Il porto di Lacco Ameno non finisce mai di stupirci. Mentre si attende il prossimo 9 ottobre per conoscere il verdetto del TAR sui ricorsi presentati dalla Palermo Group contro gli auto-affidamenti dell’approdo al Comune, il sindaco Pascale tiene alta l’attenzione sui social sulla vicenda. Per comprendere a pieno, però, l’intera vicenda pubblichiamo l’atto di accusa di Pascale e la replica di Giuseppe Perrella.
L’ATTACCO DI PASCALE
“Cari concittadini, buongiorno dalla casa comunale, relativamente alla banchina dei mega yacht, Vi informo (soprattutto ai più giovani), che nel 2003 la realizzazione di tutta l’opera costo 280.000 euro di cui 160.000 per la sola struttura metallica. Come sapete detta struttura, unitamente agli impianti, alle attrezzature ecc … fu consegnata in sub concessione alla società proponente il project-financing nel 2016. Nonostante la denuncia – querela del 20 giugno scorso e la diffida alla restituzione di luglio … ad oggi non è stata riconsegnata al Comune (legittimo proprietario).
Per cui stamattina ho incontrato in comune l’Avv. Vignola a cui la giunta ridà mandato per portare avanti ogni utile azione, anche penale, a difesa dei “Vostri interessi” tenuto conto che anche queste somme sono state pagate dalla nostra comunità (tutti Voi) con altro mutuo all’epoca contratto. Resto fiducioso nel lavoro dello studio legale Vignola, delle forze dell’ordine e della magistratura. Vi ricordo che, se non riuscissimo a rientrare in possesso della VOSTRA struttura, saremmo costretti, per riacquistarla, ad indebitare il comune per circa 300.000 euro. Vi ricordo infine, che l’area è stata già interessata da lavori per 250.000 euro a valere sui fondi DUPIMM – isole minori – triennio 20/22, finanziamento da noi ottenuto, che ho voluto destinare al ripristino della banchina mega yacht. Senza rancore e senza nostalgia”.
A queste accuse di Giacomo Pascale, che già illustrano quale sia la posizione dell’ente di Piazza Santa Restituta e del primo cittadino, abbiamo chiesto al diretto interessato, Giuseppe Perrella, accusato in pubblica piazza di essere un ladro, questo si evince dai post del primo cittadino, di darci la sua versione dei fatti.
LA REPLICA DI PERRELLA
Partiamo dal cuore della vicenda, perché non ha riconsegnato al comune la struttura in ferro così come l’accusa il sindaco Pascale?
“Intanto bisogna fare delle precisazioni. La struttura che il sindaco rivendica, in particolare quella realizzata nel 2003 con i fondi pubblici, in un periodo molto antecedente alla mia gestione. Sono arrivato a Lacco Ameno per la prima volta nel 2013, quindi 10 anni prima, con concessioni semestrali tra l’altro, e la struttura stata rifatta dal sottoscritto perché era deperita e non utilizzabile. Nel 2016, quando presentammo la proposta di project financing l’abbiamo rifatta ex novo sempre a cura e a spese della mia società. Il sindaco, che non si capisce di quale comune sia primo cittadino, non ricorda che nel 2019 la struttura che oggi rivuole indietro fu danneggiata dalla famosa mareggiata che non pochi danni procurò all’intero approdo. Da 2020 ad oggi, quella struttura non è mai stata più rimontata e i maxi-yacht a Lacco Ameno non hanno più attraccato”.
Ma di quale struttura stiamo parlando?
“Per illustrare meglio a chi legge di cosa stiamo parlando, provo a risponderla. La struttura in ferro della banchina di maxi-yacht rappresenta tutta quella parte che viene montata a sbalzo tra la banchina di cemento e il lato mare per consentire l’attracco dei mezzi. Questa struttura, che, come dice il sindaco, è tutta realizzata in ferro, come tutte le strutture in ferro, hanno un loro ciclo di vita naturale. Per di più dobbiamo aggiungere che la stessa è a diretto contatto con il mare e che, come vi ho già detto, nel 2019 è stata distrutta dalla mareggiata.”
E ora dove si trova?
“Prima di risponderla, volevo chiarire che fino al 2020, anno del covid e non solo, la struttura in ferro è rimasta non solo danneggiata, ma anche esposta agli agenti atmosferici e alle intemperie. E’ bene ricordare a chi ci legge che stiamo parlando della struttura danneggiata dalla mareggiata del 2019 e vorrei aggiungere anche un altro particolare.”
Prego
“Quando il sindaco Pascale si lancia in certe accuse, come ha fatto anche in questa circostanza, mi viene il dubbio che davvero sia il sindaco di un altro comune e non di Lacco Ameno”
In che senso?
“Le spiego. Fino all’anno 2020, ovvero fino a quando Pascale non aveva nemici giurati che gestivano il porto, ma, anzi, gli erano molto amici e assidui frequentatori, la struttura che oggi rivendica veniva conservata durante l’inverno presso uno spazio ricavato all’interno di Villa Arbusto. Era un modo per conservare una infrastruttura importante, nonostante le due dimensioni e avevamo anche l’occasione di poterla conservare in maniera catalogata così da rendere più facile il suo rimontaggio.
Parliamo di diversi metri quadrati di ferro che avevano una particolare sequenza da rispettare. Mentre il paese era alle prese con il ballottaggio del 2020, dal comune di Lacco Ameno, attraverso il dirigente D’Andrea, mi fu ordinato lo sgombero immediato dell’area di Villa Arbusto dove era conservata la struttura in ferro. Che, secondo quanto sbraita il primo cittadino era del comune”
E lei cosa fece?
“A mia cura, come è capitato spesso, come i generatori della corrente elettrica per la gestione del porto e come le autobotti per fornire ai diportisti l’acqua corrente, mi sono dovuto far carico del fitto di un terreno e del successivo trasloco della struttura che, evidentemente, in quel frangente non era del comune ma era mia”
E ora la struttura?
“La struttura, come le ho detto, cioè quella che io ho realizzato nel 2016 e che era stata danneggiata dalla mareggiata del 2019, solo recentemente sono stato costretto a smaltirla perché il deterioramento della stessa mi esponeva ad un rischio denuncia per aver realizzato una discarica abusiva di materiale ferroso in un terreno senza autorizzazioni”
Credo che fino a questo punto abbiamo chiarito la sua posizione. Nel frattempo, il sindaco, come un mantra, l’accusa di non aver versato la cifra di un milione di euro nelle casse del comune? Cosa risponde?
“Questa è la bufala del secolo che Giacomo Pascale dice ad ogni occasione perché, in verità, non ha altri argomenti da poter rivendicare. Non nascondo che tra la mia società, la Marina di Capitello scral e il comune di Lacco Ameno ci sia un forte contenzioso in essere, un contenzioso così importante che, al momento, vede perdente, alla luce delle sentenze che in Italia hanno ancora un valore, il comune di Lacco Ameno nei confronti della mia società. La storia del milione non regge da nessuna parte. Anzi, è una storia che mi ha anche stancato e visto che al sindaco piace annunciare le denunce, sto pensando di risponderlo con la stessa moneta”.
Lei fa riferimento al famoso Lodo? Ma non è stato impugnato?
“Senza scendere nel dettaglio tecnico della vicenda a cui faccio riferimento ovvero al famoso Lodo, al momento nonostante il suo iter ancor aperto, resta l’unica certezza sulle spettanze economiche che intercorrono tra Marina di Capitello e il Comune di Lacco Ameno. In poche parole, è il Comune che mi deve risarcire di oltre 300 mila euro per gli errori che ha commesso e per il mancato rispetto dei patti contenuti nel project financing”
Ma non avevate trovato un accordo prima del sequestro?
“Si, avevamo trovato un accordo che, però, è saltato dopo il sequestro del porto. È inutile parlare di quello che sarebbe stato il nostro accordo, basta evidenziare solo un particolare”
Quale?
“Lo chieda a Leonardo Mennella e Giovanni De Siano e gli chieda anche se dovevo o meno un milione di euro al comune di Lacco Ameno”
Mi levi una curiosità, davvero quest’estate si è fatto solo bagni?
“Su quella che è stata la mia estate, mi permetta, non devo dare risposte a lei. Quello che più mi rattrista e rammarica e non ci dormo ancora la notte sono diversi motivi. Mi rammarica aver dovuto dire quest’anno non si lavora ai miei 22 dipendenti e alle loro famiglie, vedere il corso Angelo Rizzoli vuoto rispetto agli anni scorsi e, la cosa che più mi lascia disgustato sono le scene indegne che abbiamo visto al porto di Lacco Ameno. Bivacchi, le tavole di legno dei pontili usate come legna per la brace, spazzatura ovunque quando non veniva gettata in mare e tutto il resto che voi avete anche raccontato. Togliere il porto a Perrella per tenerlo chiuso non è una vittoria, è stata la sconfitta per Lacco Ameno”
Mi sembra di vivere in un mondo surreale. Dove sono le prove dello smaltimento della vecchia struttura di cui non eri proprietario??? Lo hai venduto come ferri vecchi? Ci hai guadagnato? Chi ti a autorizzato a venderlo? Non era tua! Hai fatture per trecentomila euro da dove si capisce che hai acquistato la nuova struttura? Quindi hai detto che della vecchia struttura non c’era più niente? A chi lo racconti? Chi ha lavorato per lo smontaggio sa bene tutto!!!! Cose da pazzi. Tu e il tuo socio avete mangiato troppo. Il grasso fa male al cuore!