Il sindaco pro tempore e le semplici coincidenze
La narrazione trionfalistica del sindaco pro tempore di Casamicciola Terme è un’offesa all’intelligenza dei cittadini che sanno valutare i fatti con equilibrio e memoria storica. Dai comunicati ufficiali e dalle dichiarazioni pronunciate nel convento dei Padri Passionisti, si è voluto raccontare un ritorno epocale: “Dopo oltre cinquant’anni di abbandono, il Pio Monte torna alla comunità.
Un luogo simbolo che da un passato fermo e dimenticato diventa oggi la base concreta di un futuro di rinascita. Sarà il cuore di un grande progetto che integra la ricostruzione, la delocalizzazione e la messa in sicurezza con scuole moderne, un centro di eccellenza dedicato al mare e alle acque termali, persino un hub luxury per la nautica da diporto”.
Belle parole, senza dubbio. Ma se vogliamo fare onore alla realtà, è necessario ripercorrere la vicenda dall’inizio, senza nascondere i passaggi più scomodi.
Il Pio Monte della Misericordia, proprietario del rudere nel cuore di Casamicciola, aveva da anni tentato invano di valorizzare quel bene. Il degrado era sotto gli occhi di tutti: un immobile in condizioni pessime, difficile da rimettere in moto sul mercato immobiliare ordinario.
Non a caso, l’Ente aveva persino sondato la possibilità di coinvolgere investitori stranieri, senza successo. Poi, nel 2023, l’occasione: l’avviso pubblico del Commissario Giovanni Legnini per raccogliere manifestazioni di interesse alla cessione di immobili utili alla delocalizzazione post-sisma. Un’occasione d’oro per il Pio Monte, che poteva così monetizzare un bene ormai ingestibile, garantendo al tempo stesso nuove risorse alla sua missione storica: produrre reddito per finanziare opere di beneficenza.
Il risultato è stato un affare perfettamente legittimo e regolare, ma pur sempre un affare economico, costruito grazie ai fondi statali dell’emergenza terremoto e della frana. Difficile immaginare che un privato avrebbe mai comprato quel rudere, sapendo che per rimetterlo in sesto ci vorranno, secondo prime stime, oltre 40 milioni di euro, con la progettazione già passata all’Agenzia del Demanio.
Qui sta il punto: non si tratta di un’operazione politica, né di una visione strategica partita dal basso. È un semplice incrocio di opportunità. Da una parte, un ente napoletano che vende un bene improduttivo; dall’altra, un Commissario straordinario che dispone di fondi pubblici per la ricostruzione e la delocalizzazione. La politica locale non c’entra.
Eppure, la conferenza stampa di presentazione ha taciuto ciò che non andava taciuto: i lutti che hanno giustificato questo fiume di risorse. Nessuna parola per i 14 morti del 2017 e del 2022, nessun ricordo di quelle vite spezzate, nessuna emozione nelle dichiarazioni post-firma. Solo slogan su “rinascita” e “futuro”. I soldi ai vivi, i morti dimenticati.
È qui che la vicenda può essere sintetizzata con una cruda ma fedele scansione: loro muoiono – le due vittime del terremoto e le dodici della frana. Lui paga – il commissario Legnini, con i fondi dello Stato. Lei vende – Paternò per conto del Pio Monte della Misericordia, che monetizza un bene invendibile. Lui si trova – il sindaco pro tempore di Casamicciola, che si limita a firmare ciò che altri hanno costruito. “Non disturbate la storia”, verrebbe da dire, “perché è solo un affare”.
Un’altra verità rimossa riguarda il passato amministrativo. Perché se oggi l’operazione si è potuta chiudere senza intoppi, il merito è anche dell’ex sindaco Giovan Battista Castagna, che negli anni ha accantonato progressivamente i fondi necessari a onorare una vecchia sentenza: 1.680.000 euro che il Comune doveva versare proprio al Pio Monte per una vicenda di esproprio finita male. Dal 2014 al 2023, con pazienza e continuità, quelle somme furono impegnate in bilancio, fino a costituire una “cassaforte” che ha consentito oggi di liquidare il debito e liberare l’operazione immobiliare.
Il sindaco attuale, dunque, non ha compiuto alcun miracolo politico. Si è trovato nel posto giusto al momento giusto. È toccato a lui firmare un atto già preparato dalla storia, dalle tragedie, dai morti, dal sacrificio immenso della popolazione di Casamicciola che ha dimenticato, dalla disponibilità dei fondi statali e dalle scelte amministrative del suo predecessore. Nessun merito particolare, nessuna visione illuminata.
Il Pio Monte della Misericordia è stato acquistato a spese dello Stato, con soldi dell’emergenza. È un dato di fatto, non un trionfo politico. Tutto il resto è retorica, acqua che scorre lungo le strade di Casamicciola e finisce nel mare.










