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mercoledì, Aprile 24, 2024

Quanti sacerdoti ci sono in Italia? E con la pandemia…

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Difficile immaginare cosa sarebbe la Terra dei Fuochi senza l’operato di don Maurizio Patriciello, parroco di San Paolo Apostolo, che da anni combatte contro lo scempio che si consuma sul territorio. Impossibile, per i fedeli e non, pensare ad uno stato italiano senza lui e tutti quei sacerdoti che ogni giorno mettono la propria vita al servizio del bene.

Quello del presbitero, infatti, è un ruolo strategico per la società: facendosi testimoni di Dio, operano attivamente lì dove ce n’è più bisogno, con missioni di solidarietà e opere di umanità.

Eppure, i dati fotografano una situazione da valutare attentamente: negli ultimi 30 anni, il corpo clericale si è ridotto sostanzialmente, mentre crescono i cattolici nel mondo.

Quanti sacerdoti ci sono in Italia: i dati

Secondo le statistiche dell’Ufficio Statistico della Chiesa Cattolica pubblicate dal professor Roberto Cipriani nel novembre del 2018, il numero di presbiteri è in calo. In Italia, in particolare, nel 2018 erano presenti circa 54.606 sacerdoti, fra diocesani (35.388) e religiosi (19.218), con una media di 9.3 sacerdoti ogni 10mila abitanti.

Spostando la lente di ingrandimento sulle diverse regioni, si nota come i livelli più bassi si riscontrino in Campania, Calabria, Puglia, Basilicata e Sicilia. Bene, invece, il Lazio, dove risulta preponderante il peso di Roma.

Integrando con i numeri dell’Annuario Statisticum 2019 reso noto dal Vaticano, invece, si evince come negli ultimi anni siano diminuiti anche i candidati al sacerdozio: seppur nella Chiesa africana e asiatica l’andamento rimanga “soddisfacente”, decisamente più preoccupante è la tendenza dell’Europa e dell’America.

La distribuzione dei seminaristi rimane grossomodo la stessa del passato: l’Asia, prima in questa speciale classifica, contribuisce per il 29,8%, seguita dall’America (27,3%), dall’Africa (27,1%) e dall’Europa (14.9%).

Preti in prima linea contro il Covid-19

Alla decrescita delle vocazioni, si accompagna il processo di invecchiamento del clero, con il Coronavirus che inficiato negativamente su una situazione di per sé già preoccupante.

Durante i mesi più difficili della pandemia, infatti, preti e parroci sono stati chiamati a un compito molto arduo: essere in prima linea, rimanere al servizio della gente anziché chiudersi nelle proprie stanze, al sicuro.

Ed è proprio per questo che, tra il primo marzo e il 30 novembre 2020, “tanti pastori che nel mondo danno la vita per i fedeli” – per usare le parole di Papa Francesco – non hanno esitato a sacrificare sé stessi pur di consolare chi ne aveva bisogno. In totale, il conteggio fa 206 sacerdoti diocesani deceduti nei primi nove mesi della pandemia, omaggiati sempre dal Pontefice con le parole: “I santi della porta accanto”.

Cresce il numero di cattolici nel mondo grazie all’operato dei sacerdoti

Ciò che non sorprende, in questo mare magnum di dati, è la statistica relativa al numero di cattolici nel mondo. L’aumento è complessivo a livello globale, complice proprio il grande impegno dei sacerdoti. Sono loro, con le loro azioni, le loro parole di conforto e una presenza costante a permettere alla Chiesa di continuare ad avere proseliti, a farsi primi annunciatori del messaggio cristiano. Perché per un ministro di Dio ogni uomo conta e ogni storia è importante.

Si pensi, appunto, a don Maurizio Patriciello, che combatte il degrado della Terra dei Fuochi accanto alla propria gente. O a don Luigi Ciotti, promotore attivo con politiche sociali a sostegno del lavoro e della scuola. La sua lotta continua contro la mafia è impegno costante verso il prossimo: “Lotta alla mafia vuol dire lavoro, casa, famiglia, educazione, cultura. Scuola e lavoro diventano fondamentali. Lotta alla mafia vuol dire servizi, inclusione sociale”.

In occasione della 94esima Giornata Missionaria Mondiale, per concludere, l’Agenzia Fides ha reso noto che, al 31 dicembre 2018, il numero di cattolici era pari a 1.328.993.000 persone, con un aumento complessivo di 15.716.000 unità rispetto all’anno precedente. Costante la percentuale, rimasta del 17,73%.

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