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giovedì, Marzo 28, 2024

Parcheggio Ex Jolly, è corsa per non perdere il finanziamento

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Per il parcheggio pluriplano di Ischia è battaglia. Il pressing di Bernardo su Ministero e ANAC

Se non vogliono perdere il finanziamento per la realizzazione del parcheggio pluriplano ex Jolly, al comune di Ischia si devono muovere e devono fare anche presto. Perché? Perché il countdown è già iniziato e la dead line è fissata per il prossimo 31 dicembre 2017. E questa volta non c’è prospettiva di deroga: o si finisce il lavoro o il finanziamento si perde e, qualcuno, ci “appizza” qualche soldino.
La direzione per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno, sollecitato da precisi esposti da parte del consigliere comunale Carmine Bernardo, sta sollecitando il comune di Ischia nella comunicazione dell’avvio dei lavori. Lavori che, come tutti sappiamo, non sono mai iniziati. Dopo una lunga battaglia giudiziaria contro la Larefin, l’ATI Santoro firma il contratto nei mesi scorsi con il comune per la realizzazione dei lavori, ma fino ad oggi niente. Tranne l’episodio del 2 maggio, quando, dopo un accordo verbale con il conduttore dell’attuale parcheggio si era provato ad effettuare dei saggi per la realizzazione della palificata.
Il comune di Ischia ha già incassato il 50% delle somme a disposizione e, come già detto, i lavori al parcheggio sono una chimera. Di reale, invece, ci sono gli esposti di Carmine Bernardo, l’ultimo l’11 aprile 2017, e il fascicolo aperto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione.

LA CORSA
«Ai sensi della normativa di cui all’oggetto – scrive il Ministero al comune di Ischia -, al progetto presentato da codesto ente e denominato “Parcheggio pluriplano tra via De Luca e via delle Terme” (contrassegnato dalla chiave n. 68), comportante un costo dl € 3.676.021,95, è stato attribuito un finanziamento di € 1.462.854,63 (Allegato 4 D.M. 8 novembre 2005 in Gazzetta Ufficiale n. 284 del 6 dicembre 2005), pari al plafond spettante (Allegato 2 M. 8 novembre 2005), mentre la restante quota resta a carico del richiedente.
In relazione al suddetto finanziamento, si è provveduto ad erogare l’acconto del 20% pari ad euro € 292.570,92 con DM 3238/05 del 21 luglio 2005 e D.M. 4617/07 del 13 luglio 2007 e l’acconto del 50% pari ad 731.427,31 con D.M. 102329/2012 del 19 novembre 2012. Al riguardo, con nota n. 33189 del 15 dicembre 2015 codesto ente ha manifestato espressamente la propria volontà di portare a termine opere oggetto del progetto finanziato ed a procedere alla celere realizzazione delle stesse.
Dato il notevole lasso di tempo intercorso – sottolineano dalla capitale – , si invita a comunicare a vista lo stato del lavori, sottolineando nel contempo che i fondi necessari per l’erogazione del finanziamento sono attualmente in regine perenzione amministrativa fino a tutto l’anno 2017. Ne consegue che fino alla prima metà dell’anno 2017, su espressa richiesta di codesto ente, debitamente documentata, questo Ufficio potrà richiedere la reiscrizione in bilancio al competente Ministero dell’economia e delle finanze, delle ulteriori risorse del finanziamento di che trattasi, Fino a tale data si può, in un certo qual modo, garantire tempi l’erogazione delle somme richieste, senza tuttavia poter dare certezza sui tempi di pagamento. A decorrere dall’anno 2018, scaduto il periodo di perenzione amministrativa – ecco la “sentenza” -, i fondi verranno eliminati dal bilancio dello Stato per intervenuta prescrizione estintiva. Inoltre, nel caso nel caso in cui progetto non fosse portato a conclusione questo ministero si vedrà costretto recupero delle suddette quote di finanziamento già erogate. Nel caso in cui i costi si rivelino superiori all’entità suddetta di finanziamento, codesto Ente dovrà attestare, preventivamente, la volontà di cofinanziarne la parte eccedente. Si evidenzia che ai sensi del richiamato articolo 9 del D.M. 163 del 2004, la terza quota di finanziamento, pari al saldo del 30%, potrà essere richiesta solo successivamente all’avvenuta del lavori conclusione dei lavori di realizzazione delle opere costituenti il progetto»
Fin qui è tutto chiaro e, anzi, il Ministero sembra aver messo anche le mano avanti in caso di ritardo e di colpe non proprie.
«Come già sottolineato le risorse relative al finanziamento di che trattasi sono cadute in perenzione amministrativa – evidenziano ancora dalla direzione – ed un’eventuale richiesta di saldo comporterebbe l’attivazione della procedura di reiscrizione bilancio delle somme necessarie a tal fine. Tale procedura prevede una iniziale istruttoria di questo Ufficio ed una serie fasi successive al termine delle quali scaturisce una formale richiesta di reiscrizione in bilancio dei residui passivi perenti al Ministero dell’economia e delle finanze. Sui tempi di definizione del procedimento di reiscrizione in bilancio delle somme, e della adozione del provvedimento di erogazione stesse, questo Ufficio non è in grado di stabilire tempi precisi. Da ciò deriva che non può essere fatto alcun addebito a questo Ministero in relazione ai tempi di erogazione. Codesto ente dovrebbe essere a conoscenza dell’iter procedurale di reiscrizione in bilancio di somme perenti, come attualmente previsto dalla normativa vigente e, quindi, prevedere che l’erogazione del finanziamento non sarà immediata. In tal caso, nelle more di definizione del procedimento di che trattasi, l’ente è chiamato a sopperire alle necessità di risorse finanziarie ricorrendo a mezzi propri e tutto ciò, a maggior ragione, nel caso del saldo del finanziamento, che sarà obbligatoriamente successivo alla ultimazione del progetto – e la mazzata sta nella coda – e con tempi di erogazione incerti e sicuramente non solleciti.»

IL MINISTERO SI DIFENDE
E contro l’ultimo missile di Carmine Bernardo anche il Ministero si difende: “Si precisa al riguardo che nel caso di specie, sulla materia in esame, il compito della scrivente Direzione è stato quello di erogare le risorse per la realizzazione dell’opera in oggetto, secondo un iter procedurale normativamente disciplinato dall’articolo 9 del citato D.M. n. 163 del 2004 e con una precisa tempistica. Pertanto, si fa presente che, sulla base delle risultanze agli atti, questa Direzione ritiene di aver operato nel pieno rispetto della normativa precedentemente citata”.
Bernardo, infatti, aveva chiesto al Ministero come avesse erogato gli acconti del finanziamento senza che i lavori fossero iniziati. Ma i dubbi sul questa opera pubblica sono ancora molti, ma li vedremo nel numero di domani.

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