giovedì, Ottobre 10, 2024

OTTO DEMOLIZIONI

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...ci vorrebbe la forza politica di cambiare rotta, di liberarsi dal consenso “estorto” da 50 anni su questi temi e avviare una nuova stagione di libertà, pulizia e difesa del territorio

La prima volta si erano visti lo scorso 3 luglio. Ieri mattina, 12 settembre, è stato firmato a palazzo Santa Lucia, alla presenza del Procuratore Capo di Napoli Nicola Gratteri e del Presidente Vincenzo De Luca, il protocollo d’intesa tra la Procura della Repubblica di Napoli, la Regione Campania e i sindaci dei Comuni di Bacoli, Barano d’Ischia, Forio d’Ischia, Ischia, Pozzuoli e Quarto per il “Coordinamento delle opere di demolizione dei manufatti abusivi”.

Con il protocollo la Regione impegna risorse per oltre 2,3 milioni per consentire ai Comuni firmatari di procedere in tempi rapidi alla demolizione di costruzioni abusive per le quali il Tribunale di Napoli ha emesso sentenza di condanna e obbligo di demolizione anche per gravi situazioni di pubblica incolumità e rischio idrogeologico. Si tratta complessivamente di 15 manufatti abusivi da abbattere nell’area dei Campi Flegrei e 8 demolizioni ad Ischia.

“Anticipiamo risorse ai Comuni seguendo una indicazione precisa della Procura della Repubblica che condividiamo in pieno. Si interviene – ha dichiarato il Presidente De Luca – a partire dalle priorità, in situazioni di grave pericolo e di vero e proprio scempio edilizio. Lavoriamo per intervenire in tempi certi e rapidi, e sicuramente questa iniziativa potrà avere anche un effetto deterrente contro l’abusivismo”.

“Ringrazio il Presidente De Luca per le risorse messe a disposizione e per il lavoro svolto dagli uffici regionali in collaborazione con quelli della Procura. Non è uno spot – ha dichiarato il Procuratore Gratteri – ma l’inizio di un progetto che proseguiremo con grande determinazione. Al momento si riescono a demolire una decina di manufatti al mese, dobbiamo aumentare questi numeri”.

Sono queste le parole che presentano il protocollo di intesa che nelle prossime pagine vi illustriamo nel dettaglio e che, in verità, confermano una sensazione datata: quella della dimensione del problema, del suo costo, della sua complessità e della successiva crisi sociale che ne verrà fuori.
Questa riflessione, è ben dirlo subito, non è una critica al risultato raggiunto dalla Procura e, tantomeno, vuole essere una difesa contro il fenomeno dell’abusivismo ma un pacato spunto che prova a focalizzare meglio la vicenda.
Se guardiamo la vicenda dal punto di vista del Procuratore Gratteri ci troviamo davanti a due certezze: c’è un reato accertato e c’è una pena da eseguire. Se lo guardiamo dal punto di vista della Regione, oltre a quello che abbiamo detto per la Procura c’è un mancato controllo del territorio e una carenza di risposte date ai cittadini. Se lo guardiamo dal punto di vista dei sindaci, c’è un obbligo da rispettare e una potenziale crisi abitativa da fronteggiare oltre che un mancato controllo che, in maniera più larga, è legato a fattori elettoralistici e che hanno caratterizzato intere stagioni politiche.

Oggi abbiamo sul piatto la provvista economica per la realizzazione di otto demolizioni (2 a Ischia, 4 a Barano e 2 a Forio) selezionate dagli uffici della Procura secondo i criteri chiariti nel protocollo di intesa ma restano quel solito pannicello caldo alla soluzione del problema che è ben più complesso e ampio specialmente sull’isola.
Serve come esempio? Serve come inizio? Serve come avvisaglia? Se da un lato lo speriamo perché non ne possiamo più di vandali dell’ambiente che sfregiano i nostri territori con i loro mattoni e il loro cemento, vorremo anche che queste demolizioni potessero seguire su un diverso e più logico percorso.

I due milioni della Regione Campania destinati a queste demolizioni (23 in totale) si aggiungono ai 50 che, ciclicamente, vengono messi a disposizione della Cassa Depositi e Prestiti su scala nazionale, è evidente che seguendo questa strada non riusciremo a risolvere il problema e che procederemo, è evidente, a piccole dosi e colpendo solo chi si trova nella girandola del momento. E’ questo l’aspetto più grave da un punto di vista sociale. Per la Procura, lo ribadiamo, si tratta sempre di un reato accertato e di una pena da eseguire, ma volendo, potremmo anche iniziare a selezionare in maniera spontanea quelle che sono evidenti speculazioni, quelle che sono evidenti situazioni di pericolo, quelli che sono evidenti sfregi al nostro territorio. Ma per questo ci vorrebbe la forza politica di cambiare rotta, di liberarsi dal consenso “estorto” da 50 anni su questi temi e avviare una nuova stagione di libertà, pulizia e difesa del territorio.

Invertendo la rotta, andando in Procura e presentando un piano serio di demolizioni pubbliche realizzato su chiare esigenze che vengano dal territorio e che non vengano, invece, calate da chi ha il compito di seguire una strada che non intercetta quella della politica e che non deve dare un altro tipo di risposta. La Procura persegue i reati e applica le pene, la politica progetta i territori che, tra l’altro, avrebbe dovuto difendere.
Ci sarà, prima o poi, un riscatto da anni di estorsioni del consenso e dalla mercificazione del voto sotterrati da migliaia di mattoni e di metri cubi di cemento? O dobbiamo restare sempre gli stessi?

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