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venerdì, Aprile 19, 2024

Peppino Di Costanzo: Di Ratzinger ricordo la semplicità e l’umiltà, chiunque fosse il suo interlocutore

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Il giudizio sul suo pontificato: «Benedetto XVI è stato sempre molto profetico su alcuni aspetti problematici del mondo cristiano». Le dimissioni: «Quello che molti temevano, ovvero che la compresenza di un Papa emerito e un Papa regnante potesse creare una dicotomia nell'ambito ecclesiastico, non è avvenuto. Questo è un altro miracolo»

Gaetano Di Meglio | Nel giorno del funerale del Papa emerito Benedetto XVI, è particolarmente significativo il ricordo che ne conserva Peppino di Costanzo, che ebbe modo di conoscerlo durante un suo soggiorno ad Ischia da Cardinale.

«Il Cardinale Ratzinger, Papa Benedetto XVI, venne ad Ischia in occasione di un convegno e rimase sull’isola per tre giorni. Parlava con tutti con una tale semplicità e umiltà, da non far mai pesare la suo enorme preparazione culturale, storica. E parlava con tutti, anche con i clienti dell’hotel, perché era il mese di ottobre e in albergo c’erano ospiti tedeschi. Anche durante le sue passeggiate si mostrava sempre affabile e questo aspetto mi ha sempre colpito. In quell’occasione, lo ricordo in maniera vivida, ebbe un incontro con la stampa e molti giornalisti non avevano un minimo di preparazione religiosa o cultura storica della vita della Chiesa, tuttavia lui rispose a tutte le domande, anche a quelle più modeste, come se gli avessero posto dei quesiti fondamentali. E questo, devo dire la verità, mi ha molto colpito.

In quell’occasione stringemmo un bel rapporto con il segretario dell’epoca, Josef Clemens, non quello che adesso viene sempre citato. Clemens venne due o tre volte a Ischia e ci ha sempre raccontato di come l’allora Cardinale Ratzinger fosse rimasto colpito dall’isola, dalla frequentazione dei fedeli nelle chiese, di come fossero sentiti i sacramenti. Ad ogni visita di Clemens, noi gli mandavamo un dono come ricordo di Ischia e lui lo apprezzava sempre. Erano cose molto semplici, niente di particolare, ma di sicuro si era creata questa simpatia nei confronti di Ischia».

Sul suo pontificato, qual è il tuo giudizio?
«Ma chi sono io per giudicare, direbbe? Ratzinger è stato sempre molto profetico su alcuni aspetti problematici del mondo cristiano, non direi solo cattolico. Vedeva molto lontano, avvertiva i pericoli del relativismo, della cultura del gender e forse è stato tra i primi a rendersi conto di questi grandi pericoli. Per questo dico che è stato molto profetico. Inoltre, teneva molto a che non ci fosse discontinuità prima e dopo il Concilio, come poi risulta dai documenti conciliari. Invece se ne è creata una molto forte, che tutto ciò che viene dopo il Concilio è giusto e tutto ciò che c’era prima era da abbandonare, da dimenticare».

E’ colpa delle rivoluzioni?
«No, è colpa anche del clero che non ha saputo difendersi. Mettilo pure in evidenza. Ricordo sempre che quando c’è stata la riforma luterana e il crollo del cattolicesimo in Inghilterra, i primi ad abbandonare il cattolicesimo sono stati i principi, i vescovi e i responsabili. Il popolo è rimasto per molto tempo, anche dopo il protestantesimo, profondamente legate al mondo cattolico»

Il gesto delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, oggi che si celebra il funerale. Che è ovviamente una congiuntura storica che ci fa riflettere, che ci porta veramente nella storia a prescindere poi dalla religione.
«Quella del Cardinale Ratzinger è stata in realtà la prima grande dimissione al pontificato perché la precedente, quella di Celestino quinto, in fin dei conti, fu imposta. Questa, invece, è una scelta individuale e anche in questa scelta, il Papa emerito ha dimostrato una grande umiltà praticata, poi, negli anni in cui ha vissuto e come li ha vissuti. Ha vissuto pregando nel Vaticano, senza fare dichiarazioni particolari, se non affermando i principi della fede. Veramente non ha avuto sbavature. Quello che molti temevano, ovvero che la compresenza di un Papa emerito e un Papa regnante potesse creare una dicotomia nell’ambito ecclesiastico, non è avvenuto. Questo è un altro miracolo».

Questa mattina vedremo un Papa che celebra il funerale di un altro Papa. Insolito…
«Direi che è un atto dovuto. Scusami se posso fare una battuta del genere».

Voglio dire, siamo abituati a “morto un Papa se ne fa un altro”, invece in questo caso…
«Benedetto XVI è il Papa emerito e l’attuale Papa, il regnante, si chiama Francesco. Chiuso. Benedetto XVI è stato un fedele della Chiesa importante. Un fedele che ha svolto ruoli fondamentali prima con Giovanni Paolo II principalmente e poi anche direttamente nel momento in cui è stato chiamato a questo compito così importante e così difficile. Ed è chiaro che non ci poteva essere persona più idonea dell’attuale Pontefice a celebrare il suo funerale».

Quale è la lezione che ci lascia Benedetto XVI?
«Quella che ti ho detto: cercare Cristo, amare Cristo, seguire Cristo, studiare Cristo. Cioè avere una visione a 360 gradi del rapporto tra l’uomo e la fede».

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