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venerdì, Aprile 19, 2024

Pensavo fosse un “rolex”, invece Angelo Scalzone era solo un “casio”

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SPECIALE COMMENTO IGNORANTE | Dieci minuti. È il lasso di tempo che va dall’inizio della partita alla pioggia di fischi per il grande ex. Perché si ritorna sempre dove si è stati bene, ma Angelo Scalzone lo fa da avversario e con un’altra maglia. Dalla lotta per il vertice con l’Ischia alla bagarre salvezza col Savoia. Di mezzo, la brevissima quanto impalpabile parentesi di Ercolano. La vita calcistica del classe 1989 è stata stravolta in poche settimane. Prima l’ambizione di trascinare la capolista, poi la cessione dal sapore di bocciatura. Il club di Pino Taglialatela l’ha aspettato, l’ha coccolato e l’ha rimesso in piedi: il centravanti è arrivato sull’isola in condizioni fisiche non esaltanti, a causa di un infortunio al ginocchio rimediato nel finale della scorsa stagione in quel di San Giorgio a Cremano. Lo staff tecnico ci ha lavorato, gli ha consentito di ritrovare la giusta forma e si è riservato un trattamento speciale. Non sono mancate le apparizioni in campo nella staffetta con Padin, qualche guizzo in area di rigore e le esultanze avvolto dal pubblico amico.

“Col mister c’è stato un rapporto chiaro fin dall’inizio, sono stato inattivo per diversi mesi. All’inizio è stata dura, però sono riuscito ad adattarmi. Il poter correre, passare e calciare, assieme ai miei compagni durante gli allenamenti, mi è stato d’aiuto nella ripresa. Durante le prime partite, il mister mi ha permesso di riprendere a giocare in maniera graduale, facendomi abituare di nuovo a quei ritmi”, così Scalzone ai nostri microfoni il 28 settembre. Il mercato di dicembre, tuttavia, ha diviso le strade tra l’Ischia e il calciatore. Ci ha pensato Enrico Buonocore, limpido come sempre, a rivelare il motivo della separazione alla vigilia della partita vinta sul campo del Sant’Antonio Abate: “Abbiamo fatto un’analisi tecnica, dal suo arrivo al suo addio Scalzone è un altro giocatore. Ha bisogno di giocare con un attacco a due, a livello di qualità è uno dei più bravi in questa categoria. È stato fermo troppo tempo, ho cercato di aspettarlo ma bisognava pensare all’Ischia e scegliere chi dava maggiori garanzie”. Un rapporto, dunque, che si è spezzato e incrinato: non con una persona nello specifico, ma con l’intero ambiente. La testimonianza? I fischi arrivati dagli spalti durante il match del Mazzella. Scalzone affronta la trasferta proprio col Savoia, la squadra che ha punito all’andata con la prima rete in maglia gialloblù. Un girone più tardi, il contesto è totalmente opposto. Uno spunto interessante al terzo giro di lancette, più tardi il brutto gesto nei confronti di Pastore. Il difensore vince un contrasto, i due vanno giù e si rialzano, strattonandosi a vicenda.
Reazione dura quella dell’attaccante, allontanato prontamente da Chiariello. La tifoseria di casa rumoreggia, non accetta la provocazione sul campo: l’arbitro non ha dubbi e sventola il giallo. Segue una gara di sofferenza per il 58, ben marcato dalla coppia arretrata di Buonocore e pericoloso solo in una situazione al 38’ su servizio Di Dato: c’è Gemito ad evitare il più classico gol dell’ex. Post-match sull’isola si vive una sensazione di poca gratitudine da parte della prima punta: l’atteggiamento, ruvido e a tratti irritanti, non convince quanti giunti al Mazzella per sostenere la capolista.
Duelli fisici con chi è stato protagonista nelle porti girevoli di dicembre, lo stesso Pastore autore dell’ennesima prestazione super. Impatto totalmente differente per il nuovo centrale, funzionale nello scacchiere tattico e rapido nel comporre una cintura difensiva invalicabile. Il 2 tiene a bada l’intero pacchetto offensivo di Criscuolo e limita le giocate di Scalzone, nervoso e per nulla incisivo nel secondo tempo. Ci si attendeva una condotta diversa per il ritorno più sentito e invece l’Ischia deve accontentarsi… dei tre punti. In una delle settimane più calde per il gossip internazionale, dove Ferrari e Rolex si sono trovate in contrapposizione con Twingo e Casio. Un po’ ciò che è accaduto al Mazzella.

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