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Per la morte di Francesco Taliercio la Procura chiede il rinvio a giudizio di Davide Elia

By Redazione Web

October 24, 2019

Paolo Mosè | Per Davide Elia il sostituto procuratore della Repubblica di Napoli Rametta ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio stradale contestando l’aggravante per essere stato rinvenuto con un tasso alcolemico superiore alla norma e per uso di sostanze psicotrope. E’ già stata fissata l’udienza preliminare dinanzi al gup, che avrà il compito di valutare le diverse consulenze che sono state eseguite sia dall’accusa che dalla difesa, rappresentata dall’avv. Cristiano Rossetti, il quale si troverà di fronte anche una parte civile che formalizzerà l’istanza con gli avvocati Genni Tortora e Cecilia Prota.

Una indagine preliminare che ha visto un serrato confronto tra il difensore dell’imputato e lo stesso pubblico ministero al fine di discutere sulla sussistenza della ipotesi aggravata che è stata poi contestata nel capo d’imputazione inviato al magistrato che dovrà decidere sul rinvio a giudizio. In ordine al decesso del giovanissimo Francesco Taliercio, investito dall’autovettura dell’imputato che durante una curva sul tratto stradale che collega Casamicciola a Ischia e viceversa è finito nella carreggiata opposta, ove transitava in quel momento il giovane a bordo del proprio ciclomotore. Alla fine è prevalsa la tesi di una responsabilità piena dell’Elia, che si era messo alla guida in piena notte in uno stato psicofisico non compatibile con la guida di un veicolo. Ed era stata affrontata anche la possibilità di poter chiudere questo capitolo penale con un patteggiamento ed il pubblico ministero ad un certo punto si era dimostrato disponibile, ma ad una pena superiore ai quattro anni di reclusione. Non ritenuta soddisfacente per l’avv. Rossetti, che ha ritenuto, tramite anche i suoi consulenti di fiducia, che non vi fossero le condizioni per mantenere in piedi le aggravanti. Spiegando che la positività all’assunzione di sostanze psicotrope era legata soprattutto a prescrizioni mediche per un equilibrio soprattutto psichico dell’allora indagato. E che queste sostanze non fossero per nulla incompatibili con la guida di un veicolo. Inoltre, per quanto attiene la positività all’assunzione di sostanze alcoliche, anche qui la difesa ha specificato di una presenza accertata subito dopo i fatti ad un tasso di 1,50 g/l. E che il tutto era riconducibile all’aver assunto poco prima due birre, che avrebbero modificato il tasso. Il sostituto procuratore sul punto è stato irremovibile, ritenendo che vi fossero tutte le condizioni per mantenere ferma l’ipotesi accusatoria e andare a questo punto dritti dritti verso il processo innanzi al tribunale.

LE CONSULENZE

Non è da scartare che l’avv. Cristiano Rossetti decida di scegliere l’altro rito alternativo, ovverosia l’abbreviato, discutendo con il gup l’intera vicenda per stabilire le modalità del sinistro mortale e sulle cause. E tutto si decide sulla base di ciò che è presente nel fascicolo del pubblico ministero con annesse anche le consulenze della difesa. E’ una scelta non facile, dato che le pene per questo tipo di reato con le aggravanti annesse possono condurre a sanzioni molto pesanti, che se venissero confermate nei vari gradi di giudizio comporterebbe sicuramente l’espiazione della sentenza passata in giudicato. E’ una valutazione complessiva che si sofferma anche sul giudicante, per capire quale potrebbe essere un orientamento di fronte ad un decesso che ha distrutto i genitori del ragazzo e che ha avuto contraccolpi anche nell’opinione pubblica. Essendo Francesco Taliercio morto dopo una brevissima agonia ed i soccorsi risultarono del tutto inutili. I medici che intervennero ne constatarono il decesso.

Tutto ciò che è accaduto nella notte tra il 9 e il 10 maggio scorso è stato per così dire vivisezionato. Già con il primo intervento dei carabinieri del Radiomobile che eseguirono i rilievi per comprendere quale fosse stata la traiettoria della Fiat Panda guidata da Elia, che senza un giustificato motivo aveva invaso la carreggiata opposta scontrandosi frontalmente con lo scooter guidato dalla vittima. E in quel momento un primo approccio sulla velocità che teneva l’autovettura era stata approssimativamente valutata e solo gli accertamenti del consulente tecnico ing. Pellegrino hanno sciolto ogni riserva. Non siamo nel campo di una velocità così sostenuta da non poter consentire di affrontare la curva e rimanere all’interno della propria carreggiata. Dall’altra c’è la consulenza dell’ing. Longobardi, scelto dalla difesa. Sono due tesi che si contrappongono per alcuni aspetti e i dubbi potranno essere sciolti soltanto con una verifica nell’ambito del processo, se la difesa opterà per il rito ordinario dinanzi al giudice dell’udienza preliminare. In caso contrario sarà proprio il gup a valutarne la consistenza e la esatta ricostruzione dei fatti leggendo attentamente le consulenze contrapposte.

ANCORA AI DOMICILIARI

Tutto è stato comunque valutato e il pubblico ministero ha ottenuto quelle risposte che aspettava prima di procedere alla chiusura delle indagini preliminari, come notificato a Davide Elia, che attualmente è sottoposto agli arresti domiciliari. Misura cautelare che era stata imposta nella immediatezza dei fatti dal pubblico ministero di turno, che aveva disposto la sua traduzione nella residenza abituale in attesa dell’udienza di convalida. Avvenuta qualche giorno dopo dinanzi al gip Attena, che ascoltò l’indagato e decise di confermare la misura coercitiva. Ritenendo che vi fossero gravi indizi di colpevolezza a suo carico ed improrogabili esigenze cautelari al fine di evitare di reiterare la medesima condotta, anche se i carabinieri subito dopo procedettero al sequestro della patente. In quella sede si analizzò anche la dinamica del sinistro e il giudice ebbe l’esatta descrizione dell’accaduto per le prove fotografiche che erano state allegate nella comunicazione notizia di reato ove si appalesava la distruzione del motorino di Francesco Taliercio. A dimostrazione che l’impatto fu violento, tant’è vero che il giovane conducente venne sbalzato a diversi metri di distanza. E pur avendo indossato il casco, l’urto tremendo provocò serissimi danni agli organi vitali, che lo condusse in pochissimo tempo verso la morte. Elia dal canto suo cercò di ricostruire la dinamica e soprattutto cercando di dare una spiegazione di come non fosse riuscito a rimanere all’interno della sua corsia. Non dando risposte esaustive del perché invece si era ritrovato in quella opposta. Non potendo confrontarsi da solo in quel momento di fronte a rilievi tecnici eseguiti dalle forze dell’ordine che ne confermavano una netta responsabilità.

L’altro dato sul quale i carabinieri diedero atto è che Elia si fermò subito dopo per prestare i primi soccorsi al ragazzo. Parcheggiando l’autovettura nelle vicinanze, ma a causa del dislivello stradale la Fiat Panda scivolò per circa 100 metri prima di fermarsi nei pressi di un albero che costeggia il marciapiede. La difesa ha anche proposto la possibilità che la “incapacità” del guidatore a mantenere l’auto nella propria corsia potesse essere legata ad un cattivo funzionamento meccanico dell’utilitaria. Circostanza che in questa sede viene scartata dal consulente del pubblico ministero, che ha svolto una accurata verifica sulla Fiat Panda sottoposta nella immediatezza dei fatti a sequestro giudiziario.

Una nota bisogna ancora farla, di fronte ad una tragedia simile. Come sempre abbiamo evidenziato nel passato, le tragedie che si consumano sulle strade non fanno riflettere chi si mette alla guida di un’autovettura o afferra e conduce uno scooter. Sistematicamente si cerca l’ebbrezza della velocità, si sorpassa spericolatamente infischiandosene della segnaletica orizzontale con linea continua, che sta a significare che non bisogna sorpassare chi sta davanti. Ed è una scena che si ripresenta a ogni istante con tutta la manifesta pericolosità sulla Sopraelevata, dove ai conducenti non basta percorrerla a 40-50 km/h. Bisogna andare più forte, incuranti dei pericoli.