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venerdì, Marzo 29, 2024

Pierangelo Pesce: «Sono un po’ disamorato dell’Ischia»

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Per anni, suppergiù una trentina, è stato uno dei tifosi più in vista, più accaniti dell’Ischia. Per difendere i colori gialloblù si è sempre gettato nel fuoco, respingendo gli “assalti” delle tifoserie avversarie, pagando in prima persona con le famose quanto dolorose “diffide”. Ha sostenuto la squadra con la presenza (era tra i pochi al “Mazzella” nel settembre del ’98, quando si ripartì dall’Eccellenza dopo la scomparsa dell’AS Ischia Isolaverde dalle scene professionistiche), con la voce e sui social. Ha partecipato alle collette così come all’organizzazione delle trasferte. Sempre in prima linea perché così diceva la mente, perché così dettava il cuore. “Certi amori non finiscono, fanno un giro immenso e poi ritornano”, come recita la canzone, ma nel caso di Pierangelo Pesce, il “giro” sembra si sia fermato anzitempo. Da un paio di anni è uscito di scena, preferendo concentrare tempo ed energie al lavoro. Quando il Real Forio gli ha chiesto di collaborare come preparatore atletico, Pierangelo ha iniziato questo nuovo percorso sportivo, legando bene con l’ambiente, con mister Leo, con Castagliuolo, i dirigenti ma soprattutto con i calciatori. Sabato c’è il derby al “Mazzella” e, nonostante ci siano tanti ex, iniziando dal più “fresco” di tutti (Massimo De Luise), passando per gli stessi mister Leo e Castagliuolo, senza dimenticare Di Spigna, Chiaiese, Capuano, Lamarra, Trani, Sirabella ecc., nel clan biancoverde nessuno più di Pierangelo conosce la storia dell’Ischia, cosa ha patito per quei colori, cosa ha significato per tanti anni la maglia gialloblù.

«CALCIO È PASSIONE» – Alla ripresa degli allenamenti, il Real Forio si è diviso tra l’arenile della Chiaia e il campo. Il prof Pesce sfrutta anche le risorse naturali per diversificare il lavoro. «Innanzitutto ci divertiamo, per noi è una passione – attacca Pierangelo al termine della seduta on the beach –. Questo è un gruppo composto da amici, qualche ragazzo lo conosco da tempo. Mi fa piacere collaborare dove non c’è stress mentale. Perché i risultati in questi tornei devono servire per poter programmare. Spero che in futuro Forio possa avere una programmazione differente rispetto a quelle che si sono succedute in questi anni. C’è un buon gruppo di giovani sul quale lavorare e quindi speriamo di poter fare qualcosa di buono».

Il discorso di Pesce è allargato anche alle altre realtà dell’isola. «A tutte le squadre isolane affinché riescano a valorizzare qualche giovane interessante che c’è sempre stato, probabilmente un po’ troppo snobbato. Tuttavia ci sono ragazzi sui quali poter lavorare. Abbiamo visto Daniele Cantelli, Giuliano Castaldi, Mario Migliaccio, non me ne vogliano i ragazzi che adesso non mi sovvengono. C’è un gruppo di giovani sui quali potersi divertire».

«DIVARIO ESAGERATO» – Sabato scorso il Real Forio ha corso per novanta minuti contro un Napoli United ben preparato atleticamente e ben messo fisicamente. Dal punto di vista dell’impegno c’era poco da dire ai biancoverdi. «Posso sembrare presuntuoso, non perché faccio parte dello staff del Real Forio (che la sua modesta parte l’ha fatta), ma dalla squadra avversaria mi aspettavo molto di più. Nonostante i tre gol. Gli ospiti sono stati bravi a sfruttare le situazioni favorevoli – spiega il preparatore biancoverde – anche perché spudoratamente aiutati dall’arbitro. Posso sembrare retorico, ma l’arbitraggio ci ha penalizzato. Il Napoli United non ha bisogno dell’arbitro per vincere, perché quando spinge può andare sempre in gol. In campo si vede quando le differenze sono sostanziali. Noi siamo una squadra di giovani. La cosa che mi ha fatto piacere è che Cantelli e Castaldi hanno messo in difficoltà la difesa avversaria, Iacono è stato autore di un recupero di quaranta metri. Qualcosa si è visto. Peccato per i ragazzi, per l’impegno profuso, poiché alla fine i tre gol di scarto a mio giudizio rappresentano una punizione eccessiva».

«BASTA CON L’ISCHIA» – Sabato il Real Forio si porterà al “Mazzella”. Quali sensazioni vivrà Pierangelo Pesce una volta varcato il cancello principale? «Sono sempre stato un tifoso dell’Ischia e lo sono tutt’ora. Purtroppo dopo gli eventi della Prima Categoria, qualcosa in me si è un po’ raffreddata. E’ come un marito e una moglie che si lasciano, con i figli a casa. Non c’è più il trasporto di prima, lo dico in tutta onestà. Sono sempre legato all’Ischia, ma in soprattutto in quest’ultimo periodo non la riconosco più. Non mi riconosco in questo progetto. Mi fa piacere se fanno qualcosa di buono per i ragazzi, per poter dare ai ragazzi la possibilità di emergere». C’è un progetto tutto isolano che dura da tempo… «Non lo metto in dubbio, per carità, ma non mi riconosco in alcuni atteggiamenti, in alcune visioni. In momenti in cui si parla della “SuperLega”, visto che parliamo di Eccellenza, dovremmo essere un tantino più genuini, più veri e ruspanti. Invece ho l’impressione che si esageri nelle espressioni, nel far assumere le cose più grandi di quelle che realmente sono. Questo è un torneo a cinque squadre, portando avanti un progetto serio ma con i dovuti accorgimenti e restando con i piedi per terra». Pierangelo conclude augurandosi che «le squadre isolane facciano sempre bene, che l’Ischia possa fare la sua degna figura, ma resto un po’ disamorato».

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