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venerdì, Marzo 29, 2024

Omicidio di Mestre, ucciso il baranese Biagio Buonomo

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Una cena tra amici, a Mestre, si è trasformata in un nuovo caso di omicidio a sfondo passionale. Le vittime sono un ingegnere napoletano di 31 anni, il barenese Biagio Junior Buonomo, e la sua fidanzata russa di 30, Anastasia Shakurova. Ad ucciderli l’ex compagno di lei, Stefano Perale, 50, un docente formatore, nell’appartamento dell’uomo, al primo piano di una palazzina nell’immediata periferia di Mestre.

Biagio, ingegnere molto valido, si era trasferito a Mestre per lavoro. La famiglia Buonomo, originaria di Barano ha già subito un lutto, atroce, nell’inicidente del Padre Pio. Sempre affabile, gli amici ne conservano un buon ricordo. Residente a Barano, Biagio junion era stato ad Ischia, domenica scorsa per votare per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale.

L’OMICIDIO. E’ stato lo stesso Perale, in stato confusionale, a chiamare in piena notte la polizia e confessare: “Venite, ho ucciso due persone”. Quando gli agenti sono arrivati, i segni della carneficina erano ancora evidenti, a partire dalla grande macchia di sangue all’ingresso del condominio. L’uomo ha prima fatto bere alla coppia una sostanza narcotizzante, mescolata alle bibite servite a tavola, e poi li ha finiti. Si è accanito prima sulla sua ex, una bella ragazza dai lunghi capelli castani che aveva studiato all’Università Ca’ Foscari di Venezia, soffocandola in camera da letto, forse con un fazzoletto premuto a lungo sul volto, e poi ha rivolto la sua rabbia contro il rivale, colpito a sprangate in cucina e finito, secondo una prima ipotesi, proprio nell’androne del palazzo, dove Perale lo ha raggiunto mentre l’altro tentava di fuggire.

La macchina nera della vittima, che lavorava nel Veneziano per seguire il progetto del Superjet russo SSJ-100, è rimasta parcheggiata sotto la casa dell’omicida ed è stata più volte sfiorata dagli uomini della scientifica, coordinati dal pm di turno Giorgio Gava, nel loro andirivieni sul luogo del delitto. Mentre i cronisti stazionavano sotto casa, è improvvisamente arrivata la madre dell’assassino, insieme a un parente. Abita poco lontano ed era stata avvertita da un conoscente dell’affollamento di auto della Polizia davanti alla palazzina del figlio. Ha chiesto subito a chi le si è parato davanti cosa fosse accaduto e sono stati gli stessi giornalisti ad accennarle l’accaduto.

Il legale di Perale, l’avvocato Matteo Lazzaro, ha riferito che nel primo interrogatorio il suo assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere. “E’ molto provato per l’accaduto – spiega -, molto stressato”.

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