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venerdì, Aprile 19, 2024

Parcheggio Siena: la luce in fondo al tunnel?

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Un amico di Facebook proprio ieri pubblicava una foto del cantiere ex Parcheggio della Siena (oggi va definito convenzionalmente così, obtorto collo) in preda ad un allagamento più cospicuo del solito. Manco a farlo apposta, pochi minuti dopo, venivo sollecitato da un imprenditore della zona il quale, riconoscendomi –bonta sua- una certa obiettività nell’affrontare gli argomenti di venerdì in venerdì in questo spazio editoriale, mi chiedeva di far luce su questa intricata e mai troppo ben chiarita vicenda dei lavori in quell’area e della loro ultimazione.

Devo ricordare, nel rispetto di quella verità a me tanto cara, che solo quattro mesi or sono dedicai un altro 4WARD a questo argomento, manifestando tutta la mia preoccupazione (che in qualche modo coincide tuttora con quella di qualsiasi cittadino comune) rispetto alla lentezza con cui il cantiere procedeva e, in quel caso, con lo scarso numero di maestranze ivi impiegate, al punto da destare l’impressione che l’opera ristagnasse da tempo nel medesimo stadio. Le conclusioni di quel pezzo, ancora attualissimo, potrebbero essere sintetizzate da questo passaggio: “Non sono un tecnico, lo sapete, né amo cimentarmi in valutazioni che comportino competenza specifica o, perlomeno, opportuna documentazione, senza dotarmi di una delle due a portata di mano. Ma da cittadino, a questo punto (e non solo per il numero di operai che ho visto lavorare), sono estremamente preoccupato sui tempi di ultimazione di questo cantiere. Ho grossa stima di Pino Mattera, l’architetto progettista, sicuramente uno dei guru in circolazione in questo genere di opere, ma temo che al punto in cui ci troviamo la speditezza dei lavori sfugga finanche al suo stesso controllo ed alla sua volontà. Così come ho auspicato che per il parcheggio ex Jolly ci possa essere un incontro pubblico per tranquillizzare in modo serio e definitivo sia le persone serie sia i soliti buontemponi preoccupati ex post da tale realizzazione (passaggio, questo, superato in virtù dell’estrema speditezza dei lavori dopo la nota “pausa giudiziaria” -ndr), spero si possa fare ugualmente per lo stato dell’arte del cantiere di proprietà dell’Avvocato Santaroni, che pur ricadendo in area privata, ci tocca tutti direttamente. E non solo perché ci sono in ballo anche soldi pubblici!”

Prima di ogni altra considerazione, vorrei richiamare proprio il concetto di chiusura di questa citazione: non è giusta e non è concepibile la teoria che un’opera di un privato in proprietà privata non sia contestabile da parte del cittadino. Non è giusta innanzitutto perché, nel caso di specie, essa è oggetto di finanziamenti pubblici che affiancano lo sforzo imprenditoriale pur lodevole del privato; ma soprattutto non è giusta quando si considera che quel cantiere, situato a cielo aperto nel bel mezzo del paese, a un passo dal mare e dall’inizio del centro storico, pur rappresentando un possibile, indiscutibile, futuro vantaggio per la comunità, oggi possa risultare causa di ricadute d’immagine e di disservizi a suo discapito tutt’altro che trascurabili.

Al di là delle considerazioni spesso intrise di qualunquismo e di pseudo-ambientalismo che per mio stile non sono solito considerare degne di menzione, trovo inspiegabile che nessuno dall’amministrazione comunale in carica abbia ritenuto di documentarsi adeguatamente sui tempi di ultimazione dell’opera e sulle reali difficoltà che la stanno impedendo, informandone poi compiutamente la cittadinanza. Perché tutto ciò interessa tutti noi, direttamente o indirettamente, nonostante la nostra innata ignavia che consente di tutto più o meno a chiunque, salvo poi “vedere e cecare” nel sempre più difficile distinguo tra la pagliuzza e la trave, spesso a danno dei “piccoli” e a favore dei “grandi”.

Non va dimenticato, al tempo stesso, che questo parcheggio rappresenta un’opera titanica, un colosso che si spingerà fino a nove metri sotto il livello del mare e che, per questo e non solo per questo, costituirà comunque una volta ultimato un fiore all’occhiello per la nostra isola sia sotto il profilo progettuale che realizzativo. E’ chiaro che gli imprevisti sono di certo direttamente proporzionali all’entità e alla difficoltà dell’opera: la recente rottura di alcune pompe che ha causato l’allagamento di cui all’incipit di questo editoriale è la conseguenza di una pressione idrica mai troppo calcolabile e che, di fatto, starebbe rallentando notevolmente le procedure di scavo. C’è anche da dire, però, che al momento sono solo due gli ulteriori metri da scavare e, con tutta probabilità, un imminente sopralluogo potrebbe dare finalmente il via a quest’ultima fase, prima di lasciare campo libero all’implementazione dei prefabbricati e consentendo ai responsabili di intravedere –magari comunicandolo con orgoglio a tutti noi- tempi più certi per l’ultimazione dell’opera ed il raggiungimento della sua tanto agognata fruibilità.

Sono certo che l’Architetto Pino Mattera, molto presto, saprà darci ottime notizie. Perché alla fine, che piaccia o no, quel parcheggio ci sarà. Prima o poi. E se così non fosse, noi resteremo sul pezzo!

 

 

 

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