo degli altri per vedere Simonetti fare sul serio o, anche di suo, ci riesce? Ce lo chiediamo, perché, ad esempio, Starita c’ha fatt cunsulà fin da subito. Così come gli altri “piccoli” di casa Ischia.
Stessa cosa per la coppia Cibelli-Arcamone. Per il biondo che viene da Procida, cambiato il governo di panchina, è venuto il tempo di partire da subito. Ma vuoi vedere che aveva ragione chi gli preferiva Arcamone? Il campo ha dimostrato solo questo.
I cattivi dicono che Massimo De Luise abbia fatto il download di tutti i documentari sulle “aquile”. Ma questo lo dicono i cattivi…

Dall’altro lato, Billone Padre (che detto così sembra il nome di una paranza) fa bene i cambi. Effetto coca cola per Solimeno: sfrutta l’addormentata ischitana in difesa, fa un altro po’ di bollicine e poi si sfiata insieme a tutti gli altri. Un po’ di coca cola forse avrebbe fatto bene a Sogliuzzo e company. Così come farebbe bene al Forio correre di più e giocare di meno con i post e i social. Le partite di vincono sul campo, non sugli smartphone e al Mazzella sono apparse, evidenti, due cose: la capacità di Billone di vedere il campo e il crollo di chi doveva correre.

Lo stile “se non ce l’hai, non lo puoi comprare” diceva il caro don Abbondio. Ci saremmo aspettati dal Real Forio, in overload di comunicazione “a vacant”, un segno di vicinanza al supporter che ha perso un dito al Mazzella mentre stava montando lo striscione. Ma questa è la società che prende le sembianze di quell’amministrazione. Che te ne vuoi aspettare… NULLA!

Giovanni Mattera, il numero sette gialloblu, mi è piaciuto tanto. L’applauso che i tifosi gli hanno tributato quanto ha lasciato il posto a Matarese è stato meritato. Si è visto tanta roba. Un’altra bella sensazione l’ho avuta da Ballirano. Chi ne capisce ha detto: “dipende da quando capirà che è bravo”. Eh, quanto è vero. Abbiamo a che fare con una generazione di ragazzi predisposti alla rinuncia, con l’allergia al sacrificio e con l’apatia verso gli obiettivi e le ambizioni. Colpa di troppi fattori.

p.s. Se Ciro Curci mi fa la maglia del centenario con la modifica “71 anni di fidelitatis aeterne”, la compro.

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