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venerdì, Aprile 19, 2024

Protesta sospesa a Lacco Ameno. “10 giorni per una soluzione”, poi si va in piazza

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Ida Trofa | Quel che non è stato fatto è noto. Quel che c’è da fare resta ancora un mistero legato alle chiacchiere, alle promesse e alle attese pre e post elettorale in quel di Lacco Ameno. Speranze, tante. E come si sta in politica come in una scuola gestita da correnti politiche, la speranza resta l’ultima a morire. Tutto questo, mentre la scuola, quella con la “S“ maiuscola muore. Muore la didattica e l’istruzione. Muore la manifestazione pacifica che doveva tenersi stamane all’ombra del Fungo: cancellato l’evento di piazza Santa Restituta.

Da tre anni ormai, tra terremoto e pandemia, la popolazione lacchese attende per vedere, finalmente, realizzata l’eliminazione delle classi pollaio (ora ancora più grave a causa del rischio contagio), l’aumento degli organici, il potenziamento dei trasporti, l’investimento nei plessi scolastici locali danneggiati dal sisma o, peggio ancora, dei plessi al centro di contese giudiziarie per il possesso, la proprietà e la titolarità. Su tutti il complesso sede dell’ex liceo con la storia querelle con la Città Metropolitana, l’affaire delle Suore Stimmatine di Via Pannella.

La verità è che, tra tutte le esigenze e i drammi, servirebbe un profondo ripensamento del fare scuola.
Nell’impresa si era cimentato un piccolo movimento misto di “Ultras” del Lacco Ameno Calcio e di papà stufi dell’andazzo con cui la questione sport ed istruzione venie trattata. Un piccolo movimento che, in ogni caso, è riuscito a riaccendere il dibattito ma non è andato fino in fondo nei suoi moti di manifestazione pacifica e di contestazione. Questo movimento di sportivi, insegnanti, genitori e studenti quando anagraficamente possibile, aveva deciso di scendere in Piazza Santa Restituta, oggi alle 10.00, per chiedere a chi di dovere di dare priorità alla scuola.

Questo gruppo con una manifestazione pacifica sotto il municipio aveva deciso di chiedere la messa a disposizione, in questa difficile parentesi Covid19, di scuole adeguate, spazi confacenti e soprattutto di dire “no” ai doppi turni.
A Lacco Ameno, è bene dirlo, per le necessità dell’IC Mennella, a seguito del sisma e delle cause legali, mancano almeno sei aule. E, assurdo, mancano i riscaldamenti negli spazi disponibili: un disservizio che non è legato a nessuna calamità quanto a un’inefficace e, forse, inesistente azione amministrativa.

Abortita sul nascere
Per questi, gravi, motivi era stata organizzata una manifestazione di piazza, avversata, però, subito sul nascere. Troppo evidente il fallimento di una classe dirigente che sulla scuola aveva fondato la sua elezione. Per fermarla è bastato un incontro prima del week end, qualche bugia confezionata ad arte, l’uso funzionale di qualche rappresentante dei genitori che fa il gioco dell’amministrazione in carica e non dei ragazzi.
Ovviamente, l’insieme è stato ben condito da qualche minaccia, l’assenza tutta nostra di cultura della protesta costruttiva e della lotta per rivendicare il diritto dei singoli. Così il sindaco Pascale è riuscito a disinnescare “bomba” scuola. Almeno per ora.

La mobilitazione, almeno per quanto dichiarano off record i dissidenti messi a tacere, prosegue determinata a difesa delle scuole lacchesi.
Manifestazione annullata. La Parola agli organizzatori: “Abbiamo deciso di concedere 10 giorni a Pascale come ci ha chiesto venerdì”
A questo stato di cose, dunque, aveva provato ad opporsi, palesando tutto il dissenso per uno stato di cose intollerabili un manipolo di stoici dissidenti. I loro moti di contestazione, però, sono stati stroncati sul nascere come il loro dissenso.
E’ intervenuta la deriva di chi preferisce tacere le difficoltà e le mancanze, di far morire la scuola, pur di negare l’evidenza dei fatti: il fallimento del governo locale nel merito dell’istituzione scolastica. A spiegarci come è adatta è stato uno dei suoi promotori, papà Domenico De Siano (no senatore, come dice lui. ndr)-
“La manifestazione si era decisa poiché la nostra comunità scolastica sta vivendo molti disagi tra cui i doppi turni. Noi volevamo che si risolvesse questo problema e con la riunione avvenutasi venerdì il sindaco, pur di non fare avvenire la manifestazione, ha promesso che farà due aule al interno dell’istituto Fundera e così risolvere, in parte e non del tutto, il problema dei doppi turni. Per questo, abbiamo deciso di concedere all’ amministrazione e al Sindaco questi 10 giorni cosi come il Sindaco ci ha chiesto”.
Questo è quanto ci ha spiegato De Siano che aveva già annunziato la decisone ai suoi seguaci: “A seguito dell’ incontro di venerdì sera, ho ricevuto il punto della situazione. L’ amministrazione, la scuola e tutti gli enti competenti, stanno arrivando a decisioni che nel giro di pochi giorni metteranno in atto. Pertanto dò e diamo fiducia all’amministrazione tutta, alla dirigente e tutti gli altri collaboratori ed al loro intento di voler fare. Quindi ho chiesto a tutti quelli che come me volevano manifestare di fare un passo indietro visto che i passi li stanno facendo loro. Ci terremo aggiornati”.

L’annuncio e il caro saluto delle rappresentanti d’Istituto. Che non si firmano però
In un laconico post, che reca solo la sigla “Le rappresentanti d’Istituto” e nessuna firma, si preannuncia il successo dell’incontro delle stesse rappresentanti con il sindaco Pascale. Un successo, non per la scuola, ma sulla “manifestazione di protesta per la scuola”. L’incontro nelle stanze del potere si impone e ferma la piazza. Ecco il testo firmato a metà:“A seguito dell’incontro di ieri con il Sindaco, la Preside e le varie rappresentanze, è stata chiarita l’impossibilità di utilizzare il Principe di Piemonte per accertati problemi di inagibilità stabiliti con una perizia del 2018 e sono stati illustrati i vari tentativi fatti fino ad oggi per poter trovare gli spazi necessari ad evitare i doppi turni; al momento la proposta che è stata fatta dal sindaco è quella di ricavare due aule dall’androne di Fundera e la preside si è riservata la possibilità di accettare o meno la proposta sulla base delle decisioni che prenderanno a stretto giro il tecnico dell’ufficio comunale e il responsabile alla sicurezza della scuola; in tal modo si risolverà in parte il problema dei doppi turni alleviando il disagio che stanno vivendo i bambini. Ovviamente tutti continuiamo a cercare ulteriori soluzioni per abbattere definitivamente il problema delle carenze di aule. Durante la riunione diversi genitori hanno presentato ulteriori criticità che chi di competenza (scuola o amministrazione) terrà in conto e cui si cercherà di trovare una soluzione. Tutta quanto discusso nel corso della riunione è stato messo a verbale per volontà della Preside, perché chiunque voglia possa prenderne visione,dal momento che l’incontro è stato riservato a rappresentanze della scuola e dei genitori. I verbali sono a disposizione presso il Comune e forse lo saranno anche sul sito della scuola non appena la stessa ne avrà disponibilità. Da parte nostra possiamo dire che continuiamo a impegnarci e speriamo anche in una vostra collaborazione. Come già fatto, ma senza successo finora e ce ne dispiace, continueremo a proporre soluzioni perché si possano individuare spazi adeguati per tutti soprattutto peri Bambini che hanno bisogno di una maggiore attenzione” scrivono, lasciando un “caro saluto”, le rappresentanti d’Istituto.

Il malcontento resta oltre gli accordi
Restano caustici e di grave censura per l’operato dei decisori istituzionali. Sui social monta la contestazione. Questa la risposta di G.C. alle rappresentanti di Istituto:
“Volevo ricordare alle Rappresentanti d’istituto di Lacco Ameno e a qualche mamma che si sente vip ma che in realtà esce dalle peggiori saettelle di Caracas che i bambini speciali che si trovano a Pannella sono già stati privati di un qualcosa che per loro è importante, ovvero un’auletta ricavata per usi didattici e i loro genitori a malincuore hanno dovuto accettare la cosa in quanto utile per facilitare le turnazioni! Come già ripetuto dovete vergognarvi! Confido nel lavoro ottimo della preside che sono sicuro ci tutelerà”.

Forse, a volte, parafrasando un vecchio adagio, fidare è bene, non fidarsi è meglio.
Purtroppo è andata cosi. Prima gli interessi personali e gli accordi sottobanco e poi il diritto all’istruzione. Lo stato di agitazione resta, bisognerà trovare il coraggio e la voglia, se serve,di combattere. Lo stato di aperta discontinuità con il pensiero di ci siede nella stanza dei bottoni, evidenziato da questo gruppo di genitori, ha in ogni caso rimosso al centro del dibattito la scuola. Da quando si è cominciato a parlare di protesta sono emerse soluzioni e la voglia di lavorare di una politica fin qui sterile e distratta.

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