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Per i veneti siamo questi. “Il sindaco di Ischia non si pente…”

By Redazione Web

February 28, 2020

Gaetano Di Meglio | Antonio Scolamiero, il 25 febbraio, ha intervistato il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino. Una intervista di cui riportiamo alcuni stralci, ma che ci serve per capire quale sia il sentimento e la posizione che circola in Veneto.Il giornalista de Corriere del Veneto, Corriere della Sera, apre il suo articolo così “Pensava di fare una cosa buona, per la comunità di Ischia. Ma Enzo Ferrandino, il sindaco del più grande dei cinque Comuni dell’Isola Verde non immaginava nemmeno che quell’ordinanza (sua e degli altri quattro colleghi dei comuni isolani) che prevedeva il divieto di sbarco per i cittadini lombardi e veneti scatenasse un vero e proprio putiferio. Tanto da spingere il prefetto di Napoli, Marco Valentini ad annullarla a tempo di record.”

Poi, commentando il “famoso” video in un altro articolo aggiunge “E sembra essere questo proprio il caso di Ischia, meravigliosa isola delle Flegree, nel Napoletano, dove domenica scorsa il sindaco Enzo Ferrandino aveva deciso, con ordinanza, di vietare lo sbarco a chi proveniva da Veneto e Lombardia (regioni dove si sono sviluppati i primi focolai di infezione da Covid-19). Come si sa, l’ordinanza era stata bloccata l’indomani dal prefetto di Napoli (anche se il sindaco ha dichiarato di non essere razzista e non pentito); ma a testimonianza del clima che c’è sull’isola basterebbe guardare questo video, ripreso proprio la stessa domenica 23 febbraio.

Scolamiero pone domande chiare. E’ il 25 febbraio quando in Veneto leggono che il sindaco di Ischia risponde che così al giornalista che gli chiede se era convinto dell’ordinanza: “Pienamente e lo sono ancora. Bisogna attuare iniziative che permettano di circoscrivere il virus evitando che si espanda. Ma il prefetto l’ha annullata” Secondo Ferrandino, infatti, bisognava evitare “di trasformare l’isola come la nave da crociera lasciata in quarantena in Giappone” E alla domanda “Non le sembra un accostamento esagerato?” Ferrandino risponde così: «Niente affatto. Ischia ha una popolazione di 60mila abitanti, e un ospedale con soli 60 posti. Alla luce del fatto che ogni settimana approdano sull’isola migliaia di turisti, in caso di contagio cosa accadrebbe?».

Appunto, in caso di contagio che, stando alla cronaca di questi giorni potrebbe arrivare da ben 9 regioni Italiane e non solo queste due e che sarebbe potuto arrivare da quelle “centinaia” di turisti che viaggiano insieme con i turisti di Lombardia e Veneto. Ma, per fortuna, è intervenuto il Prefetto.

Mentre le pagine web dei giornali del nord si riempiono di commenti “contro Ischia”, mentre Formigli ci cita nel suo “Piazza Pulita” e mentre tutta Italia si interroga su come ridimensionare il fenomeno, abbassare i toni e provare e riprendere la vita di tutti i giorni come fa Milano e come fanno molte regioni del Nord, mentre i ministri Di Maio e Speranza parlano alla “stampa estera” per dire che non siamo gli “appestati” di tutto il mondo, manca ancora il grande “scusa Italia” dei nostri comuni. Sul piano istituzionale e nazionale quello che i nostri sindaci hanno fatto, senza pentirsi a questo punto, ha lo stesso valore di quanto fa il “resto del mondo”. Israele, infatti, è solo l’ultimo dei Paesi che hanno deciso di bloccare l’ingresso agli italiani come misura preventiva contro la diffusione del coronavirus. L’elenco comprende anche Giordania, Arabia Saudita, Bahrein, El Salvador, Mauritius, Turkmenistan, Iraq, Vietnam, Capo Verde, Kuwait e Seychelles. L’elenco viene costantemente aggiornato sul sito ViaggiareSicuri della Farnesina.

E come questi 12 paesi, se il Prefetto di Napoli non avesse annullato la folle ordinanza dei sindaci dell’isola d’Ischia emessa domenica mattina oltre ad aver danneggiato la nostra stessa nazione, ci saremmo trovati sulla stessa posizione di questi paesi esteri. Già questa riflessione basterebbe per dire che i sindaci hanno sbagliato tutto. Ma sembra che non sia così per la maggior parte degli ischitani che, ancora oggi, continuano a riempire il web di posizioni sbagliate. Continuare a dire che abbiamo un ospedale inadatto, piccolo, che i trasporti non funzionano, che siamo messi male, non facciamo altro che aggiungere oltre al razzismo e alla vergogna dei sindaci e di qualche invasata, anche una fotografia falsa della realtà.

Il danno arrecato al turismo ischitano è incalcolabile. Così, mentre Capri rintuzza e accusa De Luca di aver annunciato un calo del 40% non registrato, da Ischia continua il silenzio, imbarazzante dei sindaci. Noi che il calo lo stiamo avendo, noi che il calo lo continueremo ad avere, in maniera istituzionale siamo fermi e muti. Così, mentre un video sbagliato continua ad esporci al pubblico ludibrio e istiga i “polentoni” ad essere ancora più “polentoni”.

Così, mentre il popolo ischitano continua non sentirsi italiano e continua a volere “porti chiusi”, gli imprenditori del turismo sono costretti a chiedere “scusa” e si moltiplicano le iniziative promozionali private per provare a fermare l’emorragia di disdette. Dopo DimHotels che ha lanciato il suo #ISCHIAyouarewelcome e Imperatore Travel ha spiegato le sue motivazioni, ieri si sono aggiunti anche il gruppo DicoHotels e il portale “Pronto Ischia”

“Felici di ospitarvi. Sempre!” è il claim di “Pronto Ischia” che si accompagna con un testo snello e chiaro: “Da anni siamo impegnati nella promozione di Ischia e nel cercare di soddisfare le richieste di chi si affida a noi per organizzare la propria vacanza sull’isola. L’accoglienza è la nostra mission e la perseguiremo oggi come ieri, felici di ospitarvi sempre, senza distinzioni etniche e/o geografiche di alcun tipo. Per quel che ci riguarda, in una fase così delicata per il nostro Paese, è giusto che la tutela della Salute pubblica sia nelle mani dello Stato, che ha l’Autorità e tutti gli strumenti per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Qualsiasi forma di allarmismo veicolato da social e mass media – per quanto comprensibile sotto certi aspetti – non rappresenta in alcun modo né la linea della nostra agenzia, né tantomeno il comune sentire degli abitanti dell’isola d’Ischia. Supereremo anche questa difficoltà tutti insieme” Anche Pronto Ischia è costretto a rimarcare il concetto “senza distinzioni etniche e/o geografiche di alcun tipo” perché, purtroppo, questo è il nemico costruito dall’ordinanza dei sindaci e dalla diffusione del famoso video.

Dico Hotels, il gruppo che fa capo a Peppino e Franco Di Costanzo, diffonde il suo “Dico Grazie”

«Siamo la terza generazione di una famiglia di albergatori – scrivono i Di Costanzo – , che negli anni continua a tramandare accoglienza, cordialità e disponibilità. Alla base di tutto ciò, c’è la voglia di far conoscere la nostra isola, farla amare, regalando Emozioni, Relax e Spensieratezza ai nostri Ospiti. È vero, stiamo attraversando un periodo difficile, ma ben presto, come altri, anche questo sarà un lontano ricordo. Il nostro unico obiettivo – continuano – è sempre stato quello di regalare sole, mare, terme e tranquillità, lavoreremo affinché questo non cambi mai. Vogliamo ringraziare fin da ora tutti coloro che anche quest’anno ci onoreranno della loro presenza nei nostri alberghi. Noi dal nostro canto ci impegniamo a mettere ancora più passione, dedizione e attenzione alla salute dei nostri Ospiti».