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mercoledì, Aprile 24, 2024

Porti e classificazioni: Casamicciola ferma al “Terremoto”

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Il Consiglio dei Ministri svoltosi pochi giorni fa, tra il 20 e il 21 gennaio, ha approvato il decreto di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali” accorpando molti dei principali scali italiani e ridistribuendo i vari ruoli e le categorie.
In quest’ottica, seppur in maniera proporzionalmente diversa, potrebbe rientrare l’incontro previsto quest’oggi a Palazzo Santa Lucia in Regione fra i rappresentanti regionali del settore demaniale marittimo e i vertici della Capitaneria di Porto di Napoli. Il summit per formalizzare e chiarire lo stato e la classificazione del Porto di Casamicciola e avviare l’iter di regolamentazione.
Una questione legata all’interpretazione di vecchie e recenti norme. Un salto di qualità notevole per lo scalo isolano che di fatto rientrerebbe in una più ampia prospettiva di sviluppo e di usi, nonché di interventi di potenziamento delle infrastrutture stesse.
I porti, infatti, sono da ritenersi infrastrutture di particolare importanza nelle mani dello Stato per il conseguimento della difesa militare e della sicurezza della navigazione nonché fattori rilevanti dell’economia dei trasporti marittimi.
In forza della duplice rilevanza della struttura portuale, l’art. 4 della citata L. 28-1-1994, n. 84 suddivide i porti in due categorie porti di prima categoria: ovvero i porti, o specifiche aree portuali, finalizzati alla difesa militare e alla sicurezza dello Stato porti di seconda categoria:ripartiti in tre classi correlate alla rilevanza economica internazionale (I classe), nazionale (II classe), regionale o interregionale (III classe). Tali porti possono avere funzioni: commerciale, industriale e petrolifera, di servizio passeggeri, peschereccia, turistica e da diporto.
Il Ministro della Difesa determina le caratteristiche e procede alla individuazione dei porti di I categoria, disciplinando anche le attività da svolgersi in essi e nelle relative baie, rade e golfi.
Le caratteristiche dimensionali, tipologiche e funzionali dei porti di II categoria e l’appartenenza di ogni scalo alle tre classi anzidette sono determinate con decreto ministeriale — sentite le autorità portuali o, laddove non istituite, le autorità marittime tenuto conto: dell’entità̀ del traffico globale e delle rispettive componenti; della capacità operativa degli scali derivante dalle caratteristiche funzionali delle attrezzature e dei servizi, nonché dalle condizioni di sicurezza rispetto ai rischi ambientali degli impianti; del livello e dell’efficienza dei servizi di collegamento con l’entroterra.
Il decreto del Ministro deve essere preceduto dai pareri delle Regioni interessate e delle Commissioni parlamentari competenti per la materia. L’anzidetta distinzione dei porti (e la loro classificazione nell’ambito della seconda categoria) rilevano anche ai fini della ripartizione dell’onere della spesa, per le opere marittime ad essi relative tra lo Stato e gli enti minori chiamati a parteciparvi.
Spese come potrebbe esser ad esempio l’ordinaria e straordinaria manutenzione ai fanali portuali, agli ormeggi, alle banchine, fino alla segnaletica e alle diverse opere di sicurezza, antincendio,manichette, pensiline etc etc.
Nel merito della difficile interpretazione dello stato normativo abbiamo chiesto al Comandante del Circomare Ischia Tenete di Vascello Alessio De Angelis che nel merito del porto di Casamicciola Terme ci ha cosi chiarito la questione:
“Come da disciplina legge 84/1994 rientrerebbe nella II categoria classe III: Porti di rilevanza economica regionale e interregionale. Nello specifico Art. 4 legge 84/1994. La legge del 1994, che sta per essere modificata dalla riforma Del Rio non individua altre categoria”.
Il TV De Angelis con precisione e dovizia spiega anche i motivi per i quali il porto di Casamicciola non reca ha classificazioni chiare e definite.
“La mancanza di indicazioni chiare in merito al momento, se non la interpretazione della norma in vigore, è dettata dalla mancata emanazione di un decreto Ministeriale che assegni ufficialmente la categoria e la classe a Casamicciola. In assenza di tale decreto infatti la classificazione del porto è quella precedente, ovvero dovrebbe risalire ad un Regio Decreto che in passato avrebbe classificato tutti i porti italiani. Mi riferisco ad un vecchio Regio Decreto, il n. 3095 del 02/04/1884 che parla di classificazione porti”.
Insomma, in termini di nuove prospettive e considerazioni, anche il Porto della Cittadina Termale sembra essere fermo al “Terremoto”, quello famigerato che nella sostanza né ha ridisegnato i tratti, le caratteristiche e le definizioni che l’hanno accompagnata da quella tragica notte sino ai giorni nostri.
Oggi, con l’incontro napoletano proprio nel merito della importante infrastruttura isolana potrebbe finalmente essere ridisegnato il suo ruolo e le strategie di potenziamento e sfruttamento.

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