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Per non dimenticare | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 20 gennaio 2020

L’imperituro ricordo rappresenta un traguardo estremamente difficile da conseguire, se non nella mente dei propri cari, spesso anch’essi tutt’altro che immuni da amnesie. Tra i politici che non ci sono più succede spesso che emergano commenti positivamente nostalgici anche da parte di generazioni che non li hanno conosciuti o vissuti; con lo stesso criterio, ovviamente, non mancano odio e giudizi tutt’altro che lusinghieri, basandoli sul classico “sentito dire” o sul qualunquismo tipico di chi non perde occasione per dire la propria ad ogni costo e, spesso, a sproposito.

E non c’è bisogno di essere un personaggio pubblico per ottenere questo genere di “trattamento”! Stesso e identico criterio vale anche per qualsiasi altra persona abbia guadagnato in vita un minimo di visibilità e, perché no, di soldini. Del resto, Oscar Wilde lo affermò in tempi non sospetti: “Ogni effetto bello che produciamo ci crea un nemico. Per essere popolari occorre essere delle mediocrità”.

Ciò detto, io credo che Elena Leonessa e la sua famiglia, dal 2018 ad oggi, abbiano scelto il modo migliore per far vivere la Fondazione che porta il nome dello zio Salvatore. Fino a qualche anno fa, questo sodalizio era dedito ad attività di cui nessuno o pochi avevano notizia, affiancando -ad esempio- la Curia e la chiesa locale in iniziative sostenute economicamente ma mai patrocinate apertamente e, di conseguenza, poco premianti la memoria di un indiscutibile protagonista del panorama economico e turistico ischitano, più che di un imprenditore inviso per il suo stesso successo.

Con il dono del nuovo mammografo all’Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, il recente bando per le tre borse di studio a sostegno di altrettanti potenziali manager turistici del futuro e l’acquisto dell’elettrobisturi che, sempre al Rizzoli, sarà presentato il prossimo 22 gennaio, la Fondazione Leonessa è scesa finalmente in campo alla grande nel nostro sociale, mettendoci faccia e soldi e intraprendendo quella strada che lascia segni indelebili e incide sul ricordo e la riconoscenza anche di una comunità ormai in preda all’ignavia come la nostra. Bravi!

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