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giovedì, Aprile 18, 2024

Porto & affari a Lacco Ameno. Qualche domanda sulla questione porto…

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Gaetano Di Meglio | Se nella storia c’è qualcuno che può dire di aver sempre scritto contro il project financing del porto di Lacco Ameno, contro Giuseppe Perrella e di relata contro Domenico De Siano è questa testata. Lo abbiamo fatto in ogni modo e in ogni tempo. E, soprattutto, contro tutti. E, di più, abbiamo iniziato a scrivere prima che Pascale firmasse gli atti che poi lo hanno mandato a processo per accuse gravi.
Il porto di Lacco Ameno torna al Comune? E’ la scelta giusta! Come? E’ una risposta più difficile da avere e che Pascale, fino ad oggi, non ci ha dato.
Il sindaco di Lacco Ameno, però, ci ha regalato una perla. Un post facebook carico di verità e di sincerità che merita di essere letto insieme.

Cari concittadini, – scrive Pascale di rientro dalla trasferta romana insieme con la nuova assunta (pagata dai fondi missione del comune?) nello staff – il 9 giugno è la scadenza naturale dell’affidamento dell’approdo turistico, che non intendiamo prorogare: noi siamo per un modello di gestione pubblica, affinché i lacchesi potranno “riappropriarsi” dell’infrastruttura primaria del nostro Paese! Abbiamo già prodotto l’atto d’indirizzo, dal quale si evince che intendiamo esternalizzare solo i servizi di ormeggio, disormeggio e guardiania.»

Come? Quale sarà il processo amministrativo che porterà all’esternalizzazione dei servizi di ormeggio, disormeggio e guardiania? Lo chiediamo perché l’attuale sindaco Pascale, l’attuale assessore Zavota l’attuale dirigente Delle Grottaglie e l’attuale assistente sociale Muggione del comune di Lacco Ameno hanno violato le leggi e sono stati rinviati a giudizio con accuse che vanno dall’abuso d’ufficio e falso ideologico, del falso materiale e turbativa d’asta per l’affidamento del porto all’amico dell’epoca del sindaco Pascale
Questa volta come sarà gestito questo processo di affidamento del porto? Lo scopriremo nei prossimi giorni….

Nel suo regalo capitale, il sindaco Pascale ci racconta che ci sono 4 motivi che lo spingono a sostenere fortemente la gestione pubblica dell’approdo. Benissimo!

Primo: “Il nostro programma elettorale (prevede al primo punto la gestione pubblica dell’approdo turistico) ed stato “ratificato” mediante il voto dei cittadini, che hanno scelto questa squadra di Governo locale ben 2 volte in 15 giorni”. Beh, speriamo che questa mattina in prefettura non escano voti che Pascale non doveva avere. In realtà, fino ad oggi, abbiamo appreso che nei seggi diretti dai presidenti vicini a Pascale le operazioni hanno falsato lo spoglio del primo turno.

Il secondo motivo di Pascale è chiarissimo: “Sino ad oggi il nostro Comune non ha incassato un euro dal privato, che non ha versato, tra l’altro, i canoni 2019, 2020 e 2021. In attesa del giudizio degli organi competenti, riteniamo che il Comune vanti dal concessionario circa 800.000 euro”.
Come mai Pascale mette in evidenza solo i canoni 2019, 2020 e 2021? Perché non parla di quelli precedenti? Significa che durante il suo sindacato il concessionario versato tutto considerando che è stato sfiduciato ad ottobre 2019? All’appello mancano i canoni dell’anno del Covid il 2020 e questo in corso. E quelli di prima? Tutto pagato? Non lo sappiamo, però sappiamo che Pascale era in carica già nel 2015 quando attribuì il pubblico interesse ad un project financing che non si doveva fare. Pascale e Zavota i due politici a processo attualmente in carica, sono accusati di aver ratificato “una procedura di affidamento di una concessione pubblica di valore di oltre 2.689.500 di euro, attività che doveva demandarsi ad una centrale di committenza, come da Codice degli appalti” A parte il processo, è lecito chiedersi dal 2016 ad 2019 perché Pascale non ha fatto incassare al “nostro comune… un euro”?

Non c’è due senza tre e arriviamo al terzo punto. «L’approdo nacque con un mutuo a totale carico dei cittadini: la quota di ammortamento è di circa 180.000 euro l’anno che i lacchesi pagheranno per altri 30 anni. Quindi abbiamo l’urgenza di mettere a frutto il nostro porto. La ricchezza maturata verrà ridistribuita alla cittadinanza – a titolo d’esempio – aiuti alle famiglie, opere pubbliche, servizi erogati dal Comune.»

Il porto è costato 5 miliardi e 400 mila euro (180.000 euro per 30 anni). Perrella, avrebbe o doveva, dipende dalla volontà dell’amministrazione, versare circa 190 mila euro l’anno. Quando costa l’esternalizzazione con 16 lavoratori? Quanto costerà questa gestione pubblica? Perché, se prima il comune doveva incassare 190 mila euro fissi l’anno, oggi dovrà pagare chi gestisce i servizi affidati. Quanto costerà? Non sapendo quale modalità pubblica sarà attivata dall’amministrazione Pascale siamo in attesa anche di questo…

Last but not least, eccoci al quarto punto che ci ha regalato Pascale. «L’approdo sarà il nostro volano di sviluppo e creerà occupazione. Secondo alcuni studi, un posto barca genera ben 3 posti di lavoro!» e, ancora, «Per questi motivi, riteniamo fondamentale passare il timone della gestione al Comune, e quindi ai lacchesi: sono certo che questa scelta trovi ancora un largo consenso presso la nostra comunità»

Sicuramente gli studi di Pascale saranno attuali e terranno conto del momento che viviamo, ma la domanda che il cittadino non tifoso e che ragiona da solo si pone è semplice: “Perché questa volta, Pascale non dovrebbe aiutare un altro amico? La volta scorsa, all’amico di turno, gli ha regalato il porto (stando alla vulgata popolare e ha violato diverse leggi dello stato stando agli atti del processo che lo vede imputato insieme all’attuale assessore Zavota) questa volta, invece, perché non dovrebbe regalare il pagamento dei servizi di ormeggio, disormeggio e guardiania ad un altro amico, magari quello di turno di ora?
Domande, semplici domande…

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