Non bastava De Laurentiis, adesso anche Spalletti comincia improvvisamente a mostrare segni di insofferenza nei confronti dei napoletani ma, soprattutto, delle loro critiche. Lo striscione firmato “I Mariuoli” che lo invita ad andarsene in cambio della restituzione della sua Panda rubatagli tempo fa, comparso in città nelle ultime ore e da lui attribuito snobisticamente “a due persone”, ha dato vita ad una serie di considerazioni fuori luogo, anche nei confronti della stampa, che lo accomunano più che mai al suo presidente.
Spalletti, un allenatore allineato alla perfezione con la società di cui ha sposato in toto la linea strategica, appoggiandola sin dal suo arrivo in modo incondizionato e, non a caso, condendo moltissime sue dichiarazioni con quelle sfaccettature tipicamente aziendaliste che per un tifoso vero e non lobotomizzato restano inaccettabili e basta.
Parlare di “straordinario risultato raggiunto” in questo campionato è l’ennesimo oltraggio all’intelligenza altrui, una considerazione presuntuosa per la sua stessa pretestuosità, un atto di guerra bello e buono verso la pazienza di chi, mai pago della disistima rivolta da tempi non sospetti verso il padrone del vapore, non ha atteso un attimo dopo le cocenti delusioni di fine campionato e le esternazioni dell’allenatore di Certaldo per accomunarlo immediatamente al tanto auspicato destino del suo datore di lavoro: togliersi dai piedi!
Nella prossima stagione il Napoli disputerà la Champions League, l’unico vero traguardo/vittoria caro alla società. Ma di certo l’ennesima promessa marinaresca di AdL che immagina un mercato “cazzuto” non basta a capire, anche sul tema della possibile rifondazione e, quindi, delle partenze, quanto si potrebbe realmente provare a fare sul serio; o, con la solita acqua da frittura, accontentarsi ancora di pesci insipidi e di uno chef mediocre quanto il suo capo e la sua spocchia.
Verranno tempi migliori in casa azzurra? Speriamo possa restare almeno la speranza.