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venerdì, Marzo 29, 2024

Parcheggio della Siena, non se ne può più

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VISTO DALLA PIAZZA di Geppino Cuomo

I detti antichi non falliscono mai. “ I ciucce s’appiccechene e i vvarrelle ce vanne pe sotte”. Un’opera, una grande opera arrivata quasi al termine e bloccata senza un apparente perché. Una sala polifunzionale completata, molto bella e che servirà moltissimo alla comunità. Per questa sala non si sono avuti problemi tecnici, o meglio se ne sono avuti cosi come per l’edificando parcheggio, ma sono stati risolti nei tempi previsti. Per il parcheggio invece qualche inghippo tecnico in più, ma non irrisolvibile. Eppure non si va avanti. A voler essere maligni si fa peccato ma… almeno questa era la tesi dell’on.le Andreotti. Fatto è che stando ai si dice, per la sala polifunzionale c’era il rischio di perdere i finanziamenti se non fosse stata ultimata, quindi si è fatto di tutto per rimanere nei tempi previsti, mentre per il parcheggio non ci sono tempi designati e le cose vanno per le lunghe. Spesso si vede un lago in quello spazio destinato al parcheggio e spesso si vede completamente asciutto. E’ chiaro che si stanno usando macchinari obsoleti, poco funzionali. La cosa si verifica soprattutto dal venerdi al lunedi, ovvero quando non ci sono gli operai a controllare le pompe di svuotamento. Gli operai presenti in cantiere sono pochi. Spesso ce ne sono un paio solamente e altre volte arrivano a cinque o sei, ma i lavori somigliano sempre più alla tela di Penelope. Un giorno si va avanti e l’indomani si disfa quanto fatto. Anche i più favorevoli, fra la gente comune, alla realizzazione di quest’opera, si stanno scoraggiando, non perché tecnicamente non si può procedere, ma solamente perché è ormai chiaro che non c’è sintonia fra proprietario ed impresa. Gira e rigira, più che questioni tecniche, si capisce che sono questioni economiche. Mi sa che presto si fermeranno del tutto i lavori, per dare adito alle vie legali. Ma queste diatribe private, alla popolazione non interessano né devono interessare. Saranno anche lavori privati, ma se incidono sul sociale, l’interesse è di tutti. Sono cinque anni che si tribola, ora nessuno è più disposto a stare zitto e fermo. Si è soprasseduto perfino alla denuncia per lesioni ai caseggiati limitrofi, per far ultimare quanto prima i lavori, ma ora basta. I malumori stanno superando il livello di guardia. C’è chi sta pensando ad organizzare una dimostrazione di piazza per costringere l’amministrazione ad intervenire. C’è chi ha già contattato Striscia la Notizia e chi le Iene per attirare l’attenzione dei Media nazionali. Noi pensiamo che non siano queste le strade da intraprendere, ma l’amministrazione comunale dovrebbe intervenire, anche se l’opera è privata e non pubblica, visto che interessa ed incide moltissimo sul sociale. Alla gente non importa se la sabbia dello scavo debba essere portata a Napoli o rimanere ad Ischia, alla gente non importa se occorrono macchinari nuovi e non quelli usati. Alla gente interessa che un’opera che doveva essere ultimata in due anni, venga almeno consegnata in cinque anni, che coincidono e scadono in quest’anno. Ci fossero state date di consegna fissati per ottenere altri sovvenzionamenti, siamo certi che l’opera sarebbe già stata ultimata da molti mesi. Ripetiamo che tecnicamente non ci sono impedimenti, l’opera può e deve essere ultimata per fine estate, sempre che proprietario committente e ditta appaltatrice trovino l’accordo per andare avanti. La gente è stufa, non ce la fa più. Ischia Ponte commercialmente è in ginocchio e la colpa è proprio del parcheggio della Siena non ancora ultimato. In Italia, quindi non in Giappone o in America o in Germania, dove l’efficienza è la regola, ma da noi, in cinque anni si sono ultimati alcuni stadi e molte opere importanti, non un semplice, misero parcheggio che è diventata la barzelletta dei turisti. Ci accorgiamo che quei turisti sono venuti già negli anni precedenti, solo perché commentano divertiti lo stato di avanzamento dei lavori: inesistente. Molti sorridendo suggeriscono di trasformarlo, vedendolo allagato, in laghetto per la pesca sportiva, qualche altro, sapendo che c’è l’acqua minerale, chiede di renderlo parco termale, i residenti, non riescono più ad essere ironici, non si divertono più. Col volto serio, si interrogano per capire quando finirà questa tela di Penelope e guardando l’orizzonte, scrutano il mare per vedere se spunta la barca di Ulisse, solo lui può porre rimedio al disfacimento della tela di Penelope. Già, il nostro Ulisse però non si chiama Ulisse, ma Enzo.

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2 COMMENTS

  1. Primo: continuate a parlare di opera privata ma poi dite che ci sono i finanziamenti pubblici per la sala polifunzionale.. se ci sono finanziamenti pubblici l’opera non può definirsi privata!
    Secondo: se anche fosse totalmente privata, il cittadino Santaroni non può danneggiare così tanto la comunità ischitana creando uno scempio ambientale per tre anni (i cinque anni passati finora meno i due anni previsti inizialmente).
    Allo scadere dei due anni previsti, visto che già allora si era in uno stallo totale e la ditta non era capace di terminare i lavori, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto convocare il proprietario e metterlo di fronte ad una scelta: o ripristini lo stato dei luoghi perché sei incapace di terminare l’opera, o io amministrazione ti commissario i lavori e li faccio ultimare ad una ditta più capace.
    Non stiamo parlando di interminabili lavori ad una casetta nascosta dietro ad un vicolo, quel cantiere è un cazzotto nell’occhio che ti fa passare la voglia di andare ad Ischia Ponte.

    En passant, siamo a tre mesi dalla festa di Sant’Anna e ancora non è partita l’organizzazione della festa..

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